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Centro montano di particolare interesse naturalistico, è situato sul versante meridionale dell’Aspromonte, lungo il corso della fiumara Amendolea. Fa parte della cosiddetta “Comunità Ellenofona di Calabria”.Il paese dell’area grecanica si trova a 971 metri sul livello del mare. Ha un territorio che si estende per 54,03 Kmq e confina con i comuni di Reggio Calabria, Bagaladi, Condofuri, Cardeto, San Lorenzo, S. Eufemia d’Aspromonte, Roghudi, Santo Stefano in Aspromonte, Sinopoli e Scilla. Dista 62 km da Reggio Calabria.

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Usi, costumi e tradizioni di Roccaforte del Greco (R.C.) Italy

Curiosita' e leggende
La raccolta delle castagne
Un’antica usanza locale stabiliva che la povera gente potesse raccogliere liberamente le castagne tranne nel periodo che andava da ottobre al primo novembre durante il quale il diritto spettava soltanto ai legittimi proprietari dei castagneti.

Il ricordo della lingua grecanica
Pur non essendo piu di uso corrente, non è difficile incontrare in paese qualche anziano in grado di parlare l’affascinante lingua grecanica, un idioma molto simile al greco antico.

Il fidanzamento
Un tempo era usanza, in paese, dichiarare il proprio amore alla donna amata con il rito dello “cippitinnau. Di notte l’innamorato lasciava un ceppo davanti l’abitazione della giovane con cui desiderava fidanzarsi. Se il ceppo veniva portato dentro casa larisposta era affermativa; negativa se veniva lasciato fuori.
Un ruolo fondamentale lo aveva ilpadre della ragazza che portava avanti la trattativa dopo la richiesta di fidanzamento. Questo è il dialogo che si teneva tra il padre e il giovane innamorato. “Pis efere ton gippo ti dichatiramu? (Chi ha portato il ceppo a mia figlia?). E il giovane rispondeva: “To e’fera ego’” (L’ho portato io). Nel caso in cui la decisione fosse stata positiva il padre della ragazza pronunciava la frase: “ I dicatera nu ene koli cippetthenemi!” (Mia figlia ha trovato un buon partito) Il ceppo, quindi, veniva portato dentro casa insieme al giovane. Se il responso era negativo questa era lafrase: “ghire’ apissu ti din ene j’assena to cippo” (Torna indietro che il ceppo non è per te) Il giovane, a questo punto, non aveva piu speranze.

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