Parco Nazionale Dell' Aspromonte
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Superficie: 77.000 ettari Regione: Calabria Provincia: Reggio Calabria Comuni: Africo, Antonimina, Bagaladi, Bova, Bruzzano Zeffirio, Canolo, Cardeto, Careri, Ciminà, Cinquefrondi, Cittanova, Condofuri, Cosoleto, Delianuova, Gerace, Mammola, Molochio, Oppido Mamertina, Palizzi, Platì, Reggio Calabria, Roccaforte del Greco, Roghudi, Samo, San Giorgio Morgeto, San Lorenzo, San Luca, San Roberto, Sant’Agata del Bianco, Sant’Eufemia d’Aspromonte, Santa Cristina d’Aspromonte, Santo Stefano in Aspromonte, Scido, Scilla, Sinopoli, Staiti, Varapodio.
Roccaforte del Greco: percorsi ed escursioni del Parco Nazionale dell'Aspromonte (R.C.) Italy Italiano  English version
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Itinerari

L'Aspromonte offre la possibilità di percorrere a piedi affascinanti tragitti, dai più comodi e ben individuati dalla segnalazione a quelli più impervi, lunghi e avventurosi. I percorsi segnati sono parecchi. Ai meno pratici di escursioni si consigliano quelli che si snodano nei dintorni di Gambarie.

Il sentiero che conduce da Gambarie a Montalto (segnavia rosso-bianco-rosso e n 205, tempo 9 ore per l'andata e il ritorno) parte dalla statale 183, a 300 metri da Piazza Mangeruca. Sale alla sorgente Acqua della Face e alla Piazza Nino Martino, quindi scende verso la località Caddeo per poi risalire verso le radure di Materazzelli, e condurre infine ai piedi del Montalto. La cima di quest'ultimo, da cui si domina tutto l'Aspromonte, si raggiunge mediante un tragitto in lieve salita, ed è caratterizzata da una statua del Redentore e da un'altrettanto suggestiva rosa dei venti, entrambe in bronzo.


Da Gambarie al Mausoleo di Garibaldi l'itinerario è detto Sentiero Rosso (segnavia rosso e n 209, tempo 5 ore per l'andata e il ritorno). Procede senza presentare difficoltà per pinete e faggete, che a volte lasciano spazio a caratteristiche radure in cui d'estate predominano il verde delle felci e il giallo delle ginestre. Lungo la via non mancano ruscelli e sorgenti. Si parte dalla statale 183, a qualche centinaio di metri da Gambarie, e si scende fino alla fiumara Saltolavecchia; la si attraversa e si prosegue fino ad arrivare nei pressi di Piano Vadi. Da qui si scende gradualmente a valle finché non si giunge, vicino Serra Petrulli, in una pineta secolare dove i soldati piemontesi ferirono Garibaldi e dove oggi il Mausoleo custodisce alcuni cimeli che ricordano l'eroe. A circa un chilometro, offrono ristoro varie trattorie.


Il percorso che va da Gambarie a Monte Basilicò è chiamato Sentiero Verde (segnavia verde e n 210, tempo 5 ore per l'andata e il ritorno). Il monte, le cui pendici si colorano di verde in primavera, regala all'escursionista un silenzio assoluto e una luce irreale. Il sentiero inizia dalla Statale 183, a 200 metri da Piazza Mangeruca, e dopo un po' sale a destra per i versanti di Monte Scirocco. Prosegue in salita verso Monte Nardello, quindi dopo l'Ostello della gioventù si dirige a destra per percorrere interamente il Monte Basilicò, regno incontrastato di faggi e abeti. A valle, vicino Tre Aie, il percorso ha termine in una strada sterrata che riporta a Gambarie.


Per giungere da Gambarie ai Piani di Melia si segue il Sentiero Giallo (segnavia giallo e n 208, tempo 8 ore per l'andata e il ritorno). Bisogna dapprima seguire il Sentiero Rosso fino a Piano Vadi, quindi procedere diritto verso la sorgente Acqua del Monaco e il suggestivo Passo delle due Fiumare. Si raggiunge poi una strada sterrata che porta con facilità ai Piani di Melia, che si trovano vicino alle pinete d'Aspromonte più conosciute: quelle dei Piani di Carmelia. Per tornare a Gambarie si può procedere verso sud, attraversare la fiumara del Cervo, salire fino al Puntone dell'Albara e poi scendere fino al ponte che porta questo stesso nome. Attraversato il ponte, il sentiero si riallaccia a sinistra al tratto già percorso all'andata.


Il percorso che va da Gambarie a Piazza Nino Martino è detto Sentiero Azzurro (segnavia azzurro e n 207, tempo 6 ore per l'andata e il ritorno). Coincide con i sentieri Rosso e Giallo fino a Piani Quarti, poi sale a destra verso la montagna, e sfocia nel bosco in un agevole sentiero che, dopo qualche centinaio di metri, conduce a Piazza Nino Martino. Da qui si ammirano incantevoli panorami di Montalto, della Sicilia e dell'Etna. Oltrepassata Piazza Nino Martino, il percorso scende in direzione sud-ovest verso la sorgente Acqua della Face, e continua per Punta Scirocco e Gambarie. Nino Martino fu un temuto brigante del Seicento; le sue gesta portarono il terrore persino alla città di Reggio. Secondo una leggenda, per tanti anni ogni viandante lasciò cadere un sasso nel luogo in cui cadde il fuorilegge, e ciò finì per dare vita a quello strano agglomerato di rocce che caratterizza oggi Piazza Nino Martino.


Per andare dalla diga sul Menta alle cascate Menta-Amendolea (segnavia rossobianco-rosso e n 116, tempo 4 ore per l'andata e il ritorno), bisogna oltrepassare la fiumara Menta e salire per una strada sterrata fino a una biforcazione. Dopo aver girato a destra si prosegue per raggiungere un declivio; quindi si scende a uno spuntone, e si continua girando a sinistra lungo il sentiero di mezza costa. Poche centinaia di metri ancora e appaiono le cascate. Il sentiero è fra i più battuti pur non avendo come punto di partenza Gambarie. Il motivo sta nella brevità del percorso e nel meraviglioso spettacolo offerto dalle cascate. Alla loro base, la vasca naturale invita a un'immersione nelle giornate più calde.

Il Sentiero Italia (segnavia rosso-bianco-rosso, sigla Sl e n 133) è un percorso che lega sud e nord d'ltalia: si tratta di 5000 km da percorrere a piedi in 350 tappe. Consente di conoscere una nazione fatta di rari paesaggi e di pittoreschi centri abitati, ignorati dal turismo convenzionale. In Aspromonte il Sentiero Italia parte da Reggio Calabria e tocca Gambarie, Polsi, il Lago Costantino, S. Luca, Pietra Cappa e Zervò. I tratti sono percorribili ciascuno con tre-sette ore di cammino.


L'abbastanza impegnativo percorso circolare Platì - Piano Alati - Aria del Vento - Platì (sentiero n 111) richiede 5 ore. Lasciato l'abitato di Platì, si segue la pista verso località Palumbo; quindi si prosegue in direzione Passo Sava, costeggiando la fiumara di Platì e attraversando boschi di leccio e di farnetto. Attraversata la fiumara, si sale lungo il sentiero fino a Piani Alati (1000 m). La pista si collega qui a quella forestale, volge a destra e attraversa fitte faggete fino al picco Aria del Vento (1024 m). Per tornare, s'imbocca la mulattiera che scende a Platì; essa si collega al sentiero dell'andata vicino la sorgente Corato.


I 120 km che vanno da Gambarie alle Serre prendono il nome di Sentiero del Brigante perché, al tempo delle colonizzazioni magno-greca e romana, costituivano un percorso battuto da ribelli, fuggitivi e banditi. Ancora prima fu invece un itinerario molto seguito dalle popolazioni sicanie e bruzio-lucane, per gli spostamentí lungo la penisola calabrese. Il sentiero (segnavia rosso-bianco-rosso e n 206) si sviluppa lungo la dorsale appenninica in direzione nord, e riveste importanza naturalistica oltreché storica. Allo spettacolo incantevole offerto dalla natura, ad esempio con le cadute d'acqua del Marmarico, si alternano piccoli segni lasciati dall'uomo, come i resti di fortificazioni risalenti al 72-71 a.C., e altre tracce più evidenti quali la Certosa di Serra S. Bruno e la Cattolica di Stilo. Occorrono 6-8 giorni di marcia.

Il percorso da Samo a Montalto (segnavia rosso-bianco e n 116), che congiunge la costa orientale dell'Aspromonte alla sua più alta vetta, è dedicato agli amanti della natura e soprattutto a chi è affascinato dalle tracce che l'uomo ha lasciato nei secoli con il suo lavoro e la sua storia. Il primo impianto di Samo fu edificato da una popolazione d'origine greca nei pressi della costa; l'abitato fu in seguito spostato verso l'interno per meglio difenderlo dalle incursioni dal mare. Dopo il '400 esso prese il nome di Precacore; distrutto dal terremoto nel 1783 e quindi ricostruito, fu abbandonato dopo il terremoto del 1908 e riedificato poco più a valle, dove si trova attualmente. Dal 1911 il suo nome è tornato Samo. I ruderi di Precacore si trovano poco distanti dalla costa: su un picco a circa 400 metri sul livello del mare, tra la fiumara La Verde e il vallone Santa Caterina. Il sentiero per Montalto, percorribile in due giorni, attraversa paesaggi quasi irreali, costituiti da dirupi e anfratti, da vallate profonde e fiumare impetuose, da picchi assolati e da boschi così fitti che la luce quasi non vi penetra.


Ancora segni del passato ed esplosioni di natura sono protagonisti sul sentiero che va da Bova a Delianuova (segnavia rosso-bianco-rosso e n 128). Il percorso consente, con 2-4 giorni di marcia, di valicare l'Aspromonte dal versante ionico a quello tirrenico. Gli abitanti della colonia greca di Delia risalirono la montagna allo scopo di insediarsi in zone più protette dagli attacchi dal mare. Alcuni si stabilirono a Bova, altri valicarono il crinale per fondare Paracorio, vicino Pedavoli. Questi ultimi nuclei abitati caratterizzano oggi l'importante centro di Delianuova, che si affaccia sulla Piana di Gioia Tauro e sul Tirreno. Il sentiero tracciato dagli abitanti di Delia è servito fino alla metà dell'800 a favorire i contatti e gli scambi fra la gente di Bova e quella di Pedavoli, specialmente in occasione delle rispettive feste patronali. Oggi che esistono le strade rotabili, questo sentiero torna a vivere con tutta la sua storia per gli appassionati della montagna.


D'interesse storico-paesaggistico, il percorso circolare Samo - Precacore - Gole La Verde - Palecastro richiede 3-4 ore di cammino. Da Samo si raggiunge il ponte di Santa Caterina, lo si attraversa e si sale fino alla fontana della Rocca; quindi s'imbocca a sinistra il sentiero che porta ai ruderi di Precacore. Si sale fino alla chiesetta di S. Giovanni, e si prosegue fra macchia mediterranea e boschi in direzione Giulia. Si raggiunge dapprima l'altopiano di Molia e poi lo spuntone delle rocce dette "Prachi" e "Timpa di don Brazzito"; da queste ultime si possono ammirare le gole della fiumara La Verde. Si torna indietro fino a immettersi nel sentiero mulattiero che conduce a Palecastro. Da qui si prende la strada carrabile che scende al vallone Santa Caterina, e si prosegue per quella asfaltata che sale fino a Samo.


Il percorso Monte dell'Orgiata - Rocce S. Pietro - Pietra Cappa è contraddistinto dal n 112 e si percorre in 4 ore. Lasciato Monte dell'Orgiata (603 m), facilmente raggiungibile da Natile, si arriva attraverso una strada mulattiera alle rocce di S. Pietro (qui si possono individuare antichi giacigli scavati nella roccia da eremiti basiliani). Procedendo in salita verso l'altopiano di Livadoce, s'incrocia il sentiero proveniente da S. Giorgio (nell'area di questo centro si trovano i resti di una chiesetta medievale); si gira allora a destra. Così ci si dirige verso Pietra Cappa, attraversando un lecceto fino a giungere al casello di S. Giorgio (677 m). Si segue quindi la pista che sale verso Serro Alto e, una volta incrociata la strada che giunge da Natile, si scende a destra verso il punto di partenza.


L'Antico Sentiero dei Greci (n 101) corrisponde al percorso Mammola - Fiume Torbido - Passo Sella - Santuario San Nicodemo - Passo Limina; richiede 3-4 ore di cammino. Da Mammola si prende la strada sterrata che costeggia la fiumara Torbido e che permette di raggiungere Passo Sella (fu questa l'unica via di comunicazione per gli antichi popoli della Locride e della Piana di Gioia Tauro). Si procede quindi per l'altopiano "Fossi di San Nicodemo", dove si trova il Santuario San Nicodemo del Bosco (703 m). Una comoda strada a fondo naturale porta da qui al Passo della Limina, a quota 822 metri.

 

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