Chiaranonta (08-09-2011)
di Mauretta Capuano
Una giovane donna senza nome si lascia attraversare da immagini e figure del passato, della sua infanzia, durante un viaggio in tram verso un appuntamento obbligato e temuto con i servizi segreti del regime di Nicolae Ceausescu. Il suo viaggio nel romanzo 'Oggi avrei preferito non incontrarmi' di Herta Muller, premio Nobel per la letteratura nel 2009, pubblicato da Feltrinelli nella traduzione di Margherita Carbonaro.
La scrittrice romeno tedesca, che e' stata pedinata, aggredita e ha subito tanti interrogatori per essersi rifiutata di collaborare con i servizi segreti del regime comunista di Bucarest, in questo libro di grande forza evocativa, considerato una delle sue prove piu' importanti, racconta la follia del totalitarismo e la forza di una donna che non vuole rinunciare alla felicita'.
Attenta ai dettagli e alla profondita' delle parole, la Muller, nata nel 1953 nel villaggio di lingua tedesca di Nitzkydorf, nel Banato rumeno, al confine fra Serbia, Romania e Ungheria, trasforma il tragitto in tram, in una citta' rumena, di questa donna, convocata ''Giovedi' alle dieci in punto'', in un viaggio pieno di poesia. ''Certe cose diventano brutte solo quando se ne parla. Io mi sono abituata a tacere in tempo, eppure e' quasi sempre troppo tardi, perche' voglio impormi per un poco'' racconta. La memoria e' un modo di resistere, e' un modo per ritrovarsi, per non impazzire anche se i ricordi a volte sono terribili. Come quello della giovane amica Lilli, uccisa alla frontiera con l'Ungheria, mentre tentava di fuggire dal paese. Con Paul ripensa ai momenti felici, anche se pochi, e offuscati dall'alcol a cui lui non sa rinunciare.''Be', forse nel sogno andavo in moto e ti prendevo con me'' le dice. C'e anche il ricordo del padre e il primo matrimonio con un uomo che amava ballare ma ''non era capace di picchiarmi e percio' si disprezzava''. E ancora i racconti del nonno sulla deportazione.
Ma soprattutto l'angoscia contro cui deve combattere la protagonista. ''Vengo convocata sempre piu' spesso: martedi' alle dieci in punto, sabato alle dieci in punto, mercoledi' o lunedi'. Come se gli anni fossero una settimana, mi stupisco che dopo la tarda estate gia' ritorni l'inverno''. Cosi' si apre la storia scandita dai passaggi e dalle fermate del tram e da incontri con personaggi come il calzolaio le cui storie assumono spesso un significato simbolico. A lui la protagonista del libro racconta: ''dopo la morte di Tata mio nonno aveva detto che la vita era un peto in un lampione, non vale neppure la pena di mettersi le scarpe''.
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Fonte: Notizie di Un Libro al giorno - ANSA.it
Ultima modifica di Aylaso_; 08-09-2011 alle 09:34
Chiaranonta (08-09-2011)
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