di Paolo Petroni

''I libri distrutti e condensati nella potentissima memoria della Grande Mente. Distrutti anche giornali, fumetti e riviste. Distrutto tutto quello che aveva a che fare con carta e inchiostro. Ma la Grande Mente un giorno si ribello' e ando' in tilt. Lo fece con cattiveria quasi umana, perche' cancello' tutti i dati e poi si suicido' esplodendo'', raccontano alcuni extraterrestri a Itria Panedda Nilis e suo figlio Martine, definendosi orfani di storie e libri, o almeno cosi' racconta la postina Juanna Ludrisca, che dice di essere stata testimone del fatto, dell'arrivo dell'astronave che pareva un ragno meccanico a otto gambe nella vigna di Scolope'.

A Mealgravida, del resto accade questo e altro: da molto tempo prima del racconto di Joanna, sull'altare del santuario di Santu Sarvadore e' dipinto una sorta di grande ragno meccanico, poi c'e' un'antica civilta' nuragica che sopravvive in fondo a un lago e la testa della statua della Madonna di Tumbacanes e' conservata in un comodino, coperta da un orinale porcellanato.

E' un paese in cui alcuni uomini e una donna sono capaci di sfidarsi a bere vino e acquavite sino alla morte, e cadono stecchiti uno dopo l'altro, visto che l'ultimo superstite del gruppo di giocatori sara' il vincitore e, per esserlo, non esitera' a macchiarsi anche di un orrendo delitto. Melagravida e' uno di quei mitici paesi dell'interno della Sardegna che ricrea, tra fantasia e realta', Salvatore Niffoi nei suoi romanzi, narrandone vita, amore, ***** e morte di molti degli abitanti in simbiosi con una natura, dai tramonti, le notti, i colori forti . Questo si chiama Melagravida e non sapremo mai se l'arrivo di quegli uomini da un altro pianeta sia vero o sia un'invenzione della postina, che, dice la gente, legge troppi libri di fantascienza. Non lo sparemo mai perche' li', dove nessuno sognava piu' da gran tempo a causa di un terremoto, da quando la gente ha ripreso a sognare il confine tra il vero e l'immaginato si va perdendo. Ma non e' solo questo. Nelle terre emblematiche di cui racconta questo scrittore, la vita sconfina di continuo oltre la barriera delle cose concrete, i morti tornano per protestare o perche' chiamati, e ''sas maghias'' sono dietro l'angolo: credenze, leggende, miti e superstizioni sono tutt'uno con l'esistenza quotidiana delle persone, cui danno una maggiore profondita', qualcosa in piu' di mistero e spavento, ma anche con cui saper convivere.

E' chiaro allora che anche i libri, con la loro realta' virtuale, hanno un posto privilegiato tra chi sa apprezzarli, a cominciare da Ossoriu Concale che introduce alla lettura e alla scrittura Itria Panedda, e che ben sa, come dicevano i latini che ''habent sua fata libelli'', ma aggiunge: ''Anche gli uomini hanno il loro destino, lo stesso destino dei libri''. Ed e' questa in fondo la morale minacciosa, visto il racconto degli extraterrestri, che ci lascia Niffoi con queste pagine. Del resto, al giovane Martine viene spiegato che ''un ragazzo che legge ne vale almeno due'' e la madre lo fa vivere in una casa piena di libri, in un paese che sembra tanto l'Italia di oggi e in cui la gente protesta contro il sapere e, alla fine di una giornata di vendemmia, dichiara (facendoci pensare a certa cronaca recente): ''A Melagravida si puo' vivere anche senza cultura, che quella e' cosa che tanto non si mangia e non serve a letto''.

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Fonte: Notizie di Un Libro al giorno - ANSA.it