Immagine di dominic
Maschio
Nessuno Terre Esterne

Dominic

Forza
15
Esperienza
1913
Mente
13
Monete
203
Resistenza
18
Schiavi
0
Spirito
11
Cibo
0
Agilità
26
Legna
0
Costituzione
11
Minerali
0
Carisma
12
Casato
-
Procura Cibo
10
Stato Civile
Nubile/Celibe
Raccolta Legna
10
Etnia
 
Raccolta Minerali
10
Navigazione
12
Costruzione Edifici
10
Lavorazione Materiali
10

Iscritto dal 21-08-2008 13:21
Dall'acqua sapienza noi Draghi sveliamo
l'antica saggezza portiamo nel cuore
il falso in silenzio ognor combattiamo
alla vita e alla morte doniamo valore.
Del sole noi siamo guerrieri valenti
siam forza, fierezza coraggio ed onore
siam Draghi di fuoco da sempre presenti
alla vita e alla morte doniamo valore.
Tra i venti e le nubi voliamo maestosi
noi draghi dell'aria destiamo l'ardore
guardarci negli occhi il vile non osi
alla vita e alla morte doniamo valore.
Custodiamo nel tempo tesori celati
della terra vivente abbiamo il colore
da oscure caverne, da monti assolati
alla vita e alla morte doniamo valore.

Per la vita, per la morte
per la gloria e la sorte
denaro e potere.

E' il giorno della morte che dà alla vita il suo valore.
Quindi attendete quel giorno con gioia.

Perchè quel giorno, si vivrà.


Onore ai Dragoni.

.D.

Fanatico dei Dragoni.


-------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------

Memorie;

1 - Prefazione:

Darchon, luogo ove chiunque, carico di speranza e dedizione può far carriera. Chi è perduto, o sperduto si ritrova sempre in questa Patria del Successo e della fama.
Ed è qui che approda questo giovane alla tenera età di diciassette anni. Io. Quello che tutti chiamavano Cane, che chiamavano Demone, quello che tutti chiamano Corsaro, ma che riconoscono come, Il Demente.

Dapprima diffidente, quasi incurante della situazione del villaggio, vengo a far la conoscenza di una ragazza, una donna. Capelli oro, lisci, pelle olivastra toccata dai raggi del sole, anche se non molto prosperosa lì insomma, ma attraente per quel non sò che. Le guardavo sempre le chiappe quando l'avevo davanti. Quanti pugni per la mia mancanza.

Era una Donna con due palle di ferro e non solo. Era lei. Si era presentata come Scorticatrice di Uomini cattivi, o buoni. Non ricordo. Sono passati anni da allora. Era a Capo di una Ciurma di Corsari, che vegliava su Darchon. Al fianco un Machete, nel cuore ambizione e potere.

"Al Pontile dei Quaranta ormeggia la Rossa. Fai la Guardia come si deve, e tieni lontano gli impiccioni!"
Era il Signore dei Dragoni, o la Signora, o Nemesi come la chiamavano. Ma da tutti noi, era conosciuta come La Bionda.
Dietro le sue fila, tantissimi arguti e muscolosi uomini. I Dragoni.

Vengo a contatto con la Signora, per qualche minuto. Mi si propone un lavoro, un'opportunità. Guardia della Rossa, o per meglio dire come mi si chiavama, Cane da Guardia. Non ero amato, non ero temuto; ero poco più che uno sputo, un escremento che viveva la sua misera vita su di un Pontile accanto a pesci maleodoranti e putridi.

"Ah e se sgarri, ti faccio appendere per le palle all'Albero di Maestra, ricordalo."
Ma non mi sono arreso, fino al giorno del mio primo vero passo.

Mi viene in contro uno. Nella media, non muscoloso, capelli corvini e spaiati, vestito elegantemente, forse anche troppo per i miei gusti; occhi neri, Machete al fianco e in mano un'Anello.

"Sali sulla Rossa a pulire quel cesso di Ponte. E non sporcarmi il vestito!"
Era il Damerino. Un elemento della Ciurma, che mi ha seguito fino in fondo. Mi ha anche aiutato si può dire. Eclettico, strano ed estroverso. Un tipo bizzarro, non grossolano, furbo sicuro. Il più furbo.

Ed ero Lavaponti. La mia conquista, il mio sudore, la mia gioia, il mio sangue.
Era l'inizio del successo.

-------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------

2 - La Ciurma.

Pontile dei Quaranta: Bighellonavo e gironzolavo per il Molo, quando durante il turno di guardia, si palesa un tipo bizzarro. Capelli lungi, uno stile insolito, che lui amava definire "dreadh", assieme ad un tricorno nero. Barba e baffi, giacchetta in pelle, pantaloni e stivali.

"Thò il Lavaponti nuovo. Guarda che se ti vede la Bionda ti taglia le palle"

Era Smilzo, il cagnolino della Bionda e del Damerino. Si può dire che fosse il loro sguattero, un pò smidollato e infido. Forse il più infido di tutti, mi guardavo sempre le spalle quando c'era lui.

Ero lì, per non sò quale strano motivo, poichè non lavoravo mai, a strofinare il Ponte della Rossa: l'imbarcazione della nostra Compagnia. Pulisco, ma una macchia non và via. Continuo, niente.
Quand'ecco, che un tonfo mi fà sussultare. Guardo verso il Castello di Prua. Si avvicina un figuro. Diverso dagli altri Lavaponti. Grosso, alto, muscoloso, pelato, cicatrizzato, amorfo, mostruoso. Privo del mignolo, recava sul dito l'Anello dei Draghi.

"Ce devi sputisciare meglio, e poi strof...stronf...insomma ce devi pulire più meglio, boia!"

Non sò per quale principio parlasse così, ma era il Fanatico della Ciurma, il braccio destro della mia Signora: era Il Gigante. Un pezzo d'uomo, grande e forte. Forse il più forte, e il più temibile. Non sò che fine abbia fatto ora. Dopo la mia Prigionia a Revaden non l'ho più visto. Spero muoia scoppiato dal Resinolo che lui stesso fuma!

Non rimembro altro. Ricordo solo che riuscii a fargli lavare il Ponte al posto mio. Una mossa geniale, per una capra come me. Insomma come ero.

Taverna Kalleidos: Mi avvicino, accompagnato dal Nero, conosciuto nella mia permanenza a Guardia della Rossa. Era un tizio sulla trentina, forse più, muscoloso e ben piazzato con il ferro al posto del torace, ma un Cammello Juabero al posto del cervello. Era un maniaco, forse il più maniaco. Ognuno aveva una sua specializzazione.

"Aprire la porta, checca!"
Ed entriamo indisturbati come al solito, assieme ad un altro tizio.

Diceva di essere un ex Corsaro, ficcandosi in mezzo alla nostra discussione. In effetti, recava in mano un Anello d'oro puro. Non ci penso due volte, ed assesto un bel calcione alla bocca dello stomaco di quello, facendolo capicollare su di un paio di tavolozzi. Un lavoro facile, per un tipo come me. Mi presi l'Anello, una soddisfazione di aver messo giù uno spocchioso rompiscatole, e i complimenti del Nero.
E via, subito fuori dalla Kalleidos.

Promozione del Gigante a Flagello, del Nero a Fanatico, del Damerino a Tagliagole. Festeggiamenti vari. Buio totale qui.

Fortezza dei Dragoni: Sala allenamento, vengo a conoscenza di un altro membro. Un tipo nella media, non troppo muscoloso, di corporatura robusta, viso intagliato, barbetta, capelli lunghi e neri. Sembra si sia conquistato il grado di Fanatico per i meriti in guerra. Ma da quanto ho potuto vedere, era solo un fanfarone: era Morvius il Juaber, Fanatico dei Dragoni, cugino del Nero.

"Vediamo se questo botolo sà come menare le mani"
Ridacchiò come un beota. Alla fine, non mi fece nulla e finimmo per fare una capocciata a vicenda.
Poi un minimo di allenamento con la Balestra, grazie al Damerino. E via per i corridoi della Fortezza.

Taverna Kalleidos:
Ero intento a scaccolarmi penso, assieme al Nero mentre inspiegabilmente mi lagnavo non sò per cosa, forse per il cielo o forse per l'appiccicume che c'è in Taverna. D'un tratto una mano fende l'aria, prendedomi in pieno e alla sprovvista. Mi becca sulla gote, facendomi ballonzolare.

" Di Damerino, ne batsa uno in questa Ciurma.."
Era il Moretto. Colui che sarebbe diventato Nostromo di Ciurma. Era un tipo calmo e pacato per niente muscoloso, all'epoca Tagliagole assieme al Damerino. Ordinario, non sciatto ma nemmeno elegante. Barba lunga capelli neri lunghi, di mezza età. Un matusalemme insomma.


Ennesima giornata a sbevazzare in Taverna, vengo a conoscenza di un altro soggetto. Un Lavaponti. Uno che probabilmente aveva fatto colpo su tutti, ma un colpo glielo avrei dato volentieri io.

"La smetti di rompere, o devo farti smettere io?"
Era chiamato Marmellata, non sò per quale ragione. Era ben piazzato, molto rispetto a me, calvo, occhi chiari, vestito rozzamente come me. Niente più, ricordo solo che lo vidi in giro con una moneta ficcata nel cranio. Poi l'ho perso di vista, e non m'importa.

-------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------

3 - Battaglie;

» Indietro «