Piano piano aggiornerò questo thread con le carte dei tarocchi e il loro significato, cercando di scoprire un mondo anche per me sconosciuto
Significato e interpretazione degli Arcani Maggiori
Il matto
In origine il Matto era chiamato “Il Nulla”, da qui l’attribuzione del numero zero (zero che etimologicamente deriva da una parola araba significante “vuoto”). Si pone, quindi, il problema di dove collocare questa lama all’interno del mazzo.Il Matto è l’Arcano numero “0”, in quanto non può essere identificato numericamente, infatti tutti i numeri sono compresi nello zero: derivano da esso e ad esso tendono. Il Matto rappresenta quindi l’energia primordiale senza limiti, la divinità che è senza forma perché le contiene tutte.
Dal Matto deriva il Jolly o Joker delle carte tradizionali moderne, che può rappresentare tutte le carte a piacere senza identificarsi con nessuna di esse.
Molti autori, considerando il Matto lo zero, lo mettono al primo posto (in questo non vi è nulla di male: il Matto in quanto Zero può essere messo a proprio piacere all’interno del mazzo), ciò che è sbagliato è metterlo all’inizio attribuendogli la valenza di uno e facendolo così corrispondere alla prima lettera dell’alfabeto ebraico “Aleph”. Infatti, seguendo questo principio la lettera Beth (successiva all’Aleph) viene a trovarsi associata al primo Arcano, il Bagatto, invece che al secondo Arcano, la Papessa.
Tuttavia il significato esoterico dell’Aleph si accorda perfettamente al significato di inizio, volontà, azione che viene intrapresa, tipico del Bagatto e non al significato della Papessa, la donna che è l’iniziatrice dei misteri, a cui si accorda meglio la lettera ebraica Beth.
Se c’è una lettera ebraica che simboleggia il Matto questa è il Tau. (Vedere sezione “Tarocchi e Cabbalah).
Altri autori, ad esempio Eliphas Lévi, attribuiscono al Matto il numero 21, collocandolo tra l’Arcano XX il Giudizio e l’Arcano XXI il Mondo. E’ vero che il Matto, non avendo nessun numero d’ordine, può essere disposto in qualsiasi posizione tra gli Arcani, ma questa collocazione è evidentemente assurda, in quanto il Matto che è lo Zero non può essere il 21. Inoltre, in questo modo il Mondo si trova ad assumere il numero 22, numero sfavorevole, in contrasto con il significato estremamente positivo del Mondo, la carta più bella dell’intero mazzo dei Tarocchi. (Vedere sezione “Tarocchi e numerologia).
Se si dispongono i Tarocchi in fila è più significativo collocare il Matto all’inizio o alla fine. Tuttavia il modo migliore di disporre spazialmente i Tarocchi è a Cerchio dove il Matto e il Mondo, che rappresentano rispettivamente un inizio perpetuo e uno svolgimento infinito, vengono a contatto.
Se le due carte vengono collocate l’una accanto all’altra, vediamo come il Matto sembra dirigersi verso l’ovale del Mondo, al cui interno la donna nuda sembra attirarlo a sé per essere fecondata da esso. Il Matto è l’energia fondamentale, senza definizioni e quindi senza limiti, così come la Bibbia e altre cosmogonie ci presentano l’energia creativa divina, scaturita da un nulla privo di spazio e di tempo. Tale energia si disperderebbe in se stessa senza una meta, senza potersi materializzarsi in una creazione, una creatura, un mondo.
All’interno del Cerchio, il Matto si trova collocato tra il Mondo e Il Bagatto.
Il Matto rappresenta il caos, dal quale tutto inizia e dal quale tutto torna per poi poter iniziare nuovamente. L’energia primordiale del Matto, che è indefinita, si manifesta nell’Arcano successivo, Il Bagatto, che nella sua forza creativa, dà forma a questa energia. Il Matto è l’energia pura, il Bagatto l’energia che vuole manifestarsi. Il Bagatto è rappresentato da un giovane giocoliere e il suo gioco, attraversando tutti gli Arcani, si conclude con il raggiungimento dell’armonia, rappresentata dall’arcano XXI, Il Mondo. Ma il ciclo non ha fine, l’armonia viene sconvolta nuovamente dal Matto che dando le spalle al mondo ha il coraggio di rinunciare a ciò che è precostituito, di andare controcorrente, di slanciarsi verso nuove mete, dando inizio così il via a un nuovo inizio, secondo il principio dell’ I King secondo cui “l’esistenza si edifica sul mutamento”.
Il Matto ci ricorda che la libertà di spirito e la libertà di azione ci permettono di avanzare.
Il Matto nei Tarocchi di Marsiglia è raffigurato come un buffone medioevale. La veste è coloratissima e sul dietro è lacerata da un cane che lo insegue. Alla testa ha un strano copricapo dal quale vediamo soltanto uno dei corni che termina con una pallina. L’altro corno lo possiamo immaginare fuori dalla carta, cosi come fuori campo è la parte posteriore del cane: l’estremo alto e l’estremo basso sono inconoscibili. Il copricapo è giallo ed esprime la luce dell’intelligenza. Il Matto sembra non avere età , il suo sguardo è diretto verso l’alto e guarda in avanti senza alcuna preoccupazione. Voltando le spalle al passato, cammina spedito verso il futuro, tenendo un bastone nella mano destra e portando con la sinistra un sacchetto appeso a un secondo bastone. Annuncia il suo arrivo con il tintinnio dei campanelli attaccati al suo collare e alla cintola , facendo ridere la gente, scacciando gli spiriti maligni e i cani gli corrono dietro per morderlo. I quattro campanellini legati alla cintola rimandano ai quattro centri dell’essere umano, simboleggiati dai semi degli Arcani Minori: Bastoni /centro sessuale- creativo dell’uomo, Coppe/centro emozionale, Denari/centro materiale, corporeo, Spade/centro intellettuale.
Il Matto è indifferente alla derisione altrui derivante dalla sua diversità, ma non bisogna dimenticare che i giullari erano gli unici che potevano dire le verità più sgradevoli anche ai sovrani, protetti dalla loro pazzia che li assimila al mondo divino, esclusi dalle leggi umane che governano il mondo. Pazzia quindi come stato di suprema saggezza.
L’animale che sta dietro al Matto (cane, gatto o lince) sembra spingerlo in avanti mordendolo, e rappresenta il lato animale, istintuale dell’inconscio. L’animale gli appoggia le zampe alla base della colonna vertebrale, il punto dove la tradizione induista individua il centro nervoso in cui si concentrano le forze della terra (chakra muladhara). Il Matto ha un’espressione sorridente, sembra non sentire la sofferenza del morso dell’animale: non è sopraffatto dalle passioni istintuali e dalle forze dell’inconscio, queste sono state da lui assimilate; indifferente a ciò che lo circonda, la sua saggezza gli permette di distaccarsi dalle cose terrene e materiali e lo porta verso un suo mondo interiore irraggiungibile agli altri. L’animale può anche rappresentare la paura, l’invidia, la rabbia di chi non riesce a capirlo, ma ad esse il Matto è indifferente.
Il Matto è infatti l’eterno pellegrino (il sacchetto del matto sembra ricordare la zucca che i pellegrini usavano come borraccia), è il viaggiatore senza nazionalità e senza legami, e il grande cammino che affronta è per approdare alla conoscenza e alla salvezza. Ricordiamo che San Giacomo, il cui famoso santuario di Compostella era meta di pellegrini, era raffigurato come un viandante con il bastone e un misterioso libro racchiuso in un sacchetto.
Tutto ciò che il Matto possiede è in un sacchetto color carne che rappresenta il bagaglio delle sue esperienze passate. Il bagaglio sembra non pesargli affatto, le esperienza sono state infatti spogliate da tutto ciò che è superfluo e assimilate, esse porteranno a qualcosa di nuovo con l’Arcano successivo, il Bagatto. Il sacchetto è appeso a un bastone che rappresenta gli impulsi: la follia o il coraggio di andare avanti lasciandosi alle spalle ciò che non serve più. Il bastone finisce a forma di cucchiaio, è un asse recettivo che porta la luce della coscienza, l’essenziale, il substrato utile della esperienza assimilata.
Interpretazione carta al diritto:
La carta è estremamente positiva, se esce per prima, alcuni cartomanti terminano il consulto dando una risposta affermativa alla domanda. Altri considerano la carta del Matto in grado di attenuare gli eventuali significati sfavorevoli portati dalle carte vicine.
L’energia del Matto è estremamente favorevole per i nuovi progetti: porta sconvolgimenti e rinnovamenti; ma l’occasione favorevole deve essere afferrata al volo, facendo affidamento sul proprio istinto. Indica anche la liberazione da situazioni opprimenti e stagnanti, rimanda alla libertà di scelta e all’indipendenza. Annuncia cambiamenti di situazioni, capacità di reinventarsi e mettersi in discussione. Tra gli eventi inaspettati che indica ci possono essere anche l’arrivo di una telefonata, una visita. Può indicare un viaggio, spensieratezza e gioia di vivere.
Dal punto di vista sentimentale indica una relazione spensierata e giocosa, ma anche il bisogno di mantenere la propria autonomia all’interno di una relazione.
Dal punto di vista professionale porta nuovi progetti, viaggi di lavoro e contratti positivi da accettare senza indugio.
Il Matto può anche indicare una persona anticonformista, stravagante e geniale, spontanea, sicura di sé, amante del rischio, anche una persona sensitiva. Il Matto rimanda anche all’innocenza, per cui la persona, dicendo, come un bambino, liberamente quello che pensa, può involontariamente ferire con le sue verità. Interpretazione carta al rovescio:
Impulsività esagerata, imprudenza che può portare a commettere errori. Aggressività e ostilità verso l’ambiente esterno. Situazione stagnante e desiderio represso di libertà. Forti condizionamenti dall’esterno e suggestionabilità, depressione e fuga dalla realtà.
I progetti sono sterili e inconcludenti, il consultante sta imboccando la strada sbagliata con dispendio di energie. Sul piano sentimentale: paura di impegnarsi sentimentalmente, solitudine affettiva, avventura senza seguito, superficialità, vita sessuale disordinata.
Può indicare una persona eccentrica, eccessivamente mutevole, irresponsabile, insicura, istrionica, narcisista.
Tempo: entro una settimana, il suo influsso però può svanire subito oppure durare a lungo. Pianeta: Urano (rappresenta l’imprevedibile, ciò che accade senza preavviso, la mancanza di schemi logici).
Il mago
Il Bagatto, detto anche il Mago, è la prima carta degli Arcani Maggiori.
Il Bagatto è il principio attivo, l’inizio del Grande Gioco della creazione, cioè l'essere umano che sulla terra, possedendo la scintilla divina, è in grado di fare, di sapere, di giocare.
La giovinezza del personaggio ci suggerisce l'inizio delle cose, il manifestarsi di tutte le possibilità. Ma il giovane è un principiante, una creatura piena di potenzialità, tutto è ancora da farsi. Il Bagatto è la carta dell’unità che deve scegliere un modo di agire.
Fermandosi al primo grado, si finisce per essere una creatura in perenne inizio, incapace di una scelta decisiva, con il rischio di bloccarsi ad un potenziale inesistente invece di raggiungere una realizzazione definitiva:
il grado “uno” ha bisogno di muovere un primo passo verso la realtà, questo primo passo corrisponde al grado “due” della numerologia. Quindi, per raggiungere la realizzazione il Bagatto deve passare attraverso l’iniziazione:
la prova è contenuta nel II Arcano la Papessa.
(Vedere sezione “Tarocchi e numerologia”).
Il Bagatto guarda a destra, dove se si dispongono le carte a cerchio, si trova il Matto: la potenza creatrice del Matto si esplica nel Bagatto. Se Il Matto è rappresentato dal disco vuoto dello zero “il Grande Tutto”, ponendo un punto centrale, che coagula il Tutto nell’Uno, all’interno del disco otteniamo il simbolo del Sole che rappresenta il Bagatto: tutte le possibilità infinite si determinano in un punto finito.
Il Bagatto nei Tarocchi di Marsiglia è rappresentato come un giocoliere, un prestigiatore, ad indicare che si giunge alla verità attraverso l’illusione.
Il suo abito è multicolore e simboleggia l'Uno che contiene tutte le possibilità future. Il suo cappello è a forma di otto e richiama alla mente il simbolo dell’infinito. Il colore verde dell'interno del cappello indica che la forza germinativa e creatrice si manifesta sul piano della coscienza. Inoltre, il colore verde ricorda anche che l'uomo che vuole conoscere deve accettare i poteri che gli derivano dalla natura. La cintura, simbolo di volontà, è doppia: il Bagatto è quindi in grado di esercitare la volontà sia sull’intelletto (parte superiore della cintura) sia sugli istinti (parte inferiore).
Il Bagatto è ritto sui propri piedi e si regge sulle gambe disposte a squadra, segno di equilibrio; dispone davanti a sé, sul tavolo, gli strumenti del suo gioco, che rappresentano le sue potenzialità. Gli elementi del suo gioco sono costituiti da: tre dadi, un coltello, un punteruolo che serve per scavare nella terra, delle misteriose palline rosse e d'oro, due coppe, una borsa. I tra dadi mostrano ciascuno tre facce: 1, 2 e 4, la cui somma dà 7. Sommando, quindi, il valore di ciascun dado otteniamo 21, il valore numerico più elevato degli Arcani Maggiori. Quindi si potrebbe dire che il Bagatto ha a disposizione l’intero Tarocco, e la sua realizzazione diviene completa nell’Arcano XXI il Mondo.
Inoltre, il Bagatto tiene tra le mani e sul tavolo tutti i semi degli Arcani Minori (un denaro, un bastone, una coppa e un coltello che simboleggia la spada). Possiede, quindi, tutte le forze che compongono l’Universo e può giocare con i quattro elementi: fuoco (Bastoni), acqua (Coppe), terra (Denari) e aria (Spade).
Il tavolo ha tre gambe, si può immaginare la quarta fuori campo, al di fuori della carta. Il tre è il numero dello Spirito.
A questo primo Arcano corrisponde la lettera ebraica Aleph, la nostra “A”, la prima lettera dell’alfabeto: l’inizio. L’analogia con l’Aleph è anche ideografica, è la disposizione delle braccia del Bagatto a ricordare la lettera.
La mano destra (che rimanda alla parte attiva, maschile e solare) è abbassata e regge una moneta, un disco d’oro: simbolo del Sole e dell’unità di tutte le cose; la mano sinistra (parte acquea, ricettiva e femminile) è alzata verso l’alto e regge una bacchetta simbolo di Potenza e Volontà. Il gesto delle braccia definisce l’alto e il basso, la destra e la sinistra, la polarità del Cosmo. Ma la bacchetta è anche tramite tra l’alto e il basso: per mezzo della bacchetta gli influssi dell’alto si concentrano verso il basso e dal basso risalgono in alto. Tra l’alto e il basso c’è quindi un passaggio di polarità scambievole. Ciò indica che nel momento della Creazione si attua il principio della Tavola di Smeraldo: “Ciò che è in basso è come ciò che è in alto e ciò che è in alto è come ciò che è in basso”.
Il Bagatto ha valore maschile perché l'Uno è numero dispari e come tutti i numeri dispari rappresenta la polarità Yang.
Alcuni cartomanti considerano il Bagatto la carta che rappresenta il consultante di ***** maschile.
Interpretazione carta al diritto:
Indica il principio di una nuova azione, un’impresa, un cambiamento. Se le carte vicine sono positive l’azione sarà costruttiva, se negative potrà trattarsi solo di un’intuizione non portata a termine, non realizzabile in un qualcosa di concreto. Il Bagatto è una carta che rimanda anche all’eloquenza, alla diplomazia, all’abilità e talento.
Dal punto di vista affettivo segnala l’inizio di un’amicizia o di un rapporto sentimentale destinato a diventare qualcosa di importante.
Dal punto di vista professionale indica l’inizio di un’attività con possibilità di soddisfazioni personali e buon guadagno o un cambiamento in positivo nell’ambito dell’attività che si sta svolgendo.
Il Bagatto può indicare un giovane dinamico, intraprendente e valido, di età inferiore ai trentacinque anni. Per la consultante può indicare anche il partner. Interpretazione carta al rovescio:
L’individuo non riesce a portare a termine i suoi progetti sia in ambito professionale che sentimentale. Può indicare difficoltà di apprendimento, apatia, mancanza di iniziativa o, al contrario, l’individuo intraprende troppi progetti contemporaneamente e nessuno viene portato a termine.
Può indicare un individuo troppo ambizioso e presuntuoso, un arrivista e un imbroglione.
Tempo: un qualcosa che avviene in tempi brevissimi ma che serve solo da impulso iniziale.
Stagione: la primavera. Pianeta: Mercurio.
La Papessa
Mentre Il Bagatto rappresenta la coscienza maschile, la Papessa rappresenta quella femminile: la coscienza del Bagatto rappresenta il principio maschile Yang, è solare, diretta e irradiante; la seconda femminile rappresenta il principio Yin, è lunare, magnetica, riflessa.
La Papessa, nei Tarocchi, viene rappresentata da una misteriosa donna incoronata con la tiara papale, seduta su un seggio imponente. Lo scranno sul quale siede è celato alla vista da un drappeggio che simboleggia la clausura nel tempio, convento o chiostro e che sembra proteggerla dalle insidie del mondo. Il drappo teso dietro di lei sembra anche nascondere il cielo e i misteri ai quali la Papessa ha accesso.
Alla Papessa è, infatti, collegata la seconda lettera dell’alfabeto ebraico, Beth, che vuol dire casa, tempio: essa è la donna, il santuario, la cavità della terra e del corpo che deve essere penetrata e fertilizzata dall’energia solare e maschile.
La Papessa tradizionalmente simboleggia la grande sacerdotessa, la maga, la dea, che rimane sulla soglia del tempio. Può rimandare a Iside, la dea egiziana del disco lunare, che riuscì a riportare alla luce Osiride, il dio solare suo sposo che era chiuso nel mondo sotterraneo presso le divinità della morte. E’ quindi Selene, la luna, il cui aspetto oscuro è rappresentato da Ecate, terribile dea dei morti invocata dalle streghe nelle cerimonie magiche. La Luna, infatti, ha due volti, uno oscuro e terrificante e uno luminoso e benefico: come la Natura ora è la Madre, ora è la divoratrice delle proprie creature. La Papessa richiama alla mente anche una qualsiasi Madonna Nera dell’iconografia cristiana.
Il drappo che avvolge la Papessa è di colore azzurro, ossia il colore della spiritualità, delle forze celesti; mentre nella veste che indossa prevale il colore rosso, ossia il colore dell’energia vitale, del sangue, del fuoco centrale che lentamente si manifesta, quasi come se il drappo azzurro dovesse aprirsi progressivamente come una porta. Ma per il momento ciò non accade: la forza del rosso che cerca di esprimersi non vi riesce, suggerendo così l’attesa: il drappo rimane teso dietro di lei e la Papessa rimane a guardia della porta del Tempio.
La Papessa è associata al Due, il primo dei numeri pari, non da intendersi come 1+1, ma come un valore puro: è la prima porta e il primo passaggio attraverso il quale l'Uno (il Bagatto) può penetrare per portare la luce fecondatrice e uscirne incoronato dopo aver illuminato l’interno e contemporaneamente esserne stato illuminato di riflesso proprio, come accade alla luna che non ha luce propria ma riflette quella del sole e riflettendola illumina le tenebre.
La Papessa rappresenta la notte primordiale fecondata dal Fiat emanato dal Centro, l'oscurità che si apre alla luce e l’accoglie nel suo grembo, diventando essa stessa materia della creazione. La Papessa, al contrario del Bagatto, è seduta come a simboleggiare la sua passività; accanto a lei si intravede un uovo, sembra sia covando. Il numero Due è un numero passivo e ricettivo, un numero che rimanda all’accumulo, in questo grado la materia è ancora inerte. Alla ricettività del Due segue l’attività del Tre (l’Imperatrice) che agisce in un’esplosione di creatività.
Le due bande che la Papessa porta incrociate sul petto indicano l’unione degli opposti, delle dualità con le sue contraddizioni: l’Uno si manifesta attraverso il Due quando crea tutti gli altri numeri, la Papessa è la linea orizzontale che viene dopo il punto, la materia primordiale sulla quale opera il Principio animandola, plasmandola e dandole la vita che risplende nel Tre. L'Uno, o principio maschile, deve passare attraverso il Due per manifestarsi sul piano della realtà come nuova unità o Figlio, ossia il Tre (che comprende nella propria unità sia l'Uno che il Due). In questo senso la Papessa è la matrice di tutte le cose, la madre di tutte le manifestazioni che nell’Arcano XXI, il Mondo, vedranno la luce su un piano superiore, così come il Bagatto ne è il padre, il principio. La Papessa è la Conoscenza, l'atto conoscitivo che è stato animato e messo in moto dall'Uno, mentre l'Imperatrice o Figlio è la Conoscenza in atto senza più dubbi, è la certezza. La Papessa è il dubbio fecondo, la notte primigenia, il potere oscuro della natura che una volta illuminato dà la conoscenza, essa rappresenta le forze inconsce, la Sostanza divina.
La Conoscenza viene rappresentata dal libro che la Papessa tiene sulle ginocchia, un libro che rimanda anche allo Studio. Si potrebbe anche pensare, visto che la Papessa non sta leggendo, che il libro non rappresenti altro che se stessa, in attesa che qualcuno venga a decifrarla e risvegliarla. L'essere umano, proprio come il Bagatto, deve avere il coraggio, la capacità, l'iniziativa, di entrare in contatto con lei per procedere nell'opera intrapresa.
Per l’uomo significa anche che la conoscenza di se stesso passa attraverso l’amore della donna, attraverso l’accettazione di essa come parte integrante del proprio essere.
Per la donna indica che le proprie potenzialità si manifestano attraverso la fecondazione spirituale da parte dell’uomo, così che dalla vergine ancora sterile si possa passare all’Imperatrice, la donna nel fulgore della potenza, la donna che ha conosciuto l’amore e splende in esso.
Alcuni cartomanti considerano la Papessa la carta che rappresenta la consultante di ***** femminile.
Interpretazione carta al diritto:La Papessa è una carta estremamente positiva, in quanto rappresenta la porta da superare per arrivare alla Verità. Il successo assicurato dalla carta, tuttavia, non riguarda tanto il piano materiale dell'esistenza, quanto piuttosto la crescita interiore e le questioni dello spirito.
La Papessa suggerisce la pazienza, invita a riflettere sulle cose, a procedere poco per volta, senza lasciare nulla al caso. La Papessa, infatti, è associata all’intuito ma, anche, alla deduzione e all’analisi del profondo, alla conoscenza di noi stessi e degli altri. Rimanda, anche, alla conoscenza di cose ignote e a segreti svelati.
Dal punto di vista sentimentale il rapporto di coppia è sereno, ma poco passionale; la Papessa può anche indicare sentimenti tenuti nascosti. Se il consultante è uomo la carta indica una donna che entra nella sua vita o che gli è vicina.
Dal punto di vista professionale bisogna ponderare bene le scelte e attendere il momento opportuno per agire; il successo nell’ambito lavorativo lo si otterrà con la dedizione e la costanza.
La Papessa può indicare una donna fredda che teme la sessualità e trova una giustificazione al proprio modo di essere in una morale o in un ideale religioso; il suo bisogno di purezza, però, ci può indicare anche una donna di grande statura spirituale, una donna saggia in grado di aiutarci e fornirci validi consigli. Per quanto riguarda l’età, si tratta di una donna sopra almeno i 35 anni, spesso anche più matura. Se il consultante è uomo può rappresentare anche la donna amata.
Interpretazione carta al rovescio:
E’ una carta molto forte, è quindi importante per l’interpretazione prestare molta attenzione alle carte vicine. Ci possono essere contrattempi non dipendenti dal soggetto; ci si inganna su qualcosa, si intraprendono strade sbagliate. Si è troppo passivi di fronte agli ostacoli; solitudine e isolamento scelto o subito. Prevale la superficialità nelle cose o la freddezza e l’insensibilità. Può indicare maldicenze, leggerezza nel tenere i segreti, chiacchiere, relazioni clandestine, tradimento. Dal punto di vista sentimentale si sta attraversando un periodo di crisi per mancanza di comunicazione, il partner si sente poco amato, prevale chiusura e freddezza nei rapporti. La Papessa al contrario può indicare anche una donna nemica che vuole ingannarci, una collega invidiosa, un rapporto conflittuale con la madre. Se la consultante è donna, può indicare la sua difficoltà ad accettarsi tale oppure una rivale in amore. Se il consultante è uomo, può indicare la paura sia delle donne in generale che verso una donna in particolare.
Tempo:
l’effetto della carta perdura abbastanza a lungo: da uno a tre mesi.
Pianeta:
Luna.
Ultima modifica di Aylaso_; 12-09-2011 alle 10:17Motivo: Aggiunta Spiegazioni
L’Imperatrice è rappresentata nei Tarocchi come una donna incoronata seduta su uno scranno, il suo volto è dolce e materno. Nella destra tiene stretto contro di sé uno scudo sul quale è raffigurato un uccello d'oro, un'aquila con le ali aperte nell'atto del volo; nella sinistra impugna uno scettro sormontato da un globo con la croce, il segno della Terra. La Natura non è più in potenza, ma è attuata: la materia della creazione, rappresentata dalla Papessa, è stata plasmata dal Bagatto secondo le leggi dello spirito. L’Imperatrice, rappresentata dal numero Tre, è il Figlio, il Verbo o lo Spirito fatto carne: la natura, adesso, si può manifestare in tutta la sua fecondità, in tutta la sua potenza generativa su ogni piano dell'essere.
L’Imperatrice è seduta, ma dietro di lei lo scranno è coperto da un drappo azzurro che ricorda nella sua forma delle ali. L’Imperatrice è, quindi, fissa ma volatile: rende volatile, cioè mobile, la materia per attuare tutte le possibilità che sono impresse in lei. Le ali, simbolo dell'aria e del piano mentale, alludono alla prontezza dell'intelletto e alla versatilità delle idee. Mentre la Papessa invita a entrare nel mondo della conoscenza, l’Imperatrice irradia ed emana intelligenza che agisce in tutti i campi, intelligenza che è veicolo dell’azione. Tuttavia, l’intelligenza che l’Imperatrice emana è innanzitutto al servizio della felicità terrestre; il globo con la croce che simboleggia la Terra la collega al mondo degli uomini. L’Imperatrice comprende perfettamente la vita concreta, ma questo è soltanto il frutto dell’intelligenza non dell’esperienza.
L’Imperatrice guarda a destra, verso l’azione e il futuro, mentre la Papessa guardava a sinistra, verso la ricezione e il passato. Alla ricettività del Due segue l’azione del Tre: le forze, le idee, i desideri e i sentimenti che la Papessa accumulava in vista dell’azione ora esplodono in uno scoppio creativo. L’Imperatrice è azione e movimento, rimanda all’energia dell’adolescenza, un’energia senza esperienza né finalità precise. Con l’Imperatrice si ha il passaggio dalla verginità alla creatività: l’uovo covato dalla Papessa ora si schiude alla vita. Però, per potersi realizzare il Tre deve passare al grado successivo, il Quattro, dove l’azione senza esperienza si consolida nella sicurezza, in tal modo la creatività dell’Imperatrice trova una stabilità materiale nella figura dell’Imperatore. Lo scettro col segno della Terra, simboleggiante il dominio sul mondo della natura, è tenuto dall’Imperatrice nella mano sinistra: l'azione è iniziata e si realizzerà in maniera più concreta nella carta seguente, l'Imperatore, che difatti tiene lo scettro nella destra.
Con la carta dell’Imperatrice il passaggio attraverso le contraddizioni, il dualismo e lo stato fluido dell'inconscio o lato oscuro di se è avvenuto. I due colori, rosso e blu, che ne compongono l'abito, stanno a indicare l'avvenuta unione degli opposti. L'Imperatrice è, quindi, anche la sintesi degli opposti, il dubbio del Due si scioglie nell'azione e la conoscenza diventa certezza, Fede. La Fede, una delle virtù teologali, era rappresentata nell'iconografia cristiana da una donna con uno scudo, perché la Fede costituisce un solido baluardo contro il dubbio che di volta in volta essa supera; questa rappresentazione ricorda quella dell’Imperatrice.
L'Imperatrice è la sacra prostituta che si trova all'interno del Tempio, mentre la Papessa era la Vergine sulla soglia, la guardiana dell'ingresso. Nelle antiche civiltà medio- orientali la prostituzione era praticata da sacerdotesse addestrate all'arte dell'amore fin da piccole: questo compito sacro aveva la funzione di rappresentare sul piano umano la qualità divina della fecondità: unendosi alle sacerdotesse ogni uomo ripeteva l'atto col quale Dio aveva creato il mondo, divenendo egli stesso Dio in quel momento. La Papessa, penetrata dall'energia solare e virile del Bagatto, diventa una donna completa capace di amore e comprensione, in grado di essere madre, di donarsi, e il suo splendore irradia verso l'esterno, il suo potere si estende sulla natura, diventando, così, Imperatrice.
Interpretazione carta al diritto:
L’Imperatrice è una carta forte in grado di influenzare positivamente le carte vicine.
La creatività dell’Imperatrice indica che un'opera già progettata o cominciata ha buoni presupposti di realizzarsi. Segnala la fine dei dubbi, la presenza di certezze, di idee giuste sulle persone e sulle cose. L’intelligenza viene sfruttata nelle sue armi: diplomazia, tatto e sensibilità. Rimanda al benessere interiore, alla benevolenza e all’amicizia leale. Dal punto di vista affettivo, una relazione sentimentale si va sviluppando positivamente, nella coppia regna la serenità e l’armonia, può nascere un’amicizia importante; se il consultante è uomo può indicare un incontro positivo con una donna attraente di grande fascino, se la consultante è donna può indicare una maternità. Dal punto di vista professionale il successo, grazie all’intelligenza e al metodo applicato al lavoro, si prefigura rapido; i meriti vengono riconosciuti, prestigio; indica realizzazione e forte soddisfazione derivante dal proprio lavoro, più che esclusivo successo economico; vi possono essere nuove iniziative professionali.
L’Imperatrice rievoca la creatività femminile: una donna piena di energia, calda e passionale, ma anche donna di potere, capace di pulsioni dominatrici. Può indicare una persona giovane, attraente ma soprattutto intelligente: la donna amata, la sorella, la giovane figlia giovane, un'amica; l’età è collocabile tra i 18 e i 35 anni. Interpretazione carta al rovescio:
L’Imperatrice anche se compare al rovescio non perde del tutto il suo aspetto creativo e benefico, ma gli effetti si faranno attendere. Esiste il pericolo di perdere di vista quello che si sta per realizzare, perdendosi nell’astratto. Di fronte ad un problema vi è la tendenza a tirarsi indietro, rifuggendo nella passività. L’energia femminile è per il momento bloccata, limitata nella sua espressività: prevale la malizia, la civetteria, la vanità e l’immaturità che, insieme alla superficialità, può portare a cacciarsi in piccoli guai.
Tempo: l'Imperatrice è mediamente veloce, da due settimane ad un mese, tuttavia il suo effetto si può estendere nel tempo, fino a 3 mesi. Stagione: la piena primavera. Pianeta: Venere.
L'Imperatore
L’Imperatore è l’arcano contrassegnato dal numero quattro, numero associato alla stabilità e al mondo finito: con l’Imperatore, la capacità di agire dell’Imperatrice, arcano tre, si concretizza in una realizzazione specifica, si incarna sulla terra. L’imperatore è il perfetto complemento dell’Imperatrice: se in lei l’intelligenza pura conduce alla saggezza, in lui la saggezza comanda l’intelligenza, al servizio dell’azione. Il quattro rimanda anche al tetragramma le quattro lettere ebraiche che compongono il nome divino: Yod, He, Vav, He. Nei Tarocchi di Marsiglia, l’Imperatore viene rappresentato da un uomo di rispettabile età, seduto su un trono. La sua barba e la sua lunga chioma simboleggiano la saggezza. Al collo indossa una catena d’oro a cui è appesa una medaglia su cui è disegnata una croce verde (il colore dei germogli, di ciò che è vitale e che ha forza di generare): essa rappresenta l’unione tra lo spazio orizzontale e il tempo verticale; l’Imperatore è totalmente concentrato nel qui e ora, in ciò consiste il suo modo di essere attivo. L’Imperatore è seduto, ma sembra in procinto di alzarsi: questo significa che mentre l’imperatrice è l’azione, l’imperatore ne è la realizzazione. Il trono molto elaborato indica il grado di raffinatezza della sua mente. Come l’Imperatrice porta una corona cerchiata di rosso, segno di energia, ma questa corona sembra scendergli sul collo quasi a proteggerlo. La testa dell’imperatore è coronata anche dall’intelligenza, simboleggiata dal giallo del copricapo. Le gambe incrociate disegnano un quadrato bianco che conferma il suo essere ancorato alla materia; la figura del quadrato, infatti, è simbolo della materia. Tra l'altro, la forma dell'Imperatore con le gambe incrociate ricorda anche il simbolo del fuoco, un triangolo con la croce sotto che è anche simbolo dello Zolfo.
L’Imperatore appoggia la mano sinistra alla cintura (doppia come quella del Bagatto), come a voler trattenere ogni impulso; anche le gambe incrociate sembrano indicare la stessa preoccupazione: l’Imperatore domina sul suo corpo, sulle sue passioni e sul suo intelletto e la realtà gli obbedisce.
L’Imperatore si preoccupa delle cose umane, non sembra attribuire altrettanta importanza alle cose intellettuali: per lui intelligenza e potere sono mezzi che bisogna saper mettere a profitto e utilizzare. Tuttavia, non si disinteressa delle questioni spirituali, simboleggiati dal blu dell’abito, ma l’intelligenza trionfa quando trova un campo in cui materializzarsi. Nelle sue vesti predomina anche il colore rosso: l’azione ha il sopravvento sulla riflessione o per lo meno questa deve sfociare in una realtà concreta. Il colore rosso rimanda, anche, a Marte, il pianeta guida dell’Imperatore, pianeta governatore dell’ariete che questo arcano rappresenta.
Il potere che esercita, però, non è soltanto materiale: sul braccio e sul copricapo si intravede un figura triangolare simbolo dello spirito che sta sopra il quadrato materiale disegnato dalle gambe. Inoltre, lo scettro e il trono,come per l’Imperatrice, sono simboli del potere, del comando ma anche della spiritualità.
L’imperatore, con il viso di profilo, guarda in direzione dell’Imperatrice. Proprio come l’Imperatrice, l’Imperatore impugna lo scettro con il simbolo della Terra sul quale poggia la croce dei quattro elementi: Terra, Acqua, Aria, Fuoco. La carta indica, quindi, la padronanza della natura e dei quattro elementi che la compongono, insieme a tutti i regni della natura: l'uomo diventa, così, re del creato, l'Imperatore. Se il Bagatto era il Fuoco, la Papessa l'Acqua, l'Imperatrice l'Aria, l'Imperatore è la Terra. Tuttavia, pur rappresentando uno dei quattro elementi, allo stesso tempo li concentra tutti nella sua quaternità: per realizzarsi, lo spirito deve, infatti, penetrare negli elementi che compongono il reale. La croce sullo scettro indica anche che è avvenuta l'unione del femminile ricettivo, latente e lunare col maschile attivo, manifesto, solare. Cioè l'Uno, dopo essersi scisso in Due e riunito nel Tre si realizza in un'altra dimensione, quella della solidità, nel Quattro.
Lo scettro rappresenta il dominio sulle cose del mondo e se con l'Imperatrice, che lo reggeva con la mano sinistra, questo dominio era ancora fluido e istintivo, non ben determinato entro uno specifico campo d'azione, qui lo scettro viene impugnato dall’Imperatore con la mano destra, la parte solare e maschile (la via secca di cui parlano gli alchimisti), che incanala e coagula in un punto, in un'azione che si realizza concretamente nella realtà quotidiana, tutte le potenze fluide, sparse e circolanti; dallo stato volatile dell’Imperatrice si passa allo stato solido dell’Imperatore. Sia lo scudo dell’Imperatrice, tenuto stretto a sé con la mano destra, sia quello dell’Imperatore, poggiato a terra accanto al trono, raffigurano un’ aquila. L’aquila dello stemma dell’Imperatore guarda in direzione opposta rispetto all’aquila dell’Imperatrice, come a creare un equilibrio. Nei tarocchi restaurati di Jodorowskj, l’aquila sta covando un uovo, dettaglio fondamentale per comprendere questo arcano: così come l’Imperatrice ha un nucleo maschile nella sua femminilità (l’aquila dell’Imperatrice era di ***** maschile), l’Imperatore è accompagnato da un’aquila femminile in piena cova, che ricorda la Papessa. L'Imperatore agisce sulla Terra con animo puro, il suo dominio non è dominio bruto, oppressione, ma agisce entro e sulle cose del mondo in base a un principio superiore che deve necessariamente essere realizzato nel concreto perché questo è il campo di azione degli esseri umani.
Interpretazione carta al diritto:
La figura dell'Imperatore rappresenta la solidità nei suoi aspetti positivi e negativi. Questa carta è quasi sempre benefica, a patto di vivere nella pienezza del nostro tempo terrestre, senza cercare compensazioni spirituali. Rimanda a progetti con solide basi che avranno garanzia di riuscita, al benessere fisico e materiali, ottenuto attraverso il lavoro e lo sforzo.
Dal punto di vista affettivo indica: solidi legami d'amicizia, matrimoni solidi, un partner maschile stabile protettivo. Dal punto di vista professionale: realizzazione di progetti, successo nel mondo del lavoro e anche buone entrate economiche. L’Imperatore rappresenta un uomo forte e protettivo, sia si tratti del compagno, del padre o di un amico. Si tratta in genere di un uomo maturo, oltre i quarant’anni. Interpretazione carta al rovescio:
Rimanda all’abuso di potere o, al contrario, al timore dell’autorità. Le realizzazioni incontrano ostacoli, determinati soprattutto da una scarsa motivazione ad agire e da una mancanza di determinazione. Dal punto di vista sentimentale l’Imperatore al rovescio determina problemi affettivi: l’unione è poco solida e il partner tende a prevaricare. Può rappresentare una persona arrogante, dispotica ed egoista.
Tempo: tempi medi (da un mese ad un mese e mezzo), gli effetti della carta perdurano a lungo, oltre i tre mesi. Pianeta: Marte.
Il Papa
Il Papa, il quinto arcano, rappresenta un ponte tra il mondo terreno e il mondo spirituale. Infatti, il Cinque è un numero di passaggio: introduce un ideale che sconvolge la stabilità del Quattro per superarlo. Il Papa fa ,quindi, un passo in avanti rispetto alle lame precedenti: dopo l’accumulo della Papessa che prepara la nascita, l’esplosione senza obiettivo dell’Imperatrice e la stabilità dell’Imperatore, il Papa, pur restando nella materia, indica un cammino verso la dimensione ideale. Il Cinque, il Papa, è l'Uno che ha inglobato la quaternità, è 4 + 1: la quaternità unificata da una unità di un'altra dimensione, lo spirito che domina gli elementi. Il Papa percepisce Dio, i messaggi provenienti dall'alto, percepisce il mondo super-naturale, rappresentando il punto di contatto fra i due mondi. La spalliera del trono su cui è seduto il Papa, è composta da sbarre come una scala: sembra unire gradino per gradino il corpo e lo spirito. Il Papa, infatti, unisce il cielo e la terra: è ricettivo verso l’alto e attivo verso il basso, quello che riceve dall’alto lo trasmette verso il basso, ai suoi discepoli e, nello stesso tempo, trasmette all’alto le preghiere di quest’ultimi. Il Papa rappresenta il punto di incontro degli opposti, la quintessenza, il punto centrale della croce che unisce alto e basso, destra e sinistra, il punto da cui parte l'irradiazione che permette di uscire dalla staticità del cubo per arrivare a una quinta dimensione non calcolata, ma presente e attiva.
Il Papa rappresenta la saggezza e l'esperienza che agiscono nel temporale, la vita religiosa e spirituale in ciò ch'essa può avere contemporaneamente di universale e di presente nel quotidiano. Indossa, come l'Imperatore una veste in cui predomina il blu, ricoperta da un manto rosso: il pensiero e l'intelligenza sono diretti verso l'azione. Come la Papessa, anche lui conosce i segreti, ma non ha bisogno del libro che la Papessa tiene in mano. Inoltre, a differenza della Papessa, comunica quelle che sa, porta la buona parola. Infatti, nei tarocchi di Marsiglia, il Papa è il primo arcano in cui l’essere umano non è rappresentato da solo, ma accompagnato da due discepoli. Finora i personaggi erano rappresentati soli o accompagnati da animali, simboli delle loro forze istintive o spirituali.
Il Papa non esisterebbe senza i suoi discepoli, ma è un grado sopra di loro: la sua statura è sproporzionata in rapporto a quella dei discepoli, semplici mortali. Con la mano destra, benedice i due monaci inginocchiati davanti a lui, unendo l’indice e il medio (intelletto e cuore); con la mano sinistra, infilata in un guanto azzurro, tiene alto il pastorale. L’azzurro del guanto è segno di un’estrema ricettività spirituale nell’azione e il guanto rimanda alla tradizione religiosa cristiana secondo cui la mano guantata del cardinale non era più di sua appartenenza ma diventava uno strumento della volontà divina. Inoltre, la mano guantata indica anche che la potenza spirituale deve essere nascosta agli occhi della gente, che può vederne solo il gesto di benedizione, gli effetti. Le mani sono segnate da una croce, simbolo del suo agire sacro e disinteressato. Il pastorale è costituito da una croce con tre braccia orizzontali attraversate da una quarta che ne costituisce l'asse e l'impugnatura: l'unione degli opposti avviene nei quattro regni della natura (acqua, aria, terra, fuoco) e sui tre piani dell'essere (materiale, intellettuale, spirituale).
I due monaci, che possono simboleggiare entrambe le polarità dell'essere o entrambi i lati o aspetti di una contraddizione, sono inginocchiati davanti al Papa, per ascoltarne le parole e riceverne la benedizione. Di fronte ai due monaci il Papa rappresenta l'unità: i due poli della contraddizione sono riuniti dallo Spirito. Il Papa guarda nella direzione del monaco di destra e il suo pastorale sfiora il capo di quest’ultimo: si può pensare anche ai due monaci come alle due vie della conoscenza alchemica. Il monaco di sinistra simboleggerebbe “la Via secca”, dello studio e della fatica; quello di destra “la Via umida”, quella dell’illuminazione, della rivelazione e ricezione immediata.
Interpretazione carta al diritto:
il Papa rimanda a un'autorità benevola e indulgente, a una protezione, a una forza morale in grado di sciogliere ogni dubbio. La carta indica anche rispetto delle tradizioni, integrità morale, saggezza. Dal punto di vista affettivo indica un sentimento profondo: ciò che lega i due partner, più che la passione, è l’affinità spirituale; indica anche una relazione seria, caratterizzata dalla fedeltà. Dal punto di vista professionale, poiché il Papa rappresenta il culmine della gerarchia ecclesiastica, indica una posizione invidiabile nel mondo lavorativo e, quindi, possibilità di fare carriera. Come l’Imperatore, indica generalmente una persona di ***** maschile, a meno che l’interpretazione non faccia riferimento a qualità morali.
Di solito indica un uomo di età matura, autorevole, capace di comprendere e dare buoni consigli; si può trattare del partner, di un padre tenero e protettivo, di una guida, di un parente stretto, in particolare uno zio o un nonno.
Interpretazione carta al rovescio: la carta assume al rovescio un forte peso negativo,la fede viene meno e la serena saggezza del Papa diventa incapacità di mettersi in discussione e di assumersi le proprie responsabilità. La risposta alla domanda fatta sarà negativa.
Sul piano affettivo si è incapaci di dare e di ricevere amore, nella coppia possono esserci gravi incomprensioni, dovute dall'orgoglio e all'incapacità di riconoscere i propri torti. Sul piano professionale indica la fine di una carriera che si prefigurava brillante
Rimanda ad una persona matura falsa e meschina, un nemico o un rivale non dichiarato, oppure un individuo fanatico e bigotto. Tempo: il Papa è un arcano dai tempi veloci (fino ad un massimo di quindici giorni) ma la sua influenza è breve (massimo un mese). Pianeta: Giove.
Secondo alcuni autori, con il sesto arcano entriamo nel secondo gruppo degli Arcani Maggiori: nel primo gruppo l’uomo (il Bagatto) veniva iniziato alle forze che governano il mondo: l’armonia (la Papessa), l’intelletto (l’Imperatrice), l’azione (l’Imperatore) e la sintesi (il Papa); nel secondo gruppo l’uomo entra a far parte del mondo cosciente, ossia l’uomo deve effettuare scelte personali.
L’Innamorato è una delle carte più ambigue dei Tarocchi e una delle peggio interpretate. Il Sei, nella numerologia, simboleggia il piacere, la bellezza, tutto ciò che supera le considerazioni materiali, rappresenta il momento in cui, al di là dei bisogni materiali, si osa fare quello che si vuole davvero, ciò che piace. La tonalità predominante in questa carta ha a che fare con la vita emozionale.
L’Innamorato è il primo arcano in cui abbiamo più personaggi che compaiono allo stesso livello (i discepoli del Papa erano più piccoli di lui e comparivano di spalle), è quindi una carta di relazione che rappresenta l’inizio della vita sociale.
L'immagine dell’arcano, nei tarocchi di Marsiglia, è divisa in due scene. In basso, un giovane che ha le gambe nude (simbolo di gioventù e quindi di inesperienza), è circondato da due donne. La prima, alla sua sinistra, è bionda e giovane, indossa una tunica in cui prevale il blu e l’azzurro. Con la mano sinistra tocca il cuore dell'uomo, tutto nel suo atteggiamento indica la dolcezza, la purezza, l'amore e l'abbandono. La seconda donna, alla sua destra, ha un aspetto più maturo e meno seducente (il naso è pronunciato e gli angoli della bocca sono piegati verso il basso), osserva ricambiata il giovane, il quale ha tuttavia un gesto di ritegno e porta la mano alla cintura. La donna è vestita con un abito in cui predomina il rosso (simbolo di energia, di desiderio) e cerca di attirare il giovane verso di sé afferrandolo con la mano sinistra per una spalla, la sua mano destra è rivolta verso il suolo, come ad offrirgli i beni di questa terra. Le relazioni tra i tre personaggi sono estremamente ambigue e si prestano a molteplici interpretazioni: ci si potrebbe vedere un giovane che presenta alla madre la propria fidanzata oppure una donna che scopre il proprio marito insieme all’amante… Secondo l’interpretazione tradizionale, il giovane sembra esitare tra le due donne che rappresentano rispettivamente l'amore puro e platonico (donna alla sinistra) e l'amore cosciente e attivo (donna alla destra). Alcuni autori, tra cui O. Wirth, parlano di esitazione tra virtù e vizio, ma nulla indica che una delle due donne sia cattiva, che una delle due vie che gli vengono proposte sia nefasta. Altri autori ritengono che la donna alla destra del giovane, il cui viso è mascolino, rappresenti la polarità maschile che sospinge il giovane verso la donna di sinistra, ossia la donna amata che rappresenta la polarità femminile. L'accettazione del lato sinistro operata dal Papa qui diventa innamoramento, cioè un’unione senza più contraddizione tra la polarità femminile/ricettiva e la polarità maschile/attiva (rappresentata dall’unione tra la donna e l’uomo), unione anche tra il volere e il poter agire. Sul piano simbolico i tre personaggi possono rappresentare anche le tre istanze dell’essere umano: l’intelletto, il centro emozionale e il centro sessuale che si uniscono.
La seconda scena si svolge sopra le loro teste. Questa è anche la prima carta dei Tarocchi in cui appare un intervento superiore, qualcosa che viene dall'alto e che irraggia sull'essere umano ormai trasformato e purificato: un angioletto, Cupido, emerge dal sole (sole che si ritrova anche nel colore dei capelli dei personaggi). Il sole è enorme, bianco, con raggi gialli e rossi, simbolo, allo stesso tempo, di purezza e fonte di energia, che mescola l’azione al lato spirituale e a quello fisico. Il cupido è nudo, color carne, e simboleggia l'amore umano. La freccia è orientata verso la mano della fanciulla di sinistra.
L'Innamorato esprime dunque una scelta difficile, una prova: la scelta è innanzitutto una scelta interiore che rimanda all'ambivalenza e all'indecisione dovuta alla mancanza di esperienza.
La carta ha valenza pari e quindi suggerisce dubbio, scelta; ma, nello stesso tempo, esprime sintesi, collegamento, unione, quindi ha anche una valenza solare. In essa si manifesta il destino dell'uomo come vocazione e adesione. La carta rimanda all’unione di Cielo e Terra, fuoco celeste e fuoco terrestre, triangolo d'acqua e triangolo di fuoco; la loro unione è dovuta al fatto che essi sono una cosa sola e soltanto in questo momento tale verità viene vissuta concretamente come una scelta. Può trattarsi di una scelta di vita, esistenziale, di una scelta tra un modo di essere e un altro, tra una donna e un'altra, tra un uomo e un altro, tra il bene e il male (o ciò che si ritiene tale), tra l'amore e la solitudine, eccetera.
La sesta carta dei Tarocchi è talvolta indicata dal Sigillo di Salomone, la stella a sei punte formata da due triangoli intrecciati: uno con la punta rivolta verso l'alto, il triangolo di Fuoco, e l'altro con la punta verso il basso, il triangolo d'Acqua. Difatti l'Innamorato rappresenta l'equilibrio magico tra i due Tre, cioè tra due irradiazioni opposte e tuttavia unite perché complementari. L’Innamorato rappresenta, quindi, l'unione, la combinazione, l'attrazione, il compenetrarsi degli opposti. Gli opposti però ci sono e attraggono in due direzioni, cosicché l'essere umano risulta scisso, spaccato in due, talvolta sofferente in questa contraddizione. Lo scoccare della freccia di Cupido fa sì che l'essere umano aderisca alla scelta e il Due diventa Uno, i due Tre diventano un Sei. L'innamorato perciò rappresenta l'Amore, il legame tra Dio e il creato come tra la creatura e il creatore, tra l'interno e l'esterno, tra l'Alto e il Basso: l'amore è la forza potente che muove l'essere umano al suo destino in base a una scelta che proviene dal cuore e che nello stesso tempo è un dono fatto da Dio agli uomini per perfezionare ciò che la natura ha lasciato imperfetto. Infatti, la carta rappresenta il libero arbitrio, la scelta, la coincidenza tra scelta umana e divina.
Interpretazione carta al diritto:
L’Innamorato, più che una carta che rimanda all’amore, ad esclusione di casi particolari in cui le carte vicine lo confermano, è una carta che rimanda ad una scelta affettiva, all’attesa, a rapporti, quindi, che sono ancora in formazione. Il consultante si trova di fronte a una decisione importante, ma si tratterà di una scelta libera, da compiere in tutta calma, senza pressioni esterne e che, in ogni caso, si rivelerà vincente. Nel momento della scelta è importante affidarsi al sesto senso, all’intuizione, al cuore, cui la carta fa riferimento. Dal punto di vista affettivo rimanda a una fase di infatuazione, contrassegnata da scelte e progetti che coinvolgono un'altra persona; può anche trattarsi di una decisione difficile ma necessaria per mettere fine a uno stato di confusione sentimentale, quindi una scelta fra due persone. Dal punto di vista professionale rimanda all’arte, alla fantasia, a buone idee che devono essere messe in pratica, a una scelta importante da effettuarsi nell’ambito lavorativo che riguarda le proprie aspirazioni.
Rimanda anche a una persona volubile, indecisa ma, in fondo, buona e generosa; può riferirsi a un artista, a una persona creativa ed originale. Può indicare il consultante stesso durante la fase dell’infatuazione oppure un giovane innamorato di età inferiore ai trent'anni. Interpretazione carta al rovescio: Il Carro è l’arcano numero sette, il numero primo più alto, divisibile solo per se stesso, il più attivo dei numeri dispari. Il Sette rappresenta, dunque, l’azione per eccellenza, a tutti i livelli: su se stessi e sul mondo. A differenza dell’Imperatrice, arcano numero tre, l’azione del Carro è più matura, in quanto basata sull’esperienza accumulata dagli Arcani precedenti, e si propone un obiettivo. Quando l'Arcano si presenta capovolto, il dubbio si trasforma in una scelta difficile, non priva di contraddizioni e ripensamenti. Il consultante rischia di percorrere la via sbagliata, priva di sbocchi. Prevale l’indecisione, l’incapacità a scelta, scegliere, l’apatia, un blocco emotivo. Dubbi, esitazioni, incertezze portano a rimandare all'infinito una soluzione necessaria. Inoltre si presta ad interpretazioni riguardanti l'egoismo, alla centralizzazione, imposizione delle proprie scelte come oro colato, volontà di determinazione e di giudizio sulle decisioni altrui, ingannevole convinzione di non sbagliare mai le proprie scelte.
Sul piano affettivo rimanda a una decisione errata che rischia di incrinare un rapporto armonioso. Anche sul piano professionale una decisione errata può causare danni. Può rappresentare una persona inaffidabile, doppia, falsa; anche un partner coinvolto solo superficialmente.
Tempo:
da quindici giorni fino a tre mesi, anche per la sua durata.
Il Carro
Nei tarocchi di Marsiglia, il soggetto della carta è rappresentato da tre elementi: due cavalli, un veicolo e il suo conducente; il nome della carta non allude al personaggio, come era accaduto finora, ma allude al veicolo.
Il conducente è rappresentato da un giovane uomo in cui potremmo riconoscere un principe o un re, dal momento che porta la corona. Il giovane re ha un’espressione nobile e virile, guida con sicurezza il cocchio, non gli è necessario tenere i cavalli con le briglie: è un conquistatore nato e manifesta tutta la sicurezza di chi ha combattuto e vinto superando ostacoli di ogni tipo. La sua armatura rifulge di colori brillanti e tutta la sua figura emana luminosità, simboleggiante la piena vittoria. Il Sette, infatti, numero di buon auspicio e sacro sin dall’antichità (il Sette è dato dai tre piani dell’essere più i quattro elementi), è il numero del compimento, dell'interezza di una serie: sette sono, non casualmente, i giorni della settimana, le virtù, i vizi capitali, le note musicali, i colori dell'arcobaleno, i tradizionali pianeti dell'astrologia. La figura sul carro può rimandare all'eroe dalle gambe nude della carta precedente, l’Innamorato, che armatosi contro le difficoltà ora procede dominandole dall'alto, cioè da una posizione che gli permette di vedere la direzione della meta e quindi di guidare il suo veicolo senza identificarsi con un lato o l'altro del dilemma, ma dominando entrambi da un punto di vista superiore e centrale rispetto alla dualità delle cose.
Possiamo vedere il lui anche la figura dell'Imperatore che, scelta la via del successo, inizia a percorrerla. Il conducente del Carro porta il suo scettro nella mano destra, senza stringerlo come faceva l'Imperatore, ma con una scioltezza che indica il sicuro dominio della situazione.
Il carro ha forma di quadrato, è color rosa carne e affonda nella terra: è, quindi, ancora legato alla realizzazione materiale. Il giovane re trae dal cubo la sua potenza solare, attiva, destra; il cubo è stato preliminarmente purificato e ora è fornito di ruote per il movimento. La realizzazione concreta dell'Imperatore, qui si mette in moto rompendo la staticità inerte della pietra, iniziando una trasformazione sul piano dell'azione nel mondo. Decisa la linea d'azione, con l’arcano dell’Innamorato, ora, con il Carro si inizia a percorrerla.
Sulle spalle del giovane vediamo due maschere a forma di luna, la duplice natura lunare è stata trasformata in un’unica forza. Le due maschere potrebbero rappresentare anche il passato e il futuro, il positivo e il negativo: il condottiero del Carro agisce, infatti, nel pieno del presente, aperto al passato e al futuro, alla luce e all’ombra.
Il condottiero ci ricorda il Sagittario, infatti dell’uomo vediamo solo la metà al di sopra della cintura: la sua parte inferiore del corpo sembra equina; infatti, i due cavalli sembrano far parte del suo corpo perché tutti e tre scaturiscono dal carro.
I due cavalli rappresentano le forze vitali, animali, istintive, quelle che tirano il carro rompendo la forza d'inerzia. Gli istinti o le forze dell’inconscio ora sono al servizio del giovane che le ha vinte aggiogandole al suo carro. Naturalmente esse non hanno perso nulla della loro natura selvaggia e animalesca, che anzi risalta proprio con la loro raffigurazione sotto aspetto di animali, proprio come nella raffigurazione del cane che spinge in avanti il Matto.
Il cavallo che tira verso sinistra il carro ha un occhio chiuso e lunghe ciglia, rimandandoci così alla polarità femminile; l’altro cavallo, che tira verso destra, ci rimanda invece alla polarità maschile. I due animali rappresentano, quindi, i due aspetti della contraddizione, due forze repulsive: Acqua e Fuoco, Ying e Yang. Esse, però, appartengono alla stessa natura perché entrambe scaturiscono dal Carro, entro il quale sta la parte posteriore dei cavalli a noi invisibile. Questi due principi, benché uniti, sono di natura opposta: l'aspetto contraddittorio è mostrato dal fatto che i due cavalli tirano in direzione opposte. Hanno però una meta in comune poiché come il guidatore guardano verso destra. L'unità di intenti e di direzione dà, quindi, a tutti gli elementi del composto una unità. La situazione è di equilibrio: un equilibrio dato dal movimento e un movimento dato dall'equilibrio che è dinamico e non statico, quasi a ricordare il senso segreto dell'I King: "L'esistenza si edifica sul mutamento". L'importante è che il Carro proceda e che la direzione sia unitaria: tutti gli elementi del composto devono andare incontro allo stesso processo di trasformazione. Il Carro indica, quindi, lo stato di colui che riesce a dominare il settenario in tutte le sue forme e manifestazioni, su tutti i piani dell'essere e nel suo aspetto contraddittorio allo scopo di servirsene per andare avanti.
Insieme ai cavalli, il giovane re forma una figura triangolare, mentre il carro ha la forma del quadrato. Si ha, quindi, un triangolo nel quadrato, rappresentazione dello spirito nella materia. Il Carro rievoca, così, la ricerca alchemica: la materializzazione dello spirito e la spiritualizzazione della materia. Si potrebbe dire in quest’ottica che il carro rappresenti il corpo, i cavalli l’energia e il personaggio lo spirito.
II carro è sormontato da un baldacchino, sorretto da quattro colonne. Il baldacchino è una sorta di velo che chiude l’orizzonte del cielo; sarà la Stella, arcano XVII, a sollevare quel velo; le dodici stelle rappresentate sul drappo del baldacchino ci rimandano alle forze cosmiche. Le quattro colonne sorreggono il baldacchino quasi a dire che l'Alto, nel senso della dimensione superumana, è già penetrato e unito con il Basso, e dal Centro di questa unione viene la direzione che il Carro percorre. Infatti, le quattro colonne sono appaiate a due a due: la stessa unità contraddittoria espressa dai cavalli ritorna a confermare la corrispondenza Alto-Basso che bisogna sempre tenere presente. Le quattro colonne rappresentano anche i quattro elementi che formano il cubo.
Sul carro, al centro del blasone, è rappresentata una goccia verde. Secondo alcune leggende, fra tutte le cellule mortali del corpo umano, ne esiste una soltanto in grado di sopravvivere alla morte fisica. Il Carro ricorda in questa goccia verde la nostra speranza di immortalità: inserisce nella materia una coscienza impersonale.
Interpretazione carta al diritto:
E’ la carta del trionfo e del successo, soprattutto in campo sociale. Indica che una questione si risolverà nel modo migliore. Il successo è determinato dalle azioni dell’individuo, non dal Fato.
Rimanda anche alla consapevolezza, alla stabilità emotiva, alla fiducia in se stessi, all’autocontrollo e a un grande intuito.
Può indicare anche un viaggio o l’arrivo di una persona da lontano.
Dal punto di vista affettivo, un rapporto sentimentale è in stadio di grande sviluppo positivo.
Dal punto di vista professionale, rimanda ad una posizione invidiabile, a successi, avanzamenti di carriera.
Può rappresentare una persona straniera particolarmente benevola nei confronti del consultante; un amante dalla forte sessualità. Si tratta generalmente di una persona di ***** maschile, di età compresa tra i quaranta e sessant'anni, molto sicura di sé, combattiva ed idealista, dotata di iniziativa. Interpretazione carta al rovescio:
La carta essendo così forte e dinamica inverte o esaspera, se capovolta, tutti i suoi buoni auspici.
Tuttavia, il suo aspetto attivo non è del tutto colpito, per cui ci si rimetterà brevemente in sesto, soprattutto se circondata da carte positive. La vittoria può tramutarsi in sconfitta, può esserci un periodo di stallo, un’incapacità di agire creativamente e costruttivamente.Un viaggio può andare male o essere rimandato.
Dal punto di vista affettivo si vive l'amore in maniera egoistica con la tendenza a dominare il partner oppure ci si fa trascinare dai sentimenti, senza avere una visione lucida delle cose.
Dal punto di vista professionale possono esserci difficoltà causati da errori o dal temperamento troppo aggressivo del consultante, intollerante agli ordini dei superiori.
Può rappresentare anche una persona dall’ambizione eccessiva con una volontà impositiva oppure, se le carte che circondano il Carro capovolto sono deboli, una persona inconcludente, priva di ideali, che vive alla giornata. Tempo: il Carro è molto veloce (massimo una settimana), ma anche i suoi effetti sono brevi ( non più di due mesi).
La Giustizia è l’arcano numero otto. L’Otto è l’apice dei numeri pari: dopo l’accumulo del Due (la Papessa), l’insediamento stabile del Quattro (l’Imperatore), la scoperta del piacere del Sei (l’Innamorato), la Giustizia raggiunge uno stato in cui non c’è nulla da togliere o aggiungere. L’Otto, nei numeri arabi è raffigurato da due cerchi sovrapposti ( “8” ) e rappresenta la perfezione in cielo e terra : è il doppio di 4, ossia un doppio quadrato, indica quindi stabilità nel mondo materiale e nel mondo spirituale; essendo divisibile per 2 e per 4, rappresenta il numero della stabilità e dell'eternità, la perfezione ottenuta grazie al perfetto equilibrio degli opposti. L'equilibrio dinamico del Sette si trasforma in un equilibrio stabile: davanti al Carro si apre una porta e la Giustizia è sulla soglia. Pianeta: Mercurio.
La Giustizia
Nei tarocchi di Marsiglia la Giustizia è rappresentata da una donna seduta solennemente su un trono di fronte a noi; è la prima figura che guarda davanti a sé, come successivamente farà la sfinge della Ruota della Fortuna (Arcano X), l'Appeso (Arcano XII), il Diavolo (Arcano XV) e l'angelo del Giudizio (Arcano XX). Ci invita, quindi, guardandoci, a fare un’introspezione in noi stessi. Questo Arcano si allontana, così, dalla rappresentazioni tradizionali della Giustizia con gli occhi chiusi: il suo sguardo incontra il nostro, ci spinge a una valutazione sincera: rendiamo giustizia a noi stessi? Siamo misericordiosi verso noi stessi e gli altri?
La Giustizia è seduta sul trono, come in un atteggiamento di passività, porta tuttavia una collana d'oro a torciglione che forma col sottile collare una mezzaluna tagliata in due da un piccolo tratto verticale. La natura lunare, passiva, separatrice del Due ha assunto qui un carattere solare: sotto il collo della Giustizia la luna è rossa, colore dell’azione.
La Giustizia, con la mano destra, impugna una spada a doppio taglio, altro elemento che differisce dall’immagine tradizionale della Giustizia, normalmente rappresentata da una donna che tiene in mano solamente una bilancia. La spada è il simbolo dell’azione, del potere di discernere il giusto dall'ingiusto, ma è anche rivolta verso il cielo, come per captare le forze celesti, oltre a essere un segno di minaccia e punizione. Infatti, la spada e la bilancia sono due simboli che rappresentano due differenti modi di intendere la giustizia: essa è molto difficile da amministrare, perché non esiste giustizia senza punizione e la punizione perde il suo significato senza la giustizia.
La donna, come da tradizione, regge con la mano sinistra una bilancia con la quale si misurano i pesi e si stabiliscono le misure, evitando, in tal modo, un eccesso di indulgenza così come un eccesso di rigore. La Giustizia sembra, così, portarci a riequilibrare la nostra vita, tuttavia equilibrio e perfezione non sono sinonimo di simmetria. Così come i costruttori delle cattedrali rifiutavano la simmetria ritenendola un qualcosa di diabolico, la carta della Giustizia è strutturata in modo asimmetrico: la colonna destra del trono è più alta di quella di sinistra, i piatti della bilancia non sono perfettamente allineati in orizzontale, la spada non è parallela alla colonna del trono.
Inoltre, se si osserva il movimento della bilancia, si vede che la Giustizia lo condiziona con il gomito di destra e il ginocchio di sinistra. La prima cosa a cui questo gesto fa pensare è a un segno di ingiustizia, ma con questo gesto la Giustizia ci invita a non cadere nel perfezionismo: segno di immobilità, insuperabilità e quindi morte. Inoltre, si può anche vedere nella disuguaglianza tra i due piatti, l’instabilità tipica della natura, non a caso, nella veste della Giustizia predomina il colore verde. Secondo queste seconda interpretazioni, la Giustizia è profondamente umana, la veste che affonda nella terra la lega al nostro mondo; tuttavia possiede anche un punto d’incontro tra divino e umano: sulla corona è raffigurato un cerchio giallo circondato di rosso, una sorta di terzo occhio, che indica che il suo operare avviene in base a un’intelligenza superiore.
La spada è impugnata dalla mano destra (simbolo solare, maschile e attivo) ad indicare che il taglio deve essere fatto con rigore e decisione virile, mentre la bilancia è retta dalla mano sinistra (simbolo lunare, femminile e ricettivo), quindi il soppesare gli opposti deve essere fatto con dolcezza ed equità. Anche la spada e la bilancia stessi sono simboli di attività e ricettività, di polarità maschile e femminile, di opposti che la Giustizia riunifica. Il messaggio di unità che la Giustizia trasmette si può anche vedere nel gesto che la donna fa con la mano sinistra, un “mudra” in cui le quattro dita della mano, simboleggianti le quattro istanze dell’essere umano (pensieri, emozioni, desideri, necessità fisiche), si congiungono nel pollice.
Le colonne ai lati del trono su cui siede la Giustizia ricordano quelle della Papessa e del Papa perché come loro la Giustizia rappresenta un passaggio. Il passaggio, tuttavia, è vigilato: c'è una spada che minaccia e c'è la spalliera del trono, a forma di mezzaluna, che ne impedisce l’accesso. Facendo riferimento all’Alchimia, i due piatti della bilancia, a forma di mezzelune d'oro, contengono un composto aureo ancora impuro (ha nel suo interno particelle nere). Ciò potrebbe significare che la coscienza solare risvegliata rende responsabili di ogni parola e di ogni azione, perciò bisogna pesare accuratamente il pro e il contro di ogni questione, bisogna trovare la giusta misura tra gli elementi che formano il composto per aumentare ciò che è carente e tagliare ciò che è in eccesso. Può indicare la necessità del perdono e della conciliazione come quella di un taglio netto in cui il superfluo deve essere abbandonato.
Le energie in movimento nel Sette si coagulano nell'Otto, un numero statico, tradizionalmente riservato alla morte, formato da 4 + 4: una doppia solidità, una doppia realizzazione; l’otto è un numero importante anche per l'Astrologia: infatti la Casa VIII, sede dello Scorpione, è quella della morte: tuttavia la morte non solo distrugge, ma porta con sé anche il senso della trasformazione e della rinascita, del difficile passaggio ad un piano diverso. Infatti la Giustizia opera il passaggio all’Arcano IX, l'Eremita, simbolo dell'iniziazione.
Interpretazione carta al diritto:
Questa carta indica, a seconda della posizione, ciò che è giusto o no per il consultante e influenza
notevolmente le carte intorno. Rappresenta un invito alla riflessione, a fare il punto della situazione con rigore e imparzialità. La Giustizia è una carta molto dura: ci pone di fronte a un ostacolo che non può essere evitato, ma che si deve affrontare. Tuttavia se il consulto riguarda una questione specifica, la realizzazione è sicura, nonostante i tempi piuttosto lunghi e il ritardo che si rivelerà, alla lunga positivo.
Dal punto di vista sentimentale,trattandosi di un arcano connesso con la legge, può segnalare la legalizzazione di un rapporto, un matrimonio; oppure il ritorno dell’armonia e dell’equilibrio nella coppia o in famiglia; può anche annunciare la fine desiderata di un rapporto, per esempio un divorzio lungamente atteso o la liberazione da un legame soffocante e indesiderato.
Dal punto di vista professionale riguarda tutto ciò che nella professione ha a che fare con la legge: contratti, ricorsi legali con buon esito ecc. La sua connessione con il segno della Bilancia e con il pianeta Venere la rende favorevole a coloro che svolgono una professione creativa.
La Giustizia, l’incarnazione del grande archetipo femminile materno rappresentato dalla Luna (Arcano XVIII), può rappresentare la madre o una donna incinta, ma anche una persona, indipendentemente dal *****, che ha a che fare con la legge.
Interpretazione carta al rovescio:
La legge rimane protagonista anche quando la carta si presenta capovolta ma, in questo caso, i risultati sono negativi: complicazioni giudiziarie, cause perse, controversie ecc.
Frequenti i ritardi, i contrattempi, la lentezza e l'incertezza con cui le situazioni evolvono, spesso a causa dell'irresponsabilità e della disorganizzazione del consultante. Può rimandare a scarsa capacità di giudizio su se stessi, mancanza di autostima, eccessiva pignoleria, errato giudizio su una situazione o verso gli altri. Sul versante sentimentale può rimandare a mancanza di armonia nella coppia, separazione legale, divorzio; possono esserci problemi causati da una donna o da una persona sentimentalmente legata. Un appuntamento mancato.
Dal punto di vista professionale un contratto può andare a monte, trattative interrotte, è necessario lavorare ancora a lungo a un progetto. Può rappresentare anche una persona incapace di prendere iniziative con difficoltà anche a prendere decisioni.
L’Eremita è l’arcano numero nove. Il numero nove annuncia sia una fine che un principio. Dalla perfezione dell’Otto l’unica evoluzione possibile è la crisi e il passaggio verso l’ignoto. Come il bambino, al nono mese di gravidanza, si accinge a nascere, così l’Eremita accetta di abbandonare la perfezione per mettersi in moto senza sapere in quale direzione andare. L’Eremita sembra camminare all’indietro, il suo sguardo è volto in direzione della Giustizia, conclude così il suo rapporto con il passato in maniera attiva e diventa ricettivo verso un futuro ancora ignoto. A differenza del Papa che tendeva a un ideale conosciuto, l’Eremita rappresenta un passo verso l’ignoto. Il Nove è un numero sia attivo (dispari) che ricettivo (divisibile per 3), rappresenta quindi una rottura ma anche una grande saggezza.
Nei tarocchi di Marsiglia l’Eremita è rappresentato da un vecchio avvolto in un mantello che procede solo per la sua strada facendosi luce con una lanterna tenuta alta nella mano destra, mentre con la sinistra si appoggia ad un bastone.
La lanterna può essere considerata simbolo di Conoscenza. La luce della lanterna potrebbe essere una luce interiore, una conoscenza segreta riservata agli iniziati, o al contrario una fonte di saggezza offerta ai discepoli che vanno alla sua ricerca. Così come la carta racchiude l'ambivalenza tra azione e ricezione, questa luce può essere attiva, un richiamo a destare la coscienza dell'altro, oppure ricettiva, l’Eremita va dritto per la sua strada senza chiedere luce a nessun'altro che a se stesso.
Il lungo bastone simboleggia il cammino che si è scelto, il pellegrinaggio. I piedi dell’Eremita sono nascosti, il bastone è dunque l'unico contatto con la terra e sembra captarne l’energia: si ha l'impressione che l'energia terrestre passi per il bastone per arrivare allo spirito dell'uomo.
L’Eremita cammina un po' curvo, con prudenza e lentamente; dal suo viso traspare una saggezza acquisita negli anni, distaccandosi dal mondo e rinunciando alle vanità mondane; lo dimostra anche il suo abbigliamento, essenziale, ma non povero né lacero. Anzi, si indovina che la stoffa interna del mantello sia più preziosa di quella esterna, manifesta espressione che le ricchezze interiori sono assai più preziose di quelle esteriori. Come La Papessa, l'Eremita è un personaggio tutto coperto di tessuti. Gli strati di vestiti suggeriscono il freddo, l'inverno, caratteristiche saturnine che di solito gli vengono attribuite e rimandano anche a una certa freddezza della saggezza, all'intima solitudine dell'iniziato. Vi si possono anche vedere gli "strati" del vissuto, così come le numerose linee che ombreggiano i suoi abiti possono venire interpretate come il segno della sua grande esperienza. I capelli e la barba azzurri lo rendono simile all'Imperatore, che qui avrebbe perduto o abbandonato il trono, vale a dire l'attaccamento alla materia. La porta della Giustizia è stata superata, ma il trionfatore non è più tale: si è trasformato in un vecchio eremita, l'eterno errante alla ricerca di qualcosa che ci fa venire in mente Diogene. La leggenda narra che Diogene si aggirasse con una lampada in mano e a chi gli chiedeva che cosa cercasse, rispondeva: "cerco l'uomo". E questa è la cosa che anche il nostro Eremita sembra cercare.
Il bastone testimonia anche le prove superate, ma esse non sono di ordine pratico: sono prove di iniziazione cui si può solo alludere, perché il mistero non va svelato. Infatti, sta a ciascuno di noi trovare il proprio destino. Si noti anche l'ortografia del nome: l’Eremita, scritto spesso con l’ ”H” iniziale (L'Hermite) evoca Hermete Trismegisto, il signore degli iniziati. Inoltre, il Nove è il numero tradizionalmente riservato all'Iniziazione: la porta aperta dall'Otto dà la capacità di pesare il giusto e l'ingiusto, il bene e il male, non in modo arbitrario bensì inserendosi in una visione armonica più alta, in un equilibrio cosmico. Solo dopo aver acquisito questa capacità si diventa capaci di orientarsi da soli. Non si tratta più dell'adesione profonda ma statica espressa dal Papa: là si trattava di un sì o di un no proveniente dal profondo nel momento in cui si scopriva il contatto con l'Altro. Qui invece la legge interiore diventa norma che guida il cammino: l'iniziato è in grado di muoversi da solo, non ha altra guida che se stesso.
Ricordiamo come ogni civiltà, ogni religione abbia avuto i suoi riti di iniziazione: prove difficili, cruente, che mettevano a dura prova tutta l'energia, il coraggio, la pazienza, la perseveranza del neofita. La carta indica, quindi, che lo sforzo per raggiungere una meta deve essere proporzionale all'intensità del desiderio e alla difficoltà dell'ostacolo: niente è impossibile con qualche aiuto se ci si sforza e lo si vuole a sufficienza.
L'Eremita rappresenta, anche, la Prudenza, una delle Virtù tra le più difficili da praticare e tuttavia necessaria. La prudenza deve essere intesa come una vigilanza sempre pronta in grado di cogliere il momento divino nella vita quotidiana.
La carta indica che non bisogna aspettarsi aiuto dall'esterno, ma andare avanti da soli senza cercare consensi; infatti è nella solitudine che Dio si manifesta più frequentemente. L'Eremita, a differenza del Papa, non si rivolge alle folle per divulgare la sua sapienza, ma si lascia avvicinare soltanto da autentici discepoli cui si apre dopo essersi accertato che siano in grado di comprenderlo, perché è alla ricerca del vero uomo. L'isolamento è per lui una condizione necessaria per entrare in sintonia con l'Universo e con i propri simili. In atteggiamento umile, con la schiena curva, l'Eremita non ha intenzione di predicare né quella di mostrare che la sua via è la sola giusta. L'Eremita è la lama del cammino interiore, dell’illuminazione personale.
Interpretazione carta al diritto:
L'Eremita è il Tempo che lavora a favore dell'uomo e che prima o poi porta quanto si cercava. Questa carta si riferisce a tutto ciò che è destinato a un'evoluzione poco manifesta ma profonda, segreta, come la gestazione invernale del seme nella terra. Rappresenta anche la prudenza, la discrezione, la riservatezza, la pazienza, la costanza, il senso del dovere. È l'arcano della saggezza, della concentrazione, della metodica ricerca della verità. Quando nel gioco esce questa carta, probabilmente la situazione esistenziale del consultante non è entusiasmante: si sente stanco, demotivato, provato dagli ostacoli, ma le forze sono dalla sua parte e lo invitano a resistere e a non abbandonare l'opera iniziata. La figura dell'Eremita diritto è sempre positiva: assicura buoni consigli, parole sagge e sincere, chiarimenti preziosi per il consultante; tutte le iniziative avranno sviluppo lento ma esito positivo, perché la via intrapresa è senz'altro quella giusta.
Dal punto di vista affettivo indica un amore puro, profondo e disinteressato, fondato sulla comunanza spirituale; il rapporto è solido e destinato a durare nel tempo. Può rimandare anche a un periodo temporaneo di solitudine, utile a veder chiaro in se stessi circa le proprie intenzioni e i propri sentimenti verso il partner. Dal punto di vista professionale i risultati non sono immediati ma sono positivi e invitano a perseverare.
L'Eremita raffigura sempre una persona anziana, o almeno spiritualmente matura, in grado di venire in aiuto nei momenti di bisogno. Può trattarsi di un maestro spirituale, per esempio un sacerdote, una guida saggia, un amico fedele, più frequentemente è il padre, il nonno, un parente anziano, un antenato. Interpretazione carta al rovescio:
Quando si presenta capovolta o abbinata a carte fortemente negative, l’Eremita agisce nel senso della perdita, della regressione, oppure il processo evolutivo si arresta in una situazione di stasi; il ritardo appesantisce ulteriormente una situazione già compromessa e qualsiasi realizzazione pratica in cui si sperava viene meno. Indica anche paura della realtà e del confronto con essa; una solitudine non scelta ma subita. Il consultante è timido, timoroso, diffidente, rifugge il contatto con gli altri, si compiace del proprio sapere, rinchiuso nella sua torre d'avorio.
Dal punto di vista affettivo prevale la paura del coinvolgimento e di un impegno sentimentale, difficoltà a manifestare i propri sentimenti.
Dal punto di vista professionale prevale insoddisfazione riguardo al lavoro, pesante o mal pagato, gli studi proseguono a rilento, gli esami vengono rinviati per paura di esporsi.
Può anche rappresentare un vecchio solitario che non vuole dividere niente con gli altri, una persona abitudinaria e nemica dei cambiamenti, pessimista; si tratta in genere di un individuo ipocrita, negativo per il consultante.
La Ruota
La Ruota della Fortuna, arcano numero X, chiude il primo ciclo decimale degli Arcani maggiori. La carta indica la fine di un ciclo e la Forza, l’arcano XI, darà origine al ciclo decimale successivo. La Ruota della Fortuna è chiaramente orientata verso la chiusura del passato e l'attesa del futuro. Da questo punto di vista, il luogo che occupa la carta nel corso della lettura è estremamente importante, in quanto ci permette di dire se si tratta di un aspetto della vita che si conclude per cedere il passo a un nuovo aspetto, oppure se sta già iniziando una nuova epoca.
La Ruota della Fortuna è un grande Arcano, misterioso e fondamentale. Il simbolo della Ruota, che appare spesso nei Tarocchi in varie forme, è un simbolo universale antichissimo: ad esso è collegato il movimento della Terra e degli astri; quindi, alla Ruota è associata l'idea del mondo, del destino umano emanato dallo Zodiaco. Il simbolo della Ruota si trova anche nelle iconografie orientali con analoghi significati di circolarità, di movimento e di imperscrutabilità. In Tibet i monaci disegnano ruote che utilizzano per meditare sull’impermanenza delle cose: infatti, dopo essere state dipinte con tutti i particolari, vengono cancellate. I mandala sono figure geometriche di forma circolare: hanno scopo protettivo, propiziatorio, servono per la concentrazione ed esprimono sempre la Totalità, non dimentichiamo che lo Zero ha forma circolare, come sono circolari i rosoni che si trovano sulle facciate delle chiese romaniche e gotiche.
Secondo l'iconografia orientale la Ruota rappresenta anche la successione delle nascite e delle morti, la legge della reincarnazione e il Karma. La legge del Karma regola ogni evento sul piano della vita umana, soggetta al nascere e al morire, al divenire; determina ogni cosa non nel senso di una legge esterna imposta da una divinità, ma nel senso che ogni nostra singola azione ne causa altre in una circolazione incessante che non ha termine con la morte. Le buone azioni accumulate producono un buon Karma, quelle malvagie ne producono uno cattivo, ciò porterà a una reincarnazione in una forma di vita migliore o peggiore. Insomma, i beni o i mali della vita non dipendono da qualche divinità, ma da noi stessi che ce li procuriamo col nostro agire.
Ogni uomo nasce con un gioco da giocare, un compito da svolgere, ma all'inizio non sa quale sia. Arrivato alla decima carta, il Bagatto divenuto Eremita scopre il proprio destino, talvolta la scoperta è dolorosa, ma è inutile cercare di sottrarsi al destino perché la ruota gira e ciò che non è stato compiuto ora lo sarà comunque, magari in un’altra vita. Infatti, la Ruota è il principio del movimento, il perno intorno al quale si succedono e ruotano gli eventi, il divenire delle cose, la trasformazione degli esseri e delle circostanze. La Ruota della Fortuna è, quindi, la carta del destino: una manovella dà l'avvio alla ruota imponendole un movimento rapido, ma che rallenta nel percorso fino a fermarsi del tutto e ci ricorda la nascita, la crescita e la morte.
Il numero romano X ha la forma della croce di S. Andrea, al centro della quale viene spesso raffigurata la mistica Rosa. Fulcanelli osserva che le linee che si incrociano nella cifra X formano lo schema dello scintillio delle stelle, della dispersione di tutto ciò che brilla, illumina e irradia; così se ne è fatto il sigillo o il simbolo dell’illuminazione e, quindi, della rivelazione spirituale.
Il decimo arcano dei Tarocchi si ispira a un simbolo molto diffuso nell'iconografia medievale che rimanda alla visione descritta dal libro di Ezechiele: quattro ruote di fuoco e strani animali uniti in gruppi di quattro. La Ruota della Fortuna, nei tarocchi di Marsiglia, è rappresentata da una ruota a sei raggi fissata su un supporto. I colori sono bianco e blu per i raggi: essi fanno pensare che si tratti della ruota della vita e che essa sia animata da forze divine.
Al simbolismo circolare della ruota, emblema del movimento e del divenire, fa da contrappeso la forma squadrata del basamento, che allude alla fissità. Nel linguaggio alchemico, il fisso, ovvero il maschile, lo zolfo, si unisce dunque al mutevole, il femminile, il mercurio, per dar vita al sale, prodotto dell'unione fra i contrari.
Il centro della ruota, il punto in cui si incastra la manovella che serve ad imprimere il movimento, è collocato al centro esatto del rettangolo formato dalla carta. Il centro della Ruota è il punto fermo dove non c'è divenire, ma da dove il divenire parte, cioè è l'origine delle cose che nascono e muoiono in un’ incessante circolazione. Tutto ruota intorno a questo centro, punto di partenza per il cambiamento, in cui si può vedere un simbolo del mistero divino. Quindi, il principale fattore di cambiamento della vita è l'azione cosmica, chiamata anche divina provvidenza.
Si può osservare che la ruota è doppia: un cerchio rosso e uno giallo che rappresentano la doppia natura animale e mentale dell'uomo. La mente umana è, infatti, allo stesso tempo, autrice e testimone di tutte le sue azioni.
In cima alla ruota si distinguono tre strane creature, metà animali e metà mostro. La creatura alla nostra sinistra, con sembianze umane, la coda e le mani che ricordano la scimmia, può rappresentare Tifone, mostro mitologico, ossia la forza violenta della perversione. Alla nostra destra, la figura con la testa di cane e zampe artigliate può rappresentare Anubi, genio del Bene. Alla sommità della ruota, la creatura incoronata che impugna una spada, simbolo del destino sempre pronto a colpire, ricorda una sfinge, enigmatica e impassibile. Queste tre creature rappresentano tre aspetti dell'uomo e osservando il loro movimento si può constatare come una tenda a scendere, l'altra a salire e la terza a rimanere immobile: la creatura a sinistra è orientata verso la materia e scende verso l'incarnazione; nella creatura a destra si può vedere una rappresentazione dell'intelletto che aspira ad ascendere, con la sua tendenza a ruotare intorno a se stesso e la difficoltà ad ascoltare (le orecchie della creatura sono evidenziate); la terza creatura che domina la scena è in equilibrio sulla ruota, porta la corona, regna sull'uomo e tiene in mano la spada della giustizia e della purezza (la spada è di colore bianco). Le cinque punte della corona rimandano alla quintessenza dell'essere essenziale, la Coscienza in grado di unire le molteplici istanze dell'essere umano.
La creatura azzurra con l'aria da sfinge e ali o manto rosso a forma di cuore, raffigura la vita emozionale che si presenta sia come un enigma sia come la via verso la saggezza. Il cuore viene quindi rappresentato come elemento che può unire o immobilizzare le altre istanze: la vita spirituale e la vita animale. Infatti, spesso è un enigma emozionale, un nucleo affettivo irrisolto, a bloccare le azioni dell’uomo.
Quindi, l’attività materiale, emozionale e intellettuale sostengono il ciclo vitale. E quest'ultimo, per generare un nuovo ciclo, ha bisogno di una quarta energia, rappresentata dall’arcano successivo, la Forza, che aziona la manovella e rappresenta l'energia sessuale creativa.
Il suolo azzurro su cui poggia la ruota è mobile e pare richiamare gli animali alle profondità, a una ricerca di se stessi nelle acque uterine. Calandoci nel più profondo di noi stessi, nell'accettazione del nostro inconscio, possiamo incontrare il nostro Dio interiore e riemergere come esseri illuminati.
I due animali di destra e sinistra sembrano far girare la Ruota col loro movimento di ascesa e discesa e nello stesso tempo sembrano trascinati dalla Ruota in quanto quest’ultima è la loro dimensione, cioè la dimensione di chi è soggetto al Karma, di chi causando effetti resta prigioniero all'interno della circolazione che è lui stesso a determinare ma che, misteriosamente, gli sfugge.
Interpretazione carta al diritto:
La Ruota di Fortuna è una carta che consente ampie interpretazioni: rivela in quale momento della propria vita si trova il consultante. Se si presenta all'inizio di un tiraggio, suggerisce la chiusura di un episodio passato e l'inizio di un nuovo ciclo. Se si presenta alla fine può annunciare che quello che sta succedendo si conclude pienamente, e allora rappresenta una pagina passata, un ciclo completo. Ma sovente, quando si colloca a metà di un tiraggio o alla fine, può indicare un blocco che va superato.
La Ruota diritta, soprattutto quando esce per prima nel gioco, ha tuttavia il potere di annullare i cattivi presagi delle carte vicine, eccettuata la Torre.
La carta indica innanzitutto la fortuna, non casuale come apparentemente sembrerebbe, ma cercata ed ottenuta grazie alle proprie azioni.
Rimanda ad avvenimenti inaspettati e positivi, sorprese, circostanze favorevoli, un momento fortunato da non lasciarsi assolutamente sfuggire: il consultante deve saper approfittare dei favori della sorte attualmente a suo favore, in quanto la situazione può mutare quanto prima.
Dal punto di vista sentimentale il consultante è destinato ad un incontro determinante per il suo futuro, mentre per le coppie la relazione è destinata a durare.
Dal punto di vista professionale le circostanze sono favorevoli per ottenere successo e avanzamento di carriera.
La Ruota della Fortuna può anche rappresentare una persona che giunge improvvisamente in aiuto del consultante, generalmente una persona simpatica e ottimista.
Interpretazione carta al rovescio:
La Ruota rovesciata indica ostacoli, influenze esterne impreviste e negative, contro le quali è impossibile combattere. Il consultante non deve dimenticare che il mutamento è sempre in agguato e nulla di quanto si è raggiunto, in amore, nel lavoro, nelle finanze, può essere considerato definitivo.
Può indicare semplicemente un momento di stasi, un blocco provocato dal consultante stesso, passivo, insicuro e resistente ai cambiamenti.
Dal punto di vista sentimentale indica una crisi nella vita di coppia, instabilità affettiva, mancanza di rispetto per i bisogni del partner.
Dal punto di vista professionale le aspettative del consultante non saranno realizzate; inoltre, la carta suggerisce la massima prudenza.
Può indicare una persona dal temperamento instabile, lunatica e depressa.
La Forza
La Forza, arcano numero undici, è la prima carta della seconda serie decimale e contiene in sé tutte le qualità che sono state acquisite passando attraverso le carte precedenti. La Forza viene dopo il X perché solo chi ha potuto impugnare la Ruota per la manovella, ossia solo chi ha accettato il proprio destino e ha accettato di agire su di esso, può ottenere questa forza che si dispiega su ogni piano: spirituale, fisico, psichico; a questo punto si ottiene la capacità di intervenire nella realtà modificandola secondo il volere. XI è numero dispari, maschile, formato da X (la Ruota della Fortuna che simboleggia il destino) più 1, numero della Volontà che trasforma il subire passivamente gli eventi in un intervento attivo in essi. Ricordiamo che il Sole, segno della concentrazione e della volontà tesa verso un punto, è simboleggiato dal Leone, l’animale che la Forza domina. XI è uguale a 10 + 1, al Dieci si aggiunge l'unità: il primo ciclo è concluso e ne inizia un secondo che non ha più come figura emblematica iniziale il Bagatto, cioè il semplice atto creatore dello spirito, ma comincia con una figura di donna perché la potenza dello Spirito qui agisce sulla materia, è già calata nella realtà. La Potenza è femminile anche secondo la tradizione tantrica: è la dea, la Shakti, che dà potere al suo maschio, al suo dio, col quale forma l'inseparabile coppia. Infatti, non a caso, la Forza guarda a sinistra, lato femminile e ricettivo.
La Forza è raffigurata, nei tarocchi di Marsiglia, da un personaggio femminile che, a prima vista, sembra domare, con dolcezza e senza apparente sforzo fisico, un leone trattenendolo per le fauci.
Tuttavia, il leone sembra non porre resistenza, ma essere addomesticato; ciò significa che la Forza ha saputo vincere i suoi istinti, rappresentati dal leone, senza distruggerli, e da essi ha attinto una certa energia. Tale energia pulsionale viene canalizzata dalla donna per mezzo della sua coscienza, non a caso le braccia sono gialle. La Forza apre, quindi, la strada alle energie inconsce e permette l'emergere di una nuova coscienza che passa attraverso il rapporto con le forze istintive.
Questo Arcano ci insegna che la parte animale, istintiva e pulsionale di noi stessi non può venire trascurata. Per questa ragione, i sei denti aguzzi del leone si ripetono nelle sei punte rosse del cappello: la natura intellettuale ascolta la voce dell'animale, e l'animale ascolta l'influenza del mentale. Non ha senso soffocare l'energia dell'animale che è in noi, quando la si può giustamente incanalare e sublimare per utilizzarne l'immenso potenziale. Così fa l'alchimista che, ben lontano dal distruggere la materia vile, grezza, la purifica fino a trasformarla in oro. Alla stessa maniera, la forza bruta del leone, distruttiva e divoratrice finché lasciata a se stessa, diviene, se correttamente captata e domata, un prezioso strumento di evoluzione.
Il cappello della Forza ha la forma del simbolo dell'infinito come il cappello del Bagatto ad indicare che tra i due c'è un'analogia. Tuttavia, il cappello della Forza è coronato da una piccola corona rossa e vi predomina il colore giallo, colore della Coscienza. La coroncina rossa indica che la Forza ha dominato gli elementi ed è investita di un potere attivo, che come Bagatto non aveva ancora: qui ci sono dieci carte in più e cioè il Bagatto, divenuto Forza, ha subito 10 trasformazioni ed è arrivato allo stadio in cui può padroneggiare la materia bruta.
La Forza è cosciente dalla testa ai piedi, anche il suolo è di colore giallo. Si può vedere in essa la potenza stessa della Coscienza in quanto punto di unione tra l'alto e il basso, tra l'energia spirituale e l'energia istintiva.
La veste della donna è blu, con un manto rosso fuoco dal quale escono le maniche chiuse da un alto polsino giallo che ricorda le strisce di cuoio che i lottatori si stringono intorno ai polsi.
Il piede nudo della donna fuoriesce dalla veste, appoggiato al suolo per mezzo di un sandalo sottile. Questo piede nudo ci ricorda il personaggio del VI Arcano, l'Innamorato, con la differenza che qui all'innocenza del VI si aggiunge la tranquilla fiducia in se stessi dell’ XI per cui si va al combattimento con i piedi nudi, scoperti. L'unghia dell'alluce, come quella del pollice, sono dipinte di rosso. Va ricordato che l'unghia, nel corpo umano, simboleggia l'eternità in quanto continua a crescere anche dopo la morte. La vitalità eccezionale de La Forza si manifesta nel colore rosso delle sue unghie.
Le vesti sontuose confermano la regalità già indicata dalla corona. La Forza ricorda la Grande Dea mediterranea, adorata a Creta come Signora dei leoni e rappresentata su sigilli, vasi e in statuette come una donna dalla larga gonna, il seno scoperto, che tiene due serpenti stretti nelle mani e con due leoni rampanti ai lati.
Interpretazione carta al diritto:
La Forza è una carta attiva e molto positiva. Rimanda alla sicurezza e fiducia in se stessi, alla volontà, alla determinazione e al coraggio, qualità utili per ogni realizzazione. Le difficoltà vengono superate grazie alla propria capacità e determinazione.
Dal punto di vista affettivo rimanda alla passione e alla tenacia nei sentimenti: il consultante non ha nulla da temere sulla fedeltà e sulla sincerità del partner.
Dal punto di vista professionale i desideri del consultante saranno esauditi e il successo è assicurato.
Può rappresentare anche un individuo dalla forte personalità, estroverso, influente, capace di aiutare gli altri. Spesso indica i figli, gli adolescenti, i giovani.
Interpretazione carta al rovescio:
Quando la Forza si presenta capovolta esprime il suo potenziale negativo secondo due diverse modalità contrapposte: la debolezza, l'insicurezza, l'inconcludenza e l'indifferenza oppure, al contrario, l'eccesso, la violenza e la prevaricazione.
Rappresenta anche la debolezza morale, il prevalere degli istinti più bassi.
Indica dure prove da affrontare.
Dal punto di vista affettivo i rapporti sono possessivi, fondati più sull'egoismo e il desiderio di potere che su un affetto sincero; un eccessivo orgoglio rischia di compromettere un riavvicinamento.
Dal punto di vista professionale le ambizioni sono eccessive oppure frustrate; nell’ambiente lavorativo si hanno o si subiscono atteggiamenti ingiusti e prevaricatori; possono esserci preoccupazioni per un lavoro che prevede sforzi che si ritengono superiori alle proprie possibilità.
Può rappresentare, anche, una persona intransigente e dura che tende a imporre il proprio carattere e la propria volontà sugli altri senza tenere conto delle loro esigenze, oppure una persona nemica che ostacola apertamente.
L’Appeso, nei tarocchi di Marsiglia, è raffigurato da un uomo di giovane età con le mani legate dietro le spalle e sospeso per la caviglia destra, con una corda robusta, a una trave che poggia su due rami. L'Appeso, Arcano XII, corrisponde al secondo grado nella seconda serie decimale, ed è l'equivalente della Papessa nella prima serie. Come lei, indica uno stato di accumulo, di sosta o di reclusione. Come la Papessa, si è allontanato dal mondo degli uomini cui viene unito soltanto dalla corda che lo lega alla trave. A partire dall'Arcano XI tutti i numeri compiono una discesa verso la fonte della forza originaria, verso gli abissi dell'inconscio. L'Appeso obbedisce a tale attrazione verso il basso e, per la sua natura cumulativa (il grado 2), esprime una sosta totale, appeso a testa in giù, con i capelli che ricadono verso le profondità quasi a volervi mettere le radici. Se la Papessa sta covando, l'Appeso viene covato: entra in gestazione per far nascere il nuovo essere. Sospeso tra il Cielo e la Terra, aspetta di nascere. La forca è formata da due alberi dai rami tagliati: gli alberi sono piantati su due zolle di terra verde tra le quali c'è l'abisso nel quale l'Appeso cadrà quando il suo supplizio sarà compiuto e il sacrificio consumato; però se si rovescia la carta sembra che le due zolle dì terra verde siano le chiome degli alberi, quasi a indicare che l'uomo è un albero con le radici nel cielo. Mai come in questa carta è evidente che ciò che è in alto è come ciò che è in basso e viceversa.
Il giovane ha la testa rivolta verso il basso, le mani legate dietro la schiena in segno di sottomissione. Tuttavia, stranamente, il suo volto è sereno, non esprime rabbia, dolore e tutta la gamma di sentimenti che potremmo aspettarci da uno nella sua condizione. L’Appeso è sereno, ha addirittura sul viso un'espressione di estasi che va al di là di tutto quanto gli sta capitando. Si tratta di una sottomissione al mondo visibile ed esterno; forse, più che di una sottomissione, si tratta di una inadattabilità o di una rinuncia ad esso. L'Appeso è sereno perché abbandona la sua personalità esterna, egoistica.
La forza del leone, che era stata assorbita nell'Undici, viene restituita nel Dodici, l'essere umano si lascia andare capovolto rispetto alla precedente posizione. La carta dell’Appeso segue la carta della Forza non per caso ma per indicare che, dopo il massimo dispiegamento dell’energia e dei poteri personali, la tensione deve essere allentata per permettere un radicale capovolgimento del punto di vista. Il proprio ego viene sacrificato e per compiere questo sacrificio è necessaria la Forza, il massimo della forza. Con l'Appeso si è nella fase passiva o mistica: si rinuncia, cioè, alla valorizzazione delle proprie energie. Inoltre in questa carta si può vedere, nel capovolgimento del corpo fisico, un capovolgimento dello sguardo e della prospettiva: l'intelletto viene abolito, la razionalità smette di governare il comportamento, e la mente diviene ricettiva, come dimostra il giallo ricettivo dei capelli, alla saggezza interiore profonda. Cambia il punto di vista sulla vita: ci si distacca da una visione del mondo ereditata dall'infanzia per raggiungere una propria verità personale, si attua una presa di coscienza.
In chiave psicologica questa carta rappresenta l'introspezione, la capacità individuale di autoanalisi, comunque un cambiamento profondo nella vita psichica dell’individuo. È una delle carte più inquietanti e affascinanti dei Tarocchi, una carta che tocca da vicino la coscienza umana. L'uomo nel percorso del suo cammino verso la conoscenza ha scelto la strada della sublimazione e la sua posizione è di totale sottomissione alle leggi naturali, con conseguente rinuncia a ogni egoismo.
La posizione delle gambe dell’Appeso, una diritta e l'altra piegata, ricorda quella dell’Imperatore. Ma le gambe dell'Imperatore si incrociano in modo dinamico, con una gamba in avanti, pronta a entrare in azione. Invece, l'Appeso piega una gamba dietro l'altra per restare meglio immobile. Allo stesso modo le sue mani, simbolo della capacità di agire, sono incrociate dietro alla schiena: non fa, non sceglie. Ai due lati del personaggio vediamo dei rami tagliati, sacrificati. Per la nascita materiale o spirituale che si sta preparando, occorre una sosta. Ed essa può dipendere da una malattia oppure essere voluta in seguito ad una libera riflessione. L'Appeso ha la gamba sinistra ripiegata dietro l'altra gamba che penzola dalla corda e forma una croce sopra al triangolo discendente i cui angoli sono formati dai gomiti e dalla testa. Tale segno, un triangolo discendente sormontato da una croce, è il simbolo della Grande Opera, segno opposto al triangolo ascendente sormontato da una croce che, sul piano degli elementi, è il simbolo dello Zolfo e che abbiamo trovato nel IV Arcano, l'Imperatore. Il triangolo con la punta rivolta verso il basso rappresenta l'Acqua sovrastata dalla croce degli clementi, dall'unione dei due piani opposti: il maschile verticale, attivo e di fuoco e il femminile orizzontale, passivo, di acqua. Ricordiamo che il Quattro, la croce degli elementi, è anche il Cubo, l'Imperatore, la pietra angolare della costruzione, la prima Realizzazione sul piano concreto. 4 X 3=12, cioè il cubo moltiplicato per i tre piani dell'essere, otteniamo così un dodecaedro che, con le sue prospettive spaziali, sembra aprire una nuova dimensione. Infatti, la testa dell'Appeso è sospesa sopra ad un abisso nella quale la punta del triangolo si incunea per discendere; è un operazione difficile e paradossale: per salire bisogna capovolgersi e scendere proprio come era capitato a Dante quando aveva dovuto uscire dall'Inferno per risalire verso il Purgatorio.
L'Appeso può anche rievocare la figura di Cristo e, tramite essa, il dono di se stessi. I dodici rami tagliati sarebbero, dunque, il simbolo dei dodici apostoli. Tuttavia, essendo i Tarocchi impregnati delle tre grandi religioni monoteiste, si può anche vedere nei dieci bottoni presenti nella veste dell'Appeso un rimando alla tradizione cabalistica e alle dieci sephirot dell'Albero della Vita. In altre rappresentazioni dell’Appeso i bottoni sono nove, numero comunque significativo, simbolo dell'iniziazione.
Interpretazioni carta al diritto:
Questa carta indica un momento di pausa, di lavoro interiore, di riflessione per scendere più a fondo nei progetti e nella conoscenza di se stessi. Può anche rimandare ad un blocco, all'incapacità di agire. Spesso indica che non è il momento giusto per fare una scelta, la situazione o il nostro punto di vista devono maturare. Qualsiasi ritardo, qualsiasi ostacolo ha una sua ragione nascosta e deve essere interpretato come un avviso provvidenziale, da tener conto. Non resta che accettare il destino, comprese le sconfitte e i blocchi, e sottomettersi almeno temporaneamente al corso degli eventi, senza tentare di cambiarlo.
È una carta che rimanda alla dedizione: tutto deve essere disinteressatamente sacrificato a una persona o a una causa, senza aspettarsi ricompense immediate. La situazione attuale è comunque destinata a capovolgersi completamente, a subire mutamenti radicali e svolte decisive, negative solo in apparenza. Si tratterà, però, di una trasformazione lenta, più interiore che esteriore.
Dal punto di vista sentimentale indica un amore platonico, segreto, romantico, magari inizialmente non corrisposto; può esserci una temporanea separazione dal partner che serve a far riflettere e maturare.
Dal punto di vista professionale il successo si ottiene poco per volta, con un lavoro coscienzioso e disinteressato.
Può indicare anche una persona idealista, altruista, pronta a sacrificarsi. Interpretazioni carta al rovescio:
Quando l’Appeso compare al rovescio la situazione esistenziale del consultante è particolarmente difficile, contrassegnata da preoccupazioni, rimorsi, occasioni perdute. Prevalgono i dubbi e l’incertezza e il consultante, incapace di decidere, tende alla rinuncia.
Può indicare un sacrificio inutile o eccessivo, prove dolorose vissute male, senza riuscire a trarne un insegnamento.
Dal punto di vista affettivo indica un amore non corrisposto, la fine di un rapporto, un tradimento o una relazione con una persona già impegnata.
Dal punto di vista professionale indica una situazione o un ambiente professionale insostenibile, il bisogno di cambiare.
Può indicare anche una persona troppo sognatrice, introversa e inconcludente.
La Morte
L'Arcano XIII non ha nome, la tradizione compie l’errore di attribuirgli in modo superficiale il significato, e a volte anche il nome, della “Morte”, ciò condiziona profondamente l'interpretazione dell'Arcano. La figura centrale è uno scheletro munito di falce che, nella tradizione popolare, rappresenta la morte. Di questo personaggio non viene indicato il nome ma solo il numero, il 13, numero ambiguo, ora di buon auspicio, ora no. La morte, infatti distrugge il corpo e tutte le dolcezze della vita, ma anche il dolore e la disperazione.
Inoltre, questa carta numerata ma senza titolo risponde come un'eco al Matto, che ha il nome ma non il numero: lo scheletro dell'Arcano XIII potrebbe quasi essere quello del Matto visto ai raggi X. Quindi, i due Arcani rappresentano due aspetti di una stessa energia fondamentale: se il Matto è innanzitutto un movimento, un apporto di energia, una liberazione, l'Arcano XIII rievoca un lungo lavoro di pulizia e di purificazione che prepara il terreno a una nuova vita. Dopo il lavoro di svuotamento e di approfondimento svolto da L'Appeso, con l’Arcano XIII il sacrificio è ormai consumato, l'Appeso è caduto nell'abisso: la carta invita, quindi, a fare piazza pulita del passato, una rivoluzione necessaria per il rinnovamento e l'ascesi che condurranno gradualmente alla totale realizzazione del Mondo.
E’ impensabile ridurre l'Arcano XIII al significato tradizionale di "morte", vi si può leggere una grande trasformazione, una rivoluzione, un cambiamento radicale.
Il personaggio dell'Arcano XIII con la sua falce vitale (rossa) e spirituale (azzurra) sta lavorando sulla natura, sulla propria natura profonda. Impugna la falce per il manico giallo, colore dell'intelligenza: il lavoro è stato desiderato, pensato, e ora viene portato a termine.
L'Arcano XIII corrisponde all'Imperatrice nella prima serie decimale, Arcano III, e viene spinto dalla stessa energia esplosiva, vitale, necessaria per la successiva stabilità apportata dal quarto grado. Il passaggio attraverso l'Arcano XIII è un processo di eliminazione che elabora e doma l'ego. Non si tollerano più elementi inutili; i sistemi di valori e i concetti limitanti che ci tengono prigionieri vengono aboliti, ogni legame di dipendenza viene tagliato così che possiamo riconquistare la libertà perduta, la stessa che ha come simbolo primordiale II Matto.
Il suolo nero su cui lavora l'Arcano XIII ricorda la nigredo dell'alchimia, oppure il fango da cui spunta il loto nella tradizione buddista. Il nero è il colore dell'inconscio, del mistero profondo. Sul suolo vediamo due teste incoronate, una maschile e una femminile, non sappiamo se siano state mozzate oppure se emergano dall'oscurità; in ogni caso, lo scheletro si appoggia su di esse per poter avanzare. La nobiltà profonda del maschile e del femminile appare qui sotto la forma di due archetipi purificati. Inoltre, sono presenti sul suolo nero piedi e mani, alcuni ben formati, altri imperfetti. Sono stati mozzati? Stanno crescendo? In questo secondo caso potremmo dire che il nuovo essere sta già affiorando in superficie.
Nella parte posteriore del cranio dello scheletro, tra le righe, si intravedono le quattro lettere ebraiche Yod, He, Vav, He, che compongono il nome divino. La somma di queste quattro lettere, nell'alfabeto ebraico, dà il numero 26, il numero della divinità, la cui metà esatta è 13.
Questo essere porta dentro di sé la divinità ma non è totalmente divino, lavora sul piano dell'incarnazione. Vi si può vedere un legame con la mitologia cristiana: la figura di Gesù Cristo presenta la doppia appartenenza umana (Gesù) e divina (Cristo).
Anche se porta dentro di sé l'azione divina guardiamo con terrore l’aspetto dello scheletro con la falce, e possiamo vedere come questo personaggio trancia a caso, senza alcun rispetto per la bellezza della vita: una minaccia terribile e inappellabile, come la morte ingiusta e senza pietà. Ma la sua azione ci indica la via della trasformazione conducendoci dalla mortalità all'immortalità della coscienza individuale.
Tutti i riti di iniziazione di cui si ha memoria comprendono una morte rituale. In Australia il giovane che vuole diventare stregone viene lasciato solo e durante la notte gli spiriti lo uccidono, gli tirano fuori viscere e organi che poi rimettono a posto. Il giorno dopo al giovane neofita viene imposto un altro nome, il suo nome vero che resterà segreto. I miti greci ci parlano di uno smembramento del cadavere del dio Dioniso da parte dei Titani che addirittura lo arrostirono finché Zeus li fulminò e ordinò ad Apollo di ricomporre il dio. Ricordiamo che a Dioniso erano dedicati i misteri dionisiaci che assicuravano l'immortalità agli adepti. L'Odissea, l'Eneide, la storia di Gilgamesch (l'eroe babilonese che ricercava l’immortalità) e un'infinità di miti, testi sacri di qualsiasi religione, nonché opere d'arte di carattere iniziatici, come per esempio la Divina Commedia, hanno per argomento una discesa nel mondo dei morti che porta ad un radicale cambiamento del protagonista, una trasformazione nel senso di acquisizione di tutte le capacità che prima, nel vecchio uomo, erano solo latenti e non ancora in grado di aprirsi al divino, perché mescolate ad impurità. La discesa nel regno dei morti significa perciò andare fino in fondo a se stessi, nelle oscurità della propria natura, là dove Jung chiamava “la caverna degli assassini” che ogni uomo ha dentro e deve guardare.
L’Arcano XIII è la carta di Saturno, rappresentato come un vecchio perché simboleggia il primo metallo terrestre che genera tutti gli altri, così come Saturno era il padre di tutti gli altri dei; secondo Fulcanelli questo metallo è il solvente naturale degli altri, secondo il mito greco Saturno divora i suoi figli. Abbiamo visto che anche il dio Cronos faceva ciò e non c'è da stupirsi perché entrambi i mitici vegliardi hanno a che fare col tempo che tutto divora e consuma.
Saturno è rappresentato con una falce ed è il dio dei morti, quello che governa il mondo infero. Però, contemporaneamente, è anche il dio delle messi e gli antichi avevano posto sotto al suo dominio la famosa età dell'oro, epoca mitica nella quale gli uomini vivevano felici amandosi e rispettandosi reciprocamente senza dolori, problemi, paure e privazioni. Ed è poi l'epoca che si cerca di ricreare sulla terra non andando indietro ma avanti, attraverso la morte, per eliminare le impurità che ne ostacolano il manifestarsi, il rivelarsi. La tredicesima carta quindi rappresenta il momento della dissoluzione totale di tutto l'essere per arrivare alla luce.
Spesso i contadini, dopo il raccolto, bruciano il campo per eliminare le stoppie insieme alle erbacce e prepararlo così concimato alla semina: il seme nel suolo oscuro subisce trasformazioni, l'umidità lo attacca, lo gonfia e sembra distruggerlo: tuttavia, senza questo passaggio al nero, non è possibile che cambi stato perdendo le sue caratteristiche di seme per diventare germoglio. Inoltre, come la potatura del ramo secco produce nel nuovo ramo che spunterà più foglie, fiori e frutti, così la morte radicale del vecchio uomo permette la nascita, anzi la rinascita, del nuovo.
La Morte indica perciò un radicale cambiamento di stato, un cambiamento che avviene solo se muore il precedente modo di essere, una trasformazione. Il passaggio può essere doloroso, difficile, può gettare nella disperazione, nella malinconia, nel turbamento, ma è comunque indispensabile per l'evoluzione spirituale.
Interpretazioni carta al diritto:
Questo Arcano richiede una particolare delicatezza nell’interpretazione, infatti alcuni consultanti si spaventano nel vedere questa carta. Tuttavia, non rimanda a predizioni negative, ma indica una grande trasformazione e cambiamenti, il necessario abbandono del passato per accedere a un futuro nuovo. Non è detto, naturalmente, che si tratti di un cambiamento indolore: vedere crollare le proprie illusioni, chiudere col passato, troncare legami o abitudini consolidate provoca sempre sofferenza. Tuttavia, quando si desidera un cambiamento, l'Arcano XIII lo provoca con una tale rapidità che può dare un grande sollievo.
A volte, l'Arcano XIII esprime il bisogno di manifestare un'energia che, per il momento, non sa esprimersi positivamente.
Dal punto di vista affettivo all'interno della coppia avviene un drastico cambiamento, nel senso di un'azione forte, un chiarimento che porta a riunire la coppia oppure, quando questo non sia più possibile, una rottura dolorosa ma positiva per l’evoluzione individuale
Dal punto di vista professionale può indicare un cambiamento di lavoro, un’ impresa condotta a termine dopo aver superato una serie di ostacoli.
Può indicare una persona solitaria, una persona che si rifà una vita dopo un grandissimo dolore. Interpretazioni carta al rovescio:
L'arcano capovolto segnala che il declino è ormai al termine e si capovolge anche l’aspetto negativo dell’eventuale sofferenza legata al cambiamento. Indica, quindi, rinnovamento, rigenerazione, evoluzione della personalità. Passaggio da una situazione all'altra in senso positivo. Nuovi progetti e progetti creduti irrealizzabili inaspettatamente si concretizzano. Nuovi spazi, nuove conoscenze, nuove situazioni. Rinascita sia mentale che emozionale, rigenerazione energetica.
La Temperanza, il numero XIV, arriva dopo il cambiamento di stato operato dall’Arcano senza nome, l’Arcano XIII. Dopo essersi macerato nella profondità delle tenebre sotterranee, il seme libera il germoglio e cominciano ad apparire i colori della vita. È giunto il tempo della pace e della salute. Lo scheletro sinistro si è trasformato in una donna alata che travasa un liquido da un’anfora all’altra. Le ali indicano in che cosa si è trasformato lo scheletro dopo la completa decomposizione, indicano cioè che il corpo è purificato e pronto al volo, è divenuto egli stesso ala che porta in alto. Lo spirito vitale agisce, quindi, completamente rinnovato.
Come l'Imperatore nella prima serie decimale, la Temperanza è il numero 4 della seconda serie, numero di stabilità. L’angelo sta ancorato alla terra e non spicca il volo, anche se le ali azzurre glielo permetterebbero.
Le pupille della Temperanza sono gialle, illuminate di coscienza allo stato puro e questo sguardo sovrumano potrebbe essere lo sguardo dell'unico angelo che abbia visto Dio: l'angelo Gabriele.
Lo sguardo e la chioma della Temperanza sono pieni di luce divina, e il fiore rosso a cinque petali che sboccia sul suo capo ci indica che contiene la quintessenza. I cinque petali ci riportano al simbolismo dell’Arcano V, il Papa. Questo fiore è visibile sulla fronte come un sigillo, un segno, perché ciò che la Temperanza compie deve avvenire in armonia con la propria natura, secondo il proprio assenso e per ispirazione divina, senza calcoli di sorta.
La Temperanza versa il liquido da un’anfora all’altra per operare un’unione degli opposti, la Temperanza fa sì che entrino in comunicazione fra di loro le energie, i fluidi. Grazie alla sua azione non esistono più energie contrapposte, non esistono più contrari ma soltanto elementi complementari: è il segreto dell'equilibrio. La Temperanza attenua le passioni.
Dopo l'azione dissolvente dell’Arcano precedente, ne inizia una coagulante durante la quale i fluidi si mescolano, poi si fisseranno e si riscalderanno in un unico vaso, nella carta seguente, il Diavolo, dove l'unione degli opposti raggiungerà il massimo del calore e dell'energia. Questa delicata operazione di progressiva coagulazione delle contraddizioni, della dualità , deve avvenire lentamente e per gradi, con moderazione. E può avvenire solo in un corpo purificato provvisto di ali, cioè privo della pesantezza terrestre che l'Appeso ha lasciato penzolare sulla forca.
La Temperanza ci ricorda un po' l'Uno: è infatti un inizio e come il Bagatto fa un gioco d'abilità. C'è anche una certa analogia nel gesto delle mani, la destra in basso e la sinistra in alto, come anche una certa somiglianza nelle contrapposizioni dei colori rosso e blu, che portano sui vestiti.
La Temperanza piega la mano che sostiene l’anfora di sinistra verso quella di destra con un gesto dolce di dono invece che di potenza, come faceva invece il Bagatto con la sua bacchetta; nella Temperanza le due direzioni, le due mani e le due anfore sono rivolte una verso l'altra e collegate da questo passaggio di fluidi da un vaso all'altro, dall'Alto al Basso, dal sinistro al destro, dal freddo al caldo, dalla Luna al Sole, nella direzione destra ritenuta di buon augurio perché indica un venire alla luce, una trasmutazione. Tradizionalmente la Temperanza era raffigurata con due vasi, uno d'acqua e uno di vino: cosa che ci ricorda il famoso miracolo di Gesù che a Cana trasformò l'acqua in vino. Tutta la carta indica una polarità tesa al congiungimento degli opposti: l'abito è metà rosso e metà blu, il corpetto è diviso in due, entrambe le maniche sono rosse perché entrambe impegnate in un'azione, protese verso qualcosa. Ricordiamo che 7 + 7 = 14, il Sette è il Carro, perciò due carri compongono la Temperanza: occorre, quindi, dare una direzione a questo passaggio di fluidi, di polarità dell'essere. Questo passaggio può avvenire all'interno di una persona, tra la persona e l'ambiente o all'interno di un gruppo, o tra due persone, o all'interno di una situazione. Non bisogna dimenticare che l'influsso che si esercita sugli altri provoca una risposta, così come anche noi rispondiamo a influssi esterni provenienti dall'ambiente.
Interpretazioni carta al diritto:
La Temperanza è la carta della rigenerazione e dell'innovazione, ma nel rispetto dei valori impliciti nel suo stesso nome: “temperanza”, ossia moderazione e autodisciplina. Può indicare una trasformazione felice, una nuova iniziativa proiettata verso il futuro, ma tutto ciò avviene lentamente con pazienza e all'insegna dell'equilibrio e della ragionevolezza. E’ una carta in grado di trasformare positivamente quelle vicine, ed è sempre un buon presagio di speranze realizzate e progetti portati a termine.
Dal punto di vista affettivo nella coppia vi è armonia e stabilità; le amicizie sono durature.
Dal punto di vista professionale un progetto viene portato felicemente a termine; talvolta la situazione, per quanto serena ed appagante, si rivela un po’ statica, priva di avanzamenti di carriera immediati.
Può anche rappresentare una persona stimata, serena e socievole. Interpretazioni carta al rovescio:
La Temperanza capovolta rimanda alla disarmonia e all’eccesso. Prevale l’instabilità emotiva, l’impazienza, il consultante tende a vivere nel caos, con uno stile di vita leggero e mondano, all'insegna della sregolatezza. I risultati ottenuti in qualsiasi campo avranno breve durata, subito schiacciati da ostacoli difficili da superare, qualora non entrino in gioco la pazienza e l'autodisciplina. Può anche indicare ritardi, rinvii, una situazione ancora instabile.
Dal punto di vista affettivo il rapporto non è armonioso, prevalgono tensioni e incomprensioni; può indicare incompatibilità di coppia.
Dal punto di vista professionale: opposizioni, progetti e iniziative che si arenano.
Può, anche, rappresentare una persona apatica troppo cauta o, al contrario, una persona leggera, farfallona, inaffidabile.
Il Diavolo
Il Diavolo, Arcano XV, nell'ordine numerologico corrisponde al Papa, Arcano V, grado 5 della serie decimale degli Arcani maggiori. Anche questa carta, come il Papa, rappresenta un ponte, un transito. Ma se il Papa indica una via verso le vette spirituali, il Diavolo appare come un tentatore che indica la via verso le profondità dell'essere. Questa carta si appoggia alla grande macchia nera che costituisce il suolo dell'Arcano XIII. La mano destra del Diavolo è in alto e la sinistra, in basso, regge una fiaccola: il gesto è opposto a quello del Bagatto e della Temperanza. Il personaggio del Diavolo sorregge una torcia e ha due ali da pipistrello: tutti questi elementi indicano che abita nell'oscurità, nella notte profonda dell'inconscio. Si potrebbe dire che rappresenti l'inverso del Papa, la luce che s'immerge nella materia. I personaggi della carta sono un miscuglio di umano e animale e alludono alle nostre potenze primarie, ai nostri ricordi preistorici seppelliti nel profondo dell’inconscio. Questa caratteristica ci ricorda, grazie a diversi segni esoterici che adornano i personaggi, che per arrivare all'illuminazione l'iniziato non deve rinnegare il lato animalesco bensì accettarlo e guidarlo verso la luce angelica. Il Diavolo, essendo stato un angelo, manifesta con la propria torcia il profondo desiderio di ascendere di nuovo verso la luce. Allo stesso modo, l'anima umana che affonda nel corpo carnale sente il desiderio profondo di risalire alle origini, alla divinità creatrice.
L'espressione del volto del Diavolo è ambigua: suggerisce sia una profonda concentrazione, sia una smorfia infantile. Superando il terrore popolare che ci ispira, pare ricordarci che è soltanto una creazione ingenua, un essere comico. In quel suo gesto di tirare fuori le sue due lingue, quella sul volto e quella blu scura che ha sul ventre, il Diavolo non nasconde nulla: è totalmente privo di ipocrisia. Se è dotato di diversi occhi sul volto, sul ventre e sulle ginocchia, è per guardare bene in faccia le proprie paure. È un essere con quattro facce. Al suo volto si aggiunge lo sguardo attonito dei due seni, le cui basi a forma di mezzaluna indicano un carattere sfrenatamente emozionale. La faccia sul ventre, anch'essa con la lingua di fuori, indica i suoi desideri sessuali e creativi. Lo sguardo delle ginocchia suggerisce una carnalità accettata, impregnata di spirito, che non disdegna la vita materiale. Ma il corpo di colore azzurro indica che è un'entità spirituale, una dimensione dello spirito, nonostante l'aspetto luciferino. I tre personaggi hanno le corna, rimandando così alle leggende medioevali dove si narra che certi animali rimangono impigliati con le corna nel bosco della passione. Infatti, il Diavolo è l'Arcano della passione: passione amorosa e passione creatrice.
È anche la carta della tentazione: un richiamo alla ricerca dell’occulto, dell'immortalità e dell'energia che racchiude lo psichismo, necessaria per qualsiasi opera umana. In questa carta si racchiudono tutte le potenze occulte dell'inconscio umano, negative e positive.
Il Diavolo sta in piedi sopra una specie di piedistallo, al quale due diavoletti sono legati con una corda arancione che passa attraverso l'anello centrale azzurro. Il diavoletto di sinistra potrebbe essere una donna e quello di destra un uomo, viste le fattezze dei due, anche se non viene evidenziata nessuna caratteristica sessuale. I due personaggi hanno i piedi come radici che affondano nel suolo nero. I piedi della donna hanno cinque dita, mentre quelli del diavoletto che si trova alla nostra destra ne hanno soltanto quattro. È in questa carta che si rivela la dimensione attiva del femminile e la dimensione passiva del maschile, con entrambe le energie che si uniscono al centro per dare vita al diavolo ermafrodita, che ha due seni e un pene. I due diavoletti che sono legati per il collo all'anello centrale alla base del piedistallo dicono che il Diavolo è il coagulo di tutte le energie del cosmo, l'unione degli opposti che sono fissati l’uno all'altro proprio al centro del segno della coagulazione.
In quanto androgino il Diavolo riunisce in sé gli attributi e le corrispondenti potenze dei due sessi uniti. Rappresenta il ***** nella sua forma di pulsione elementare, istintiva, energetica, è il desiderio, è Kundalini, ossia il serpente arrotolato nel loto alla base della colonna vertebrale che certe forme di Yoga possono risvegliare.
I fluidi mescolati dalla Temperanza , nella carta precedente, con il Diavolo arrivano al massimo dell'energia e si unificano dispiegandosi in tutta la loro potenza unita e contrapposta. È come se il liquido lunare fosse caduto dal cielo nelle viscere della terra. Quando le due essenze si mescolano e si compenetrano, anzi proprio dal loro compenetrarsi, si forma l'Androgino, quello che i Templari adoravano come Bafometto. L’astro del mattino, Lucifero, il portatore di luce, precipitato dal cielo e conficcatosi nel punto di equilibrio di tutte le forze al centro della Terra, è il coagulo di tutte le energie, il Sole nero. La carta indica un punto culminante dell'energia elementare dell'essere scatenata dal mescolarsi delle polarità opposte, lo Yang e lo Yin, il maschio e la femmina, il sole e la luna su un piano molto profondo dell'essere. Il pericolo di questa forza sta nel suo potere attrattivo e coagulante che costituisce un blocco, un nodo di energia che non si scarica. Spesso nelle favole i personaggi sconfitti da qualche strega o stregone vengono mutati in pietra e si immobilizzano per sempre, perché il rischio del Diavolo è il blocco, il raggelamento pietrificante di tutte le energie cosmiche: si spiegano così le due piccole figure legate con la corda al collo. Dante rappresenta il cerchio più profondo dell'Inferno, quello in cui è conficcato Satana, come scavato nel ghiaccio più spesso e profondo, blocchi congelati per l'eternità, forza d'inerzia paralizzante e cristallizzata.
Interpretazione carta al diritto:
Come l'Arcano XIII, il Diavolo può in un primo tempo spaventare il consultante. Infatti, subisce il peso di tutti i divieti morali e religiosi e rievoca l'immagine del male.
Nella mentalità popolare il Diavolo rievoca il denaro, tenta gli esseri umani con un contratto allettante, una ricchezza facile e veloce: può suggerire entrate di denaro oppure tutto quello che riguarda transazioni finanziarie importanti, a volte losche o segrete. E’ il grande tentatore che, nel regno materiale, rimanda al desiderio di ricchezza. Gli si associa anche l'annuncio di una grande passione, di una tentazione, di un'avventura amorosa. Il Diavolo può condurre indifferentemente alla fortuna o alla rovina. Invece, è sempre di buon augurio per le faccende legate alla creatività: suggerisce un talento profondo, l’ispirazione, un'intensa energia creativa.
Dal punto di vista affettivo indica passione, forte attrazione, sessualità intensa.
Dal punto di vista professionale indica grandi successi in ambito finanziario; può anche indicare un contratto promettente che conviene, però, studiare a fondo per non essere ingannati.
Può indicare anche un individuo energico e magnetico, dotato di grande carisma, un amante appassionato. Interpretazione carta al rovescio:
La situazione attuale, che ha le sue radici in scelte e atteggiamenti del passato, è carica di negatività, pericoli e cambiamenti estranei alla volontà del consultante. Il Diavolo rovesciato può rimandare alla debolezza, a carenze energetiche, a inconcludenza, paura delle responsabilità e dell'ignoto. Può rimandare, anche, ad assoluta mancanza di regole, soprattutto in campo sessuale, ad un egocentrismo smodato, rabbia e invidia
Dal punto di vista affettivo indica un amore interessato, tradimenti, bugie, avventure extraconiugali accompagnate da una paradossale gelosia nei confronti del partner.
Dal punto di vista professionale indica inimicizia nell’ambiente professionale, forte competitività.
Può anche indicare una persona nemica, ostile, violenta ed egoista, priva di scrupoli; un seduttore attraente ma negativo per il consultante.
La Torre
La sedicesima carta nominata “Casa di Dio” o “Torre” raffigura una torre fatta di mattoni color carne la cui cima incoronata è scoperchiata da un fulmine o da qualche forza interna, mentre due personaggi precipitano a testa in giù, proiettati fuori insieme a un turbinare di sfere colorate. Ai piedi della torre, sul terreno color oro e rigoglioso di vegetazione, ci sono due pietre gialle proprio nel punto in cui i due personaggi cadono.
L'energia accumulata nella carta precedente erompe e scarica il suo potenziale fecondatore: infatti la Casa di Dio in senso occulto significa eiaculazione, cioè fecondazione psichica, spirituale e materiale. Però qui la fecondazione non è ancora realizzata, ma solo annunciata e preparata dal prorompere delle forze esaltate al massimo grado: le sfere colorate cadono sulla terra per vivificare il piano materiale dell'esistenza. Quando il fuoco sotterraneo della carta precedente, acceso dalla commistione dei fluidi opposti, raggiunge il massimo dell'intensità, il fuoco celeste cade fulmineamente sulla torre e scoperchiandola permette la fuoriuscita dei fluidi trasformati e si annuncia la creazione di un nuovo essere che si realizzerà nella Stella (XVII). La trasmutazione avvenuta in basso accende per analogia il fuoco in alto, perché alto e basso sono entrambi nell'Uno: e, per questo, il fuoco del Cielo cade sulla Terra attratto da una forza irresistibile. Questo è anche il significato dei due personaggi che cadono a testa in giù, che potrebbero essere i due diavoletti della carta precedente ora umanizzati. I due personaggi, i cui capelli sono gialli, simbolo dell'illuminazione, con la mano sfiorano le piante verdi che crescono per terra: stanno rendendo onore alla potenza della Terra. Stanno a testa in giù, come L'Appeso dell'Arcano XII, perché guardano il mondo in un modo nuovo: l'intelletto, la mente, guarda in faccia la natura. Come nell’arcano dell’Appeso si opera un altro rovesciamento: a testa in giù si era penetrati nel mondo sotterraneo e a testa in giù si precipita sulla terra dopo aver attraversato il fuoco tellurico.
Come tutte le carte pari il Sedici è una porta, un passaggio che si compie bruscamente, è un’azione imprevista che rompe un equilibrio, rovina una costruzione faticosamente edificata, rompe una staticità e un'inerzia che come un alto muro imprigionavano le energie sufficientemente accumulate e ormai pronte a scaricarsi. La Torre è la presa di contatto con la realtà dopo essersi caricati di energie. L'importante è non fermarsi al Diavolo, credendo che lì tutto sia ormai compiuto e lo scopo raggiunto: in questo senso la torre folgorata è la perdita delle illusioni che è sempre dolorosa. Infatti, la Torre è color carne e perde proprio la cima, la testa coronata nel momento in cui si ergeva dritta e compiuta, quasi ad annunciare di aver terminato l'Opera intrapresa. Le tre finestre indicano i tre piani dell'essere nei quali deve operarsi questo sblocco di energie.
Questa carta ricorda il mito della Torre di Babele, costruita per arrivare fino a Dio e competere con la sua gloria, e mai terminata perché gli operai che vi lavoravano, colpiti da maledizione divina, presero a parlare in diverse lingue senza potersi più comprendere. È per questo che, tradizionalmente, la Torre viene associata alla punizione dell'orgoglio. Tuttavia, leggendo con attenzione il passaggio della Bibbia in cui si parla della Torre di Babele, ci si rende conto che il suo significato è lungi dall'essere catastrofico. Più che un castigo, la distruzione della Torre è la soluzione di un problema: il diluvio è terminato da poco, l'intero pianeta, copiosamente irrigato, è divenuto fertile. Sono sopravvissuti pochissimi esseri umani, i quali invece di disperdersi per coltivare i campi, si riuniscono per costruire una torre che, innalzandosi fino al cielo, arrivi a Dio. In un primo tempo questa costruzione intende essere un atto d'amore, il desiderio di conoscere il regno del Creatore. Ebbene, costui sapendo che è un progetto irrealizzabile, non colpisce la torre con un fulmine, non fa cascare giù nessuno dei suoi abitanti. Crea soltanto la diversità delle lingue per separarli. Si tratta di una benedizione più che di un castigo: gli uomini ripartono alla conquista della terra e tornano a lavorarla.
8 + 8 = 16: il Sedici è formato da due Otto, numero del passaggio durante il quale vengono pesati e misurati gli elementi che compongono l'insieme. Anche con la Torre si perde qualcosa e sembra che la spada della Giustizia raddoppiata diventi il fulmine che taglia via l'eccesso. La luce astrale che si è messa in circolazione all'interno deve fuoriuscire e circolare anche all'esterno per operare un passaggio di stato, un mutamento a livello più alto. Quando la trasformazione operata dalla morte è compiuta, gli effetti si vedono anche sul piano pratico perché la vecchia situazione esterna che permane ancora (è l'ultima a trasformarsi) è inadeguata alla mutata situazione interna e perciò è destinata a crollare per permettere che le nuove energie interne si possano tradurre sul piano pratico in modo adeguato, creando una situazione appropriata. Questo passaggio avviene in modo violento e improvviso.
Interpretazioni carta al diritto:
La Torre rimanda ad un conflitto doloroso ma necessario, un mutamento drastico e improvviso.
Per uscire da una situazione critica, divenuta insostenibile, non rimane altro che distruggere l'equilibrio, ormai stagnante, e accettare il cambiamento, in qualsiasi ambito esistenziale si riveli necessario. Rimanda alla necessità di misurarsi con la realtà e ridimensionare, con buon senso, le pretese eccessive.
Dal punto di vista affettivo può indicare un colpo di fulmine per chi è solo, una crisi portatrice di chiarificazioni per chi è in coppia oppure, quando il rapporto è giunto alla fine e non soddisfa più nessuno dei partner, una rottura dolorosa ma salutare.
Dal punto di vista professionale rimanda ad una sconfitta che consente di valutare meglio le proprie possibilità ,un cambiamento di opinioni e di lavoro.
Può rappresentare, anche, una persona ribelle che sconvolgerà la vita del consultante determinandovi importanti cambiamenti. Interpretazioni carta al rovescio:
Il mutamento che riguarda l’individuo avviene sempre in senso peggiorativo: cattive sorprese, imprevisti negativi, crisi, fallimenti, ostacoli insuperabili.
Il consultante si trova prigioniero in una sorta di vicolo cieco, in una crisi da cui si sente incapace di risollevarsi. Nonostante il crollo doloroso delle illusioni, il consultante rifiuta di accettare la realtà. Dal punto di vista affettivo indica una delusione sentimentale, un amore problematico e contrastato. Dal punto di vista professionale indica licenziamento, rottura di un contratto, una grossa delusione lavorativa.
Può rappresentare anche una persona materialista ed ambiziosa, collerica, un nemico deciso a fare del male.
Il Sole
L'Arcano XVII rappresenta una donna nuda inginocchiata sotto un cielo stellato, il primo essere umano a comparire nudo nei Tarocchi, prima degli Arcani XVIIII, XX e XXI. Con esso comincia l'avventura dell'essere che è giunto allo stato della purezza, del distacco. La donna rappresentata nella Stella non ha, quindi, nulla da nascondere. Il gesto della donna, piegata su un ginocchio, ricorda l'atto di adorazione che gli antichi rivolgevano agli dei versando nel fuoco o nell'acqua una coppa di vino. Il suo ginocchio posato per terra può essere anche un segno di ancoraggio: ha trovato il suo posto sulla Terra ed entra in comunicazione con il cosmo. Nella numerologia dei Tarocchi, il 7 è il grado più elevato dell'azione nel mondo: vi sono molti punti in comune tra la Stella e il Carro: entrambi affondano le radici nella terra, sul baldacchino del Carro splendono dodici stelle che indicano il suo legame con l'universo. Ma se il Carro penetra nel mondo come un conquistatore, la Stella agisce sul mondo irrigandolo, nutrendolo. I seni nudi rimandano alla lattazione, e si potrebbe vedere nelle stelle un'allusione alla Via Lattea. Le stelle che sono otto, numero della Giustizia e dell'equilibrio, dell'armonia cosmica al cui ritmo vibrano tutte le creature, ci indicano che si è raggiunta una perfezione: la perfezione del dono. La donna versa da due anfore due liquidi: uno, che sembra sgorgare dal ***** ed è versato dalla mano sinistra, cade sulla terra; l'altro è versato dalla mano destra nell'acqua che formerà, nella carta seguente, la pozza d’acqua da cui emerge il gambero della Luna. Vi si può vedere l'immagine dell'acqua spirituale (gialla) e di un'acqua sessuale o istintiva (blu) che nutrono insieme l'ambiente circostante. È possibile che una delle anfore sia ricettiva e capti l'energia del fiume azzurro, mentre l'altra vi versa una luce stellare. I fluidi vitali riscaldati dal fuoco tartareo del Diavolo e dal fuoco celeste della Casa di Dio, tornano alla natura per fecondarla: la potenza seminale del Sedici qui è completamente dispiegata, manifestata nei suoi effetti.
Inoltre, bisogna notare che le anfore sono dello stesso colore, cioè i due aspetti della polarità che si sono già unificati a un livello profondo ora, in modo manifesto, esercitano il loro influsso sulla natura esterna, sul corpo e sui fluidi psichici.
Sulla fronte della donna, la luna arancione suggerisce l'intelligenza trasformata in saggezza ricettiva, che le permette di trasmettere la forza universale che l'attraversa, simboleggiata dal cielo stellato. Ma è anche un essere di carne, che fa parte della natura: sul suo ventre tondeggiante, il segno che si vede all'altezza dell'ombelico suggerisce il germe di una vita. Irradia fertilità, intorno a lei spuntano alberi dalle fronde arancione. Quello che la Stella riceve dall'alto lo riversa sulla terra per fertilizzarla. Qui il cammino itinerante del Matto, energia primaria, si ferma per cedere il passo a una comunicazione con l'umanità. L'essere generoso diventa fonte inesauribile che dà e riceve in un medesimo movimento di purificazione. A mano a mano che svolge la propria azione, fertilizza e schiarisce il paesaggio, terra, sabbia, alberi, acqua. La grande macchia nera che appare nell'Arcano XIII e diventa il fondamento misterioso dell'Arcano XV trova qui un'espressione sublime nella forma di un uccello che, in cima a un albero, si prepara a spiccare il volo verso il centro nero delle stelle. La forza che scaturisce dal centro dell'universo, simboleggiata dalle stelle, scende verso l'essere umano, purifica la terra e ritorna all'universo, in un movimento di eterno ritorno. La figura dell'uccello può anche ricordare l'araba fenice che rinasce dalle proprie ceneri (ritroviamo questa figura nel Due di Coppe e nel Quattro di Denari). In questo senso, la Stella è il canale dell'infinito e dell'eternità.
Simbolicamente, la Stella rappresenta la guida spirituale che ci portiamo dentro, collegata alle forze più profonde dell'universo, alla divinità. E lo sconosciuto che abbiamo dentro di noi e in cui possiamo avere fiducia: la nostra "buona stella".
La Stella indica, infatti, la Speranza. Dopo il crollo della Torre bisogna sperare. Ricordiamo che la speranza è una virtù che produce un irraggiamento come le altre due che le sono tradizionalmente abbinate: la Fede e cioè il Tre, l'Imperatrice, e la Carità o Amore che è poi la sesta carta dei Tarocchi, l'Innamorato.
Interpretazioni carta al diritto:
La Stella indica sempre una situazione particolarmente favorevole al consultante, che può contare su protezioni ed aiuti celesti. Indica il punto d'arrivo, la conclusione di ciò che è stato fatto in passato, la realizzazione degli sforzi compiuti: una soddisfazione, una ricompensa, una concretizzazione dei sogni e delle speranze oppure un nuovo inizio, una nuova prospettiva da cui ripartire.
Dal punto di vista affettivo indica un amore romantico ma non privo di profondo coinvolgimento fisico; un futuro sentimentale felice; una nascita, amici sui quali il consultante può contare.
Dal punto di vista professionale indica un lavoro a contatto con il pubblico e con ottime possibilità di successo.
Può rappresentare anche una persona equilibrata e disinteressata alle questioni materiali, che sa dare buoni consigli.
Interpretazioni carta al rovescio:
Con il capovolgimento della carta, la fortuna si trasforma in sfortuna, il momento favorevole da non lasciarsi scappare, in un periodo difficile, privo di occasioni. Si tratta in genere di una condizione di disagio su tutti i fronti, contrassegnata da speranze frustrate o almeno non ancora realizzate. L'attesa è lunga e il consultante, troppo sicuro di sé e troppo poco ragionevole, fatica ad adattarvisi; può allora manifestare atteggiamenti contraddittori: azioni imprudenti, ostinazione, rigidità mentale; rifugiarsi in fantasticherie, nell'apatia, nella pigrizia, nel pessimismo.
Dal punto di vista affettivo indica freddezza nella coppia, incomunicabilità, disinteresse reciproco. Dal punto di vista professionale indica insoddisfazione, lavoro frustrante e mal retribuito.
Può indicare una persona fredda e falsa; un individuo mediocre che si reputa un grande artista.
Tutte le energie dei Tarocchi si concentrano nella carta del Giudizio. La potenza generativa e coagulante espressa dalla carta precedente si attua completamente nel Giudizio. Il dualismo che ancora permaneva nella diciannovesima lama è superato qui dal ternario: nella carta sono raffigurate tre figure: un uomo (il Padre) una donna (la Madre), rivolti verso un fanciullo che sorge da una tomba (il Figlio), ossia il germoglio nel quale le loro potenze contrapposte si sono unificate dispiegandosi completamente. Dopo la ricettività della Luna e la nuova costruzione intrapresa dal Sole, si assiste qui alla nascita di una coscienza inquadrata da un principio femminile a sinistra e da un principio maschile a destra, rappresentata dal giovane che sorge dalla tomba. Il lavoro è stato compiuto: l'anima e l'animus si riappacificano attraverso la preghiera. Insieme hanno creato l'androgino divino che obbedisce al richiamo della Coscienza suprema rappresentata dall'angelo.
Dopo essere passati dalle profondità dell'inconscio, dopo un lavoro che magari è stato portato a termine nel dolore, e comunque nelle tenebre, una nuova vita si risveglia, come una nascita o una resurrezione. Si pensi al Giudizio Finale, in cui i morti si levano dalla tomba.Tutto ciò che è morto rinasce. Questo fatto è anche simboleggiato dai corpi nudi che escono dalla terra: la natura umana che risorge è completamente priva di scorie, ancora di più che nella lama precedente nella quale i due bambini avevano ancora un indumento che celava gli organi sessuali; nel Giudizio invece anche il ***** è coinvolto nel processo di rigenerazione.
Questo Arcano suggerisce l'idea che una forza che sfida la morte agisce sulla nostra esistenza: una coscienza immateriale e immortale. Ricordiamo anche che 10 + 10 = 20, cioè la nostra carta rappresenta il compimento del destino umano e divino e la conseguente uscita dalla ruota delle nascite e delle morti, cioè l'immortalità.
L'angelo appare all’improvviso sopra i tre personaggi squarciando il nembo azzurro attraverso il quale il suo splendore si manifesta, perché l'intervento divino è imprevedibile e misterioso, dell’angelo vediamo i raggi e ne percepiamo il soffio e le ali, ma la sua essenza è nascosta, i suoi moventi sono un mistero. Angelo in greco vuol dire nunzio, colui che porta notizie, che avverte. L'Angelo collega l'alto col basso, così come il dio Mercurio o Ermes era l'intermediario tra dei e uomini. Anche la dea Iride, l'arcobaleno, faceva da contatto tra il mondo umano e quello divino: e il nostro angelo appare squarciando una nube proprio come fa l'arcobaleno dopo la pioggia. L’angelo annuncia la congiunzione tra alto e basso, macrocosmo e microcosmo che, richiesta dalla preghiera dei due personaggi accanto alla tomba, si compirà nella carta seguente.
La carta ci fa venire in mente la tromba del Giudizio Finale e quelle degli angeli dell'Apocalisse il cui suono annuncia l'apertura dei sette sigilli e la rivelazione di tutti i misteri, oltre alle inespugnabili mura di Gerico che furono abbattute dal soffio delle trombe.
Il fondo d'oro della piscina lunare, reso manifesto dal Sole, si trasforma qui in una tomba che fa rinascere a nuova vita. La croce sullo stendardo dell’angelo indica l'avvenuta unione degli opposti e annuncia la ricomposizione in unità del quaternario degli elementi che nella carta successiva, il Mondo, si dispiegherà completamente realizzandosi.
Interpretazione carta al diritto:
Come il giudizio divino si annuncia rapido ed improvviso, questa lama rimanda all’inatteso e all’imprevisto, un qualcosa che si manifesta a prescindere dalla volontà o dagli sforzi del consultante. Indica, quindi, piacevoli sorprese ed eventi positivi: un successo, una conquista, oppure un completo rinnovamento dopo una crisi. Si profila, quindi, una svolta decisiva nella vita del consultante in ogni campo. Il Giudizio indica spesso una notizia inaspettata: una lettera, una telefonata. Il Giudizio rimanda, infine, al nascere di un desiderio, di una vocazione, a una chiamata di qualsiasi genere.
Dal punto di vista affettivo rimanda ad un nuovo amore oppure ad una svolta decisiva nel rapporto.
Dal punto di vista professionale indica una svolta nel lavoro o negli studi.
Può rappresentare anche una persona stimolante, magnetica, eccentrica, libera da pregiudizi.
Interpretazione carta al rovescio:
Quando il Giudizio appare capovolto la risposta alla domanda formulata dal consultante è negativa.
La trasformazione annunciata dalla carta diritta si traduce, quando è capovolta, in una difficoltà di rinnovamento o nel rifiuto ad accettarlo. Il cambiamento, infatti, può essere imposto e non desiderato. Indica che situazioni ormai ritenute concluse vanno rimesse in discussione; è necessario assumersi le proprie responsabilità; si tende a continuare a rinviare decisioni che vanno prese o ad ostinarsi su posizioni errate. Può indicare l’arrivo di brutte notizie o sgradevoli sorprese.
Dal punto di vista affettivo indica una crisi nell’ambito della coppia, la perdita di un affetto, falsi amici.
Dal punto di vista professionale indica grossi problemi e delusioni nell’ambito lavorativo, litigi e imbrogli.
Può rappresentare anche una persona materialista oppure esaltata, falsa e imbrogliona.
Il Mondo
Questo Arcano porta il numero XXI, il valore numerico più elevato dei Tarocchi. Rappresenta la realizzazione completa dell'unione degli opposti annunciata dall'angelo del Giudizio. Questa carta, indica il compimento dell'Opera iniziata quando il Matto, con le vesti del Bagatto, ha dispiegato davanti a sé il contenuto del sacchetto per giocare. È il risultato del Gioco, la ruota dei Tarocchi giunta al compimento. Al centro della carta è raffigurata una donna che pare danzare al centro di una corona di foglie azzurre, tenendo nella mano destra una boccetta, principio ricettivo, e nella sinistra una bacchetta, principio attivo. Come nel simbolo del Tao, lo yang sostiene lo yin e viceversa. La bacchetta è la stessa del Bagatto: ciò che era all'inizio ora è stato compiuto. Una stola di colore blu (in alto, dietro la nuca della donna) passa davanti al suo corpo diventando rossa. Sebbene il personaggio sia innegabilmente femminile, questa figura suggerisce l'unione dei due principi, l'androgino realizzato.
La corona veniva data come premio ai vincitori di gare sportive e artistiche, di lotte, di prove, di sfide, a tutti coloro che riuscivano a raggiungere la meta desiderata; perciò il fatto che la donna sia circondata da una corona a forma ovale fa venire in mente il trionfo su tutte le avversità, la realizzazione dell'Unità non solo su un piano spirituale o astratto, ma anche nella concretezza del mondo. Nella tradizione cristiana Cristo, la Madonna o i santi talvolta vengono rappresentati all'interno di un ovale. La mandorla è insieme un simbolo di eternità e una forma che ricorda il ***** femminile. Si può assimilare questo Arcano all'unità ritrovata del mondo nella sua totalità.
Ricorda anche l'uovo filosofico, infatti l'arte alchemica è paragonabile all'uovo in cui si ritrovano i quattro elementi: il guscio è la terra, l'albume è l'acqua, la sottilissima membrana che si trova sotto al guscio è l'aria mentre il tuorlo è il fuoco.
Quattro figure circondano la donna nella mandorla, come quattro energie di base unite in armonia al servizio dello stesso centro. Nella tradizione cristiana, l'angelo, il bue, l'aquila e il leone rappresentano i quattro evangelisti; corrispondono anche ai quattro segni cardinali dello Zodiaco: rispettivamente Acquario, Toro, Scorpione, Leone; rimandano ai quattro elementi: rispettivamente Acqua, Terra, Aria e Fuoco. L'animale di colore rosa carne non può essere identificato con certezza: cavallo o bue, è comunque un animale da traino che simboleggia l'offerta, l'aiuto, il sacrificio. A differenza degli altri tre elementi, questo animale non ha l'aureola perché non partecipa dell'eternità. In questa carta l'energia fìsica e materiale raggiunge la pienezza, il corpo nonostante sia effimero è purificato da qualunque macchia..
Le altre tre figure sono elementi cosmici: l'angelo rappresenta la perfezione emozionale, la santità, il cuore pieno di amore che si dedica al dare. L'aquila con la sua aureola simboleggia la realizzazione della mente: il genio. Il leone, anch'esso fornito di aureola, rappresenta la realizzazione dell'energia creatrice, una sublimazione che conduce lo sforzo selvaggio alla creazione cosciente, è la figura dell'eroe che non esita a sacrificare la propria vita. Le quattro energie si irradiano intorno al centro, completamente realizzate. E nel suo uovo azzurro, il personaggio centrale danza guardando verso sinistra: la ricettività. Il piede è appoggiato sul suolo rosso arato: l'attività vitale è stata lavorata nel piacere, il mondo è stato accettato così com'è, in piena coscienza. Sotto questo suolo vivo, celato a malapena sotto un laccio giallo, s'intravede un uovo bianco. Potremmo dire che è l'uovo della Papessa che si è schiuso in tutte le sue potenzialità. Questa carta potrebbe rappresentare l'animo mundi, l'agente universale che sta in tutte le cose e ci unisce a tutte le cose.
Interpretazione carta al diritto:
Il Mondo diritto è la carta più positiva del mazzo. Il successo sarà completo e duraturo in qualsiasi ambito della vita del consultante: amore, lavoro, denaro e salute. E', dunque, la carta della realizzazione, della perfezione, della certezza.
Dal punto di vista affettivo indica affetti ricambiati, il coronamento di un sogno d'amore, un'unione felice e duratura.
Dal punto di vista professionale indica successo, il raggiungimento dei propri obiettivi, un’attività solida e redditizia.
Può rappresentare il consultante, specialmente se donna; più in generale una persona semplice ma dotata di carisma, onesta, altruista e sincera.
Interpretazione carta al rovescio:
Più che a un completo capovolgimento del significato, come avviene spesso quando l'arcano compare capovolto, si assiste qui, data la positività intrinseca del Mondo, a un'attenuazione di esso. Gli eventi, per quanto prossimi alla realizzazione, non sono ancora realmente conclusi. Il successo è certo ma non immediato e risente dell'influenza di ostacoli esterni, superabili ma fastidiosi.
Può rappresentare anche una persona potente ostile al consultante.
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Fonte: Tarocchi - Arcani Maggiori
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