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Yasser Arafat, si chiude a Parigi la parabola del leader palestinese
Si apre la delicata fase della successione
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«Yasser Arafat è clinicamente morto». O meglio: «Si trova in un coma profondo di quarto livello». Morte cerebrale, in pratica. «Viene tenuto in vita dai macchinari».

PARIGI - Yasser Arafat è clinicamente morto. Al termine di una giornata nella quale le voci sulla salute del 75enne leader palestinese si sono rincorse, sempre più gravi, tocca ai medici dell'ospedale militare parigino nel quale è ricoverato da una settimana emettere la sentenza più dura sul destino del rais: "Per Arafat non c'è nessuna speranza di recupero", spiegano fonti dell'ospedale di Percy à Clamart. "Il presidente è in coma profondo di quarto livello". In altri termini, le macchine potranno tenerlo artificialmente in vita anche per giorni o settimane, ma il leader palestinese non è più cosciente, né tornerà a esserlo.

L'annuncio della morte clinica è arrivato al termine di una giornata di annunci e smentite. La prima comunicazione di un improvviso aggravamento di Arafat arriva ieri notte, quando fonti palestinesi riferiscono che l'anziano leader è stato ricoverato nel reparto di terapia intensiva. Successivamente, le stesse fonti comunicano che, dopo aver perso varie volte conoscenza, Arafat è entrato in coma.

La situazione precipita nel pomeriggio di oggi. Nonostante il premier palestinese Abu Ala smentisca la notizia del coma, tra la folla di giornalisti radunata fuori dall'ospedale militare si diffondono voci incontrollante sulla morte di Arafat. Dopo le 15, al capezzale di Arafat arriva il presidente francese Jaques Chirac. Un'ora più tardi, si viene a sapere che il leader palestinese è stato sottoposto a un elettroencefalogramma (altri parlano di una Tac al cervello), chiaro segnale, secondo i medici, della gravità delle sue condizioni.

Sono da poco passate le 17 quando sulle sorti di Arafat si scatena un nuovo giallo: la tv pubblica israeliana ne annuncia la morte. Abu Ala smentisce, la radio militare di Tel Aviv conferma. Giallo nel giallo, il premier lussemburghese Jean Claude Juncker dichiara ai giornalisti: "Arafat è morto da 15 minuti". Salvo ricredersi mezz'ora dopo quando, dopo un colloquio con Chirac, ritira la sua dichiarazione.

Ci pensano i medici francesi a chiarire il mistero. Il portavoce dell'ospedale esce dai cancelli per leggere ai giornalisti una breve dichiarazione: "Arafat non è morto". Tecnicamente ineccepibile. Meno di un'ora più tardi sono fonti dello stesso ospedale a chiarire che il presidente dell'Autorità nazionale palestinese è tenuto artificialmente in vita dai macchinari, ma è in stato di morte cerebrale. Fuori dall'ospedale comincia a radunarsi una folla di sostenitori in lacrime.

Arafat era arrivato a Parigi esattamente una settimana fa, dopo aver ricevuto dal governo israeliano l'autorizzazione ad uscire dal bunker di Ramallah per essere curato. Le condizioni del leader palestinese erano parse subito gravi, ma i medici francesi, dopo aver escluso la diagnosi di leucemia, si erano espressi con ottimismo sulle sue possibilità di recupero.


(4 novembre 2004)

La redazione di megghy.com

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