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Scandali finanziari
“Tornaconto personale e tutela del risparmio”

 
Per saperne di piú contattami: giovannifalcone@excite.it

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E’ incredibile! ! ! forse addirittura paradossale…

Alla fine diremo grazie agli autori dei disastri finanziari più recenti se, a distanza di quasi mezzo secolo, potremo tutti apprezzare una buona legge per la “Tutela del risparmio”, in aderenza alla volontà dei Padri Costituenti (*).

Il collasso finanziario di alcuni, fra i più importanti colossi alimentari nazionali, ha indubbiamente minato in modo significativo la fiducia degli investitori, soprattutto quelli non istituzionali, quale appunto il risparmiatore comune.

Acquistare oggi una partecipazione in un capitale di rischio, ovvero sottoscrivere delle obbligazioni è diventato un gioco d’azzardo, salvo affidarsi alla sorte se si crede in San Gennaro.
Allo stato, in presenza di proposte di investimento, spesso approssimative e lacunose formulate dal mondo bancario e finanziario, da controlli evanescenti e scritture contabili neanche verosimili, la garanzia di solvibilità di un’impresa, sia pure quotata nell’euromercato, può diventare una vera scommessa.

Il Disegno di Legge tanto atteso dall’azienda Italia, sembra orientato a stroncare, in primo luogo, endemici interessi fra loro in conflitto, da molti indicati fra le cause principali dei citati disastri finanziari che tanto danno hanno arrecato al mondo dei piccoli risparmiatori (1).
La diagnosi non può essere diversa, se pensiamo alla collaudata inefficienza della catena dei controlli contemplati dalla vigente legislazione, a cominciare dal Collegio Sindacale, per continuare con le Società di Revisione e finire agli Organi Istituzionali.
Lo stesso Presidente della Commissione Nazionale per la Società e la Borsa (CONSOB), nel corso della lettura nelle Aule Parlamentari della Relazione di rito per l’anno 2003, commentando i citati scandali, con riferimento alle banche, ebbe testualmente ad affermare:
“”I potenziali conflitti tra i diversi interessi possono portare gli intermediari a incentivare collocamenti obbligazionari da parte di società o gruppi nei confronti dei quali non ritengono di incrementare la propria esposizione.””

Ciò detto, se è vero che l’esperienza insegna, siamo tutti fiduciosi dei contenuti della nuova disciplina normativa, sicuramente capace se non a sconfiggere definitivamente il malaffare, almeno a contenerlo.
E’ con tale spirito che, come comune cittadino, voglio fare una preghiera ai nostri illustri Rappresentanti, affinché:

1. i componenti del Collegio Sindacale, alla stregua degli amministratori, rispondano in sede penale ed amministrativa delle loro interessate inerzie e consapevoli omissioni (2);

2. aumentare il regime delle incompatibilità sui componenti il citato Organo di Controllo (strada peraltro già avviata con la recente riforma del diritto societario a proposito del professionista nominato sindaco nella stessa azienda che cura la contabilità), ovvero delle Società di Revisione;

3. introdurre l’obbligo di una preliminare approvazione da parte di apposito Ufficio, da allocarsi nell’ambito della nuova “Autorità per la tutela del risparmio”, per la promozione e vendita di prodotti finanziari, al fine di scongiurare l’uso indebito di acronimi in tutto simili a quelli utilizzati dai “Titoli pubblici”, la cui confusione è risultata mortale al piccolo risparmiatore (pensiamo ai cc.dd. strutturati BTP Index, BTP Tel, BTP equità, CTZ equità, BOT Strike 2002 etc.);

4. estendere agli Intermediari che partecipano al collocamento sul mercato delle obbligazioni emesse dalle imprese (anche diversificandone l’entità con quelle quotate in Borsa), la stessa responsabilità degli emittenti per eventuali insolvenze o danni all’investitore.

Nelle more di vedere il Testo definitivo, auspico uno sforzo collettivo del “comune sentire” (che il Codice Penale chiama “FEDE PUBBLICA”), volto a trascurare, una volta tanto, quel “buonismo” che spesso ci assale in misura direttamente proporzionale alla lungaggine dei processi.
Di fronte alle gravi responsabilità emerse in capo agli autori degli scandali, peraltro rei confessi, possiamo limitarci a sperare una prevalenza significativa delle “aggravanti” per una condanna “senza se e senza ma”.

Bari, 26 gennaio 2005

Si ringrazia Giovanni Falcone per la collaborazione.

giovannifalcone@excite.it

(*) Art. 47 Costituzione “ La Repubblica incoraggia e tutela il risparmio in tutte le sue forme; disciplina, coordina e controlla l’esercizio del credito. Favorisce l'accesso del risparmio popolare alla proprietà dell'abitazione, alla proprietà diretta coltivatrice e al diretto e indiretto investimento azionario nei grandi complessi produttivi del Paese”.

(1) La vicenda “Parmalat”, le tante verità di un disastro

(2) Il Collegio Sindacale nel nuovo Diritto Societario

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