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"Io e Vincenzo"
Carissime amiche!
Ho bisogno anch’io di parlare e condividere qualcosa con tutte voi.
E’ una semplice esperienza ma molto forte emotivamente.
Forse quasi nessuno sa che tra i tanti hobbies ho quello della scrittura e che mi prende moltissimo.
Ho frequentato una scuola di scrittura nella mia città e pur aver vinto una selezione nazionale con un racconto relativo alla mia esperienza nella scuola di scrittura…..non avevo ancora letto qualcosa ad un pubblico che non fossero gli amici della scuola stessa.
Ho avuto questa possibilità venerdì 25 novembre all’interno di una mostra dove avveniva l’incontro di poeti e scrittori.
Io non mi reputo scrittrice, per carità, ma solo una persona a cui piace scrivere e se possibile regalare una emozione a chi mi legge….sperando che l’emozione avvenga!
Confesso che avevo paura di restare senza voce e di non riuscire a leggere…..ma poi ho rifiutato il microfono e ho iniziato mentre nella sala cadeva il silenzio.
E il silenzio è durato fino alla fine del racconto….poi un caloroso applauso…..e mi sono ripresa dalla mia immersione nella lettura. Avevo il batticuore, credetemi!!
E’ stata una bella serata e vari e positivi i commenti!!
Vi allego il testo per chi volesse e avesse voglia di leggerlo. Il titolo è “Io e Vincenzo” ed è un piccolo momento della mia infanzia.
Aspetto i vostri commenti naturalmente positivi e non eventualmente……fatemi sapere cosa ne pensate!!
Un grazie e un abbraccio a chi mi leggerà
Patrizia
Io e Vincenzo
Un giorno ero in riva al mare tirando sassi all’acqua quando mi si avvicinò Vincenzo.
Era un po’ di giorni che non scendeva a giocare e fui contenta che mi avesse cercato anche perché varie volte avevo bussato a casa sua senza trovarlo.
Mi ero chiesta dove potesse andare visto che era estate e la scuola era finita.
Vincenzo era il bambino che si faceva trascinare nella sabbia per creare le piste per giocare a biglie colorate.
Sì proprio lui che si rialzava immancabilmente gonfio di sabbia e anche se aveva difficoltà a camminare non perdeva mai, pur dondolando, l’equilibrio.
Oppure era quello che si infilava, data la sua magrezza, a raccogliere i palloni che volando si nascondevano nei posti più irraggiungibili ma niente era impossibile per quel ragazzino dalle gambe sottili, lo sguardo serio e triste e le poche parole.
Ma Vincenzo era anche l’ultimo di cinque figli arrivato dopo tanto tempo in una famiglia già grande. Ma pur essendo il più piccolo non gli veniva risparmiato niente. La sua famiglia non era facoltosa, come tante in quel periodo, e essere in sette rendeva tutto più difficile. Era sempre ordinato nel vestire ma purtroppo le sue cose avevano visto tempi migliori per non dire dei sandali dal ricordo “modello francescano”.
Spesso durante il periodo scolastico veniva a fare i compiti a casa mia e la cosa che mi meravigliava sempre era come si accostasse alle cose per toccarle. Un movimento leggero di mano sulle cose a percepirne i dettagli. Gli occhi attraversati da pensieri non detti e accesi di meraviglia. Molto timoroso si sedeva sempre sul bordo della sedia appoggiando un piede a terra e dell’altro appoggiava solo la punta quasi fosse pronto a scappare.
Una cosa che lo faceva rinchiudere a riccio era la sua balbuzie. Con i ragazzini del quartiere, anche se ben voluto, era sempre chiuso e le parole poche proprio quelle indispensabili.
Non era bravo a scuola e la sua difficoltà a parlare lo faceva sempre essere al centro dell’ilarità degli altri. Quante volte ho visto lacrimoni brillargli negli occhi e trattenuti ostinatamente mentre il labbro inferiore veniva sacrificato tra i denti stretti.
Ma non era il solo a subire “torture”a quei tempi. La maestra dell’elementari che avevamo era una “dolce e tenera signora” con una bacchetta tra le mani che non la usava solo per picchiarla sulla cattedra per ristabilire il silenzio ma anche sulle mani dei bambini “difficili”. E tra i bambini difficili c’eravamo io e Vincenzo!
Sì proprio così! Per Vincenzo il fatto che fosse balbuziente era motivo di punizione perché il rendimento era basso. La maestra lo bacchettava sulle mani e lo metteva faccia al muro dietro la lavagna dicendo agli altri:
“Guai a chi non studia e non espone bene la lezione! Sarà punito a dovere come Vincenzo!”
E lui restava lì dietro il buio della lavagna a smaltire dolore e rabbia in silenzio. L’unico movimento erano i piedi che prendevano a calci qualcosa che non ho mai capito cosa fosse.
Per me il discorso era diverso.
Essendo io mancina svolgevo i compiti scrivendo con la mano sinistra e con una grafia pulita, tonda e chiara. Ma in prima elementare, pur toccando i righi quasi alla perfezione, incominciai ad essere un soggetto “fastidioso” e la maestra mi costringeva a scrivere con la destra!! Era una faticaccia quasi inverosimile che mi faceva scrivere male, macchiare ed accartocciare il foglio, e anche l’impugnatura della penna per me era innaturale con la destra. Allora la maestra invece di invogliarmi mi faceva alzare nel banco e mi si avvicinava nascondendo il braccio con la bacchetta dietro di lei.
In quel preciso momento calava un silenzio quasi di mortale attesa. Tutti sapevano e soprattutto io sapevo cosa sarebbe successo! Mi veniva chiesto di stendere il braccio sinistro in avanti con il palmo girato verso l’alto mentre dalla schiena della maestra faceva capolino la bacchetta e iniziava la sua corsa verso l’alto per poi ridiscendere sul mio palmo con colpo secco. Un dolore improvviso partiva dalla mano al cervello e mi faceva ronzare le orecchie mentre la sua voce si alzava nell’aula:
”Chi ti credi di essere per fare di testa tua e scrivere con la mano che vuoi? Eh? Hai capito che devi usare la mano destra come tutti gli altri?”
Una rabbia pura ed infantile mi si gonfiava dentro forse più grande del dolore che sentivo e cercavo comunque di spiegare che non facevo niente di male e che scrivevo come tutti gli altri. In seguito imparai che era meglio zittire e allora decisi che a casa avrei fatto i compiti con la sinistra e a scuola avrei scritto con la destra…così almeno dopo aver fatto i compiti mi restava tempo per giocare. Se avessi usato la destra anche a casa avrei finito a notte fonda!
Queste punizioni ingiuste avevano legato molto Vincenzo e me e quando tornavamo a casa ci raccontavamo la ferita più profonda che avevamo dentro: l’ingiustizia di ciò che subivamo! Infondo eravamo solo due bambini forse neanche tanto particolari.
Vincenzo, poi, mi portava anche la cartella quando ricevevo la punizione e cercava di consolarmi.
Mi diceva:“Non ti preocu-cu-pare quando mi farò gr-gr-ande mi co-co-com-pro un be-e-el ba-ba-st-st-one e la vado a pic-a picc-chia-re. Ma tan-n-te ma tan-n-te glie-ne do! Pe-pe-r me e pe-pe-r te!”
E io ho sempre creduto che un giorno l’ho avrebbe fatto!
Ma Vincenzo non sopportava solo quello purtroppo.
Quando dopo i compiti non scendevamo per strada, ci mettevamo sul balconcino della camera che affacciava sul giardino infilando le gambe tra le ringhiere larghe lasciandole penzolare da fuori. Ci guardavamo intorno, parlavamo e guardavamo chi passava godendoci delle buonissime rotelle di liquirizia.
Vincenzo ne era ghiotto e lo sapevo bene. Infatti quando uscivamo da scuola c’era una vecchina che vendeva caramelle in una casa a piano terra. Aveva tanti vasi di vetro coperti di tappi color acciaio pieni di caramelle di tutti i tipi, bastoncini di zucchero e liquirizie sia rotella che a bastoncini duri e morbidi.
Poiché mia madre mi dava sempre 10 Lire per le caramelle era giornaliera la spesa che facevo e dividevo con Vincenzo che sceglieva sempre e solo liquirizia.
Fu proprio quel giorno sul balconcino che lo vidi girarsi la liquirizia tra le mani senza mangiarla.
Gli dissi: “Ehi! Che fai non te la mangi? Mica è veleno! E dai che ti piace!!”
Non mi rispose e alzò gli occhi a guardare lontano e un sospiro gli gonfiò il torace.
All’improvviso lacrime lente e perpendicolari nella caduta, scivolarono dal suo viso planando sulle gambe mentre i singhiozzi, trattenuti, la gola li trasformava in un rantolo.
Gli appoggiai la mano sulla spalla anche se volevo abbracciarlo. Vincenzo amava così tanto gli abbracci che non aveva mai ricevuto che si irrigidiva solo ad un piccolo contatto e io me l’ero dovuto conquistare il posto della mano sulla spalla!!
Gli dissi: “Calmati…piano..piano…E poi dimmi che succede? Ti va?”
Vincenzo mi guardò con quei suoi occhi immensi.
Aveva degli occhi di un verde spettacolare, grandissimi e l’iride era schizzettata di pagliuzze dorate dove il verde assumeva tonalità più o meno intense a seconda della luce o della gioia o tristezza che trasmettevano.
Passò del tempo! Mi sembrò lunghissimo e avevo paura che Vincenzo stesse quasi evitando di respirare mentre quel faccino da bambino sembrava all’improvviso vecchio e stanco.
Mi spaventai a guardarlo vedendolo così ma continuai a fissarlo fino a che non vidi le sue labbra incominciare a muoversi.
Vincenzo aveva un papà bello, giovane e sfortunato. E questa triade di cose lo aveva portato a bere in maniera esagerata soprattutto quando perdeva il lavoro e restava a casa inattivo per lungo tempo. Aveva gli stessi occhi di Vincenzo e sembrava il futuro fisico di ciò che sarebbe stato il figlio.
Era buono ma l’alcool annebbiava la sua razionalità e sfogava la sua rabbia su chi gli era più vicino e soprattutto sulla sua famiglia.
Vincenzo farfugliando mi disse che era stato picchiato la sera prima dal padre e non sapeva il motivo si era solo trovato davanti a lui e la rabbia più grande del mondo gli era stata scaricata addosso.
E poi si girò di spalle dicendo: “ Gu-a-Gua-rda che te-tengo qui!!”
Grossi lividi sulla sua schiena vennero a far parte dei miei occhi spaventati e lacrimosi mentre il viso lo sentivo caldo di rabbia.
Vincenzo chiedeva: “Per-per-chè?”
Non sapevo cosa dire in fondo ero solo una bambina e anche spaventata, accidenti!!
Avvicinai la mia testa all’altezza del suo orecchio e dissi:
“Vince’…io non lo so perché i grandi sono così! Ma perché non lo dicono che sono arrabbiati così uno scappa via e non si fa trovare. Invece no!! Loro si alzano, si muovono e danno botte come se avessero diecimila mani. Non lo so Vince’…Non lo so! So soltanto che sono arrabbiata e mi dispiace di non essere grande!”
Vincenzo non voleva tornare a casa, la paura gli passava negli occhi e il suo silenzio diventava sempre più profondo misto alla consapevolezza che non poteva scappare via.
Il papà, me lo disse dopo una breve pausa, aveva ancora una volta perso il lavoro e quindi a casa non c’erano abbastanza soldi e molte volte la mamma riusciva a organizzare il pranzo ma non sempre la cena. E lui sempre più arrabbiato e i figli sempre più spaventati.
Quella sera chiesi a mia madre se poteva fermarsi con noi a cena prima di andarsene ma rifiutò e questo mi colpì molto anche se non capii il perché.
Insistemmo perché restasse ma lui ringraziava dicendo sempre no!!
Allora mia madre, con l’intuito che solo le mamme hanno a volte, gli preparò delle cose da portarsi via con la scusa di far provare a Rosa, la mamma di Vincenzo, una ricetta che aveva sperimentato e voleva sapere com’era venuta.
A mia madre Vincenzo non sapeva dire di no e anche se la busta era un po’ pesante l’accettò accennando un sorriso e declinando ogni aiuto.
E allora ho capito! Vincenzo non avrebbe mai mangiato da solo sapendo che a casa i suoi fratelli e i genitori avrebbero digiunato. Si sarebbe sentito in difficoltà e avrebbe finito per dirlo e chissà cosa sarebbe poi successo.
Rimasi sulla soglia del portone a guardarlo camminare un po’ inclinato sul lato sinistro per il peso e sperai che arrivato a casa avesse trovato tutto tranquillo.
Quasi avesse percepito i miei pensieri si fermò appoggiando a terra delicatamente la busta e si voltò verso di me.
Mi sorrise con le labbra e il viso luminoso e mi mandò un bacio sulla punta delle dita.
E in quella giornata piena e disperata, il suo sorriso mi fece capire che ce l’avrebbe fatta ancora una volta.
Mentre io invece, in quella giornata piena e disperata, ricevetti il mio primo bacio da un ragazzo e fui felicissima che mi fosse donato da lui, il mio migliore amico!
Patrizia Auletta
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bellissimo racconto patrizia,delicato ma che fa riflettere
mi hai commossa.
per fortuna maestre del genere non ce ne sono piu',punizioni assurde che lasciavano il segno in tutti i sensi.
dolcissimo il tuo amico vincenzo,
ciao,fiorella
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Fiorella cara grazie!!
Quanto sento che l'emozione prende è la cosa più bella che posso sentire!
Sai con questa esperienza non ho più scritto bene e ancora oggi mi pesa tantissimo...purtroppo il mio amico non l'ho più rintracciato!!!
Ti ringrazio molto sei stata gentilissima e molto cara
Un bacione
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patty l'ho letto in un fiato e mi sembrava perfino di vedere le scene ..come in un film
bravissimaaaaaaa !!!!!!!!! spero ci farai partecipi di altri racconti
baciuz ila
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Ho trovato già due sostenitrici...grande!!
Grazie Ilaria sono contenta per il tuo entusiasmo e che ti sia piaciuto... mi fa sentire che qualcosina potrei riuscire a farla no?
Sei carissima come sempre
Un abbraccio grande
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ho letto anch'io Patrizia, e il tuo racconto mi ha toccato il cuore... e ti rivelo un segreto: anche io ho sempre adorato scrivere.... e non sono mancina ma le mie due figlie più grandi lo sono, per fortuna non hanno dovuto subire quel che hai subito tu!!
ciao un bacio!!:tidoilcuore:
anto
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qualcosinaaaaaaaaaaaaaaaaa????????? già cosi è molto di + sei sulla buonissima strada e ricorda
una copia del tuo .. futuro libro .. autografato pour moi :remissivo:
:tidoilcuore:
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Patrizia io purtroppo non sono brava nelle parole
ma sono felice per te
ciao:abbraccioforte:
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Complimenti Patrizia,il tuo racconto è molto coinvolgente ,sei brava anche a descrivere i particolari .....pare quasi di vederli i due bambini sul balcone,continua così ,sicuramente la scrittura ti è congeniale,aspettiamo di leggere qualcos'altro!
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ed ecco qui..un'altra sostenitrice!!!!! bravissima Patrizia!!!complimenti!!aspettiamo di leggere ancora:baciii:
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Pat. ma che bello!!
Anch'io sono una mancina repressa, non dalla maestra, ma dalla mia nonna... poveretta, credeva che il mio fosse un vizio...
Quando parli di fogli macchiati ( io usavo il pennino e l'inchiostro ) accartocciati ( i miei erano anche bucati nel tentativo di cancellare) mi sono rivista a scuola e a casa...
A sette anni sono caduta e mi sono rotta il braccio destro,per una serie di motivi ci sono state delle complicazioni, ho dovuto subire un delicato intervento e sono stata a casa da scuola da novembre a maggio... la mia dolcissima insegnante, mandava ogni giorno a mia madre le spiegazioni di quello che aveva fatto in classe e gli esercizi da fare.. con la mamma giocavo alla mastra, io ero la maestra e lei la scolara che faceva i compiti tutti sbagliati ... io correggevo e intanto imparavo... Ho anche provato a scrivere con la sinistra e meraviglia... scrivevo benissimo... ma poi appena guarita sono stata costretta a ritornare a lavorare con la destra...
Ancora oggi, io faccio le scale usando come primo piede il sinistro... riesco a tagliarmi meglio le unghie con la sinistra e spesso prendo le cose con la sinistra, poi le passo a destra...
Scusami, mi sono dilungata...
Mi compiaccio tantissimo con te... sei proprio brava...mi raccomando regalaci ancora racconti come questo... fanno bene al cuore!!!
A presto, cara amica mia!! Bacionissssssssssssssssimi!!
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Mi unisco alle altre sostenitrici: bravissima Patty!!! Un racconto davvero toccante, scritto molto bene. Continua così mia cara, e regalaci altri momenti come questo. Un bacio grande
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Patriziaaaaaaa ma ci tenevi nascosta questa cosa? Sapevo che ti dilettavi nella scrittura ma non pensavo che scrivessi racconti così toccanti..............credimi ho ancora le lacrime agli occhi e i brividi.
Sei molto brava e aspetto di leggere altro...............mi raccomando.
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al mattino mi alzo sempre molto presto per poter assaporare il silenzio della mia casa:ho una famiglia numerosa e soprattutto molto rumorosa
di solito approfitto di questo momento per leggere qualcosa:leggo:
questa mattina mi hai fatto compania con il tuo racconto di vita
grazie Patrizia,e' stato veramente un bel regalo
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Perchè non riesco ad aprire il file? Sono proprio imbranata, mi dite come fare?
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E' un pdf lo apri solo se hai il programma adatto. Io lo apro con Adobe
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Brava Patrizia!!!!
Ho letto il tuo racconto tutto d'un fiato...mi ha molto emozionato. Hai saputo descrivere molto bene gli stati d'animo tuoi e del tuo dolce amico.
Mi piacerebbe leggere altri tuoi racconti.
Complimenti.
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Nemmeno a me lo apre! mi dice che il file è danneggiato :pianto3:
Oggi non è la mia giornata!
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Patrizia hai un'altra sostenitrice...
Molto bello il tuo racconto e commovente. Con chiarezze e semplicità ci hai fatto entrare nel tuo mondo, spero che presto ci farai leggere altre tue cose.
Un abbraccio, Donatella
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Grazie Patrizia
per me il saper scrivere,cosi' come la musica in genere , sono una specie di magia !!
grazie per avermi donato questo momento magico !!!
anche io ho vissuto in parte quelle vicessitudini scolastiche , ero una bambina tranquilla e uddidiente ma in classe vigeva una assoluta dittatura , ricordo una volta finii in ginocchio in fondo all'aula per essermi girata a chiedere una penna rossa alla mia compagna dietro di me , ed ero in seconda elementare °_°
per foruna traslocammo e dalla terza elementare in poi non ebbi piu' a che fare con tale maestra ...
quanti ricordi ..
grazie Patrizia
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io arrivo sempre in ritardo, ma il tuo racconto mi ha commossa, emozionata e riempita di gioia perchè amiche come te sono il dono più prezioso che una persona possa desiderare
grazie Patrizia, per come sei, per il ricordo che hai condiviso con noi, per averci dato la possibilità di fermarci a "pensare"
p.s. se le amiche non riescono ad aprirlo il problema potrebbe essere dovuto al formato; Pat, sostituisci lo zip con un rar e vedrai che leggeranno tutte
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Ecco un'altra tua fan, Patrizia!
Anche io ho letto il tuo racconto tutto d'un fiato e sono ancora molto commossa.
Sei bravissima, scrivi ancora perchè ti riesce molto bene.
E te credo che mentre leggevi il racconto in sala c'era il silenzio!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Peccato che non sei riuscita a rintracciare il tuo amichetto, sarebbe stato molto bello ed emozionante un incontro tra voi, non trovi?
Bravissima!
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Carissime amiche dire di essere emozionata davanti ai vostri messaggi è poco!!
Quanto affetto ritrovo dietro le vostre parole e credetemi è una bellissima sensazione di cui vi ringrazio
Naturalmente ringrazio anche Ammy per essersi fermato a leggere ciò che ho scritto.
Ho scoperto di aver vissuto una bella infanzia e che è ancora racchiusa dentro di me con tante immagini e ricordi e questo racconto è uno dei tanti momenti vissuti.
Non potevo che condividerlo con persone speciali come voi
Grazie ancora
Un abbraccio grandissimo per accogliervi tutte
Patrizia
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Bravissima Patrizia.....un racconto scritto benissimo è una storia emozionante e piena di sentimenti sono daccordo con Ilaria quando dice che man mano che leggeva vedeva le scene ha fatto lo stesso anche a me ci vedrei anche un bel film o un libro non solo una storia ti faccio mille auguri e ti mando un grande abbraccio......:buona-fortuna:
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Patrizia, il tuo racconto è bellissimo, coinvolgente e commovente. Fa riflettere....
Brava davvero!
P.s. quando mia figlia, che è mancina, ha iniziato la scuola, ho letteralmente proibito alle maestre di obbligarla a scrivere con la destra!! Alessandro, invece, all'asilo era ambidestro, ma poi ha prediletto la destra, e anche per lui è stata una scelta libera!
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Mi aggiungo con entusiasmo alle tue fans, il tuo racconto è molto bello, ben scritto e arriva dritto al cuore. Mi ha riportato alla mente gli anni ( per me lontani) delle elementari, i miei compagni , il vecchio libro di lettura con i suoi bellissimi racconti (veri capolavori anche se un po' tristi)
Non è da tutti saper emozionare con la scrittura, continua a scrivere Patrizia, regalaci ancora storie così.
Ti mando un abbraccio e aspetto il prossimo racconto
Ciao Enrica
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wau patrizia sono senza parole e stupendo questo piccolo racconto io gia sono emotiva giuro che mi sono commossa da morire è bellissimo giuro magari c'è qualche altro racconto ?? io non sono appassionata di lettura ma ho letto e poi man mano che leggevo mi sono fatta convolgere nel racconto spero di leggere qualche altra storia firmata patrizia !!
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E' un racconto triste...sapendo che lo hai vissuto,
tu e il tuo amico....ma che da molte emozioni...
non so perchè ma mi ha fatto tornare indietro quando stavo alle elementari...
ricordandomi dei miei amici di classe!
Grazie x aver condiviso il tuo racconto!!!
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Patrizia è bellissimo e molto reale. Mi hai fatto commuovere, complimenti.
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Ancora grazie mille carissime!!
Vedo che ho altre fans.....bene bene....questo mi spinge ad impegnarmi
Un bacione a tutte voi
Patrizia
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Ciao Patrizia! Leggo soltanto adesso questo tuo bellissimo "ricordo", descritto così meravigliosamente bene che sembra quasi di toccarlo! E' come se fossimo lì, a rivive insieme a te ciò che hai provato.... i sentimenti, le emozioni ma anche la realtà di un mondo "cattivo" agli occhi dei bambini!
Grazie Patrizia, per averci regalato un po' del tuo vissuto!
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Complimenti Patrizia un racconto emozionante...il file l'ho salvato tra le cose più care
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Carissime Daniela e Silvana grazie a voi!!
Siete carissime e le vostre parole mi fanno capire la vostra partecipazione ed emozione e per me è una cosa bellissima.
Ancora grazie e un abbraccio
Patrizia
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Cara Patrizia il tuo racconto mi è piaciuto molto,e se ti piace scrivere falo',
noi siamo qui pronte a leggere ancora!!! anche io scrivo ,ho un diario,e quando
mi scatta devo scrivere,dopo mi sento bene,quindi ti capisco! scrivi !!!!
un abbraccio grande.
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Ciao carissima!!
Grazie anche a te della partecipazione...hai ragioni scrivere fa bene!!
L'ho scoperto frequentando una scuola di scrittura e la cosa bella che ho imparato è anche il piacere di ascoltare gli altri.
Grazie moltissimo.....e continua a scrivere!!
Bacioni
Patrizia
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Patryy ho appena letto il tuo racconto è fantastico :) ..mi sembrava di vedere le scene man mano che leggevo :) ..ho immaginato te e il tuo amico vincenzo :) ..chissà cosa ne penserebbe lui di questo racconto :) hai provato a rintracciarlo??
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ps..la maestra l ha poi bacchettata?? hihihihi!! ..cattivella!
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Citazione:
Originariamente Scritto da
sOrAyA
Patryy ho appena letto il tuo racconto è fantastico :) ..mi sembrava di vedere le scene man mano che leggevo :) ..ho immaginato te e il tuo amico vincenzo :) ..chissà cosa ne penserebbe lui di questo racconto :) hai provato a rintracciarlo??
Grazie cara sono contenta che ti sia piaciuto.
Purtroppo non sono riuscita a rintracciarlo....sono passati tanti anni!!
Ma "mai dire mai" nella vita può accadere di tutto....chissà che non lo ritrovi un giorno così per caso!
Per quanto riguarda la maestra...spero che qualcuno dopo di me l'abbia fatto!!:)
:smack!:
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Bravissima Patty, un bellissimo racconto...tenero e commovente.
Per Fiorella: purtroppo di maestre così ne esistono ancora, anche se non usano più la bacchetta!!