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I segreti dei lampi gamma super esplosioni nel cosmo

Lampi Gamma

Scoperta l'origine del fenomeno grazie al satellite Swift, realizzato dalla Nasa, dall'Asi e dai britannici del Pparc. Ecco come nascono i lampi gamma le esplosioni più potenti del cosmo


ROMA - I lampi gamma, le esplosioni più potenti che si possono osservare nell'universo, adesso hanno meno segreti. Fino ad oggi si sapeva soltanto che i più lunghi lampi di questo tipo (della durata di oltre tre secondi) erano prodotti da stelle molto grandi che nell'arco di un milione di anni collassavano trasformandosi in buchi neri; ora una ricerca pubblicata su Nature e nella quale l'Italia ha avuto un ruolo di primo piano, ha scoperto l'origine dei lampi corti, i più sfuggenti, che possono durare da meno di due secondi a poche decine di millisecondi e che sono migliaia di volte meno numerosi dei primi.

A compiere le osservazioni, i cui risultati saranno presentati oggi anche dalla Nasa in una conferenza stampa, è stato il satellite Swift, lanciato il 20 novembre dello scorso anno e realizzato dall'ente spaziale americano in collaborazione con Agenzia spaziale italiana (Asi) e Consiglio britannico per le ricerche di astronomia e fisica delle particelle (Pparc).

Il gruppo internazionale di astronomi, coordinato dal responsabile del satellite presso il centro Goddard della Nasa, Neil Gehrels, ha scoperto che i lampi gamma corti sono prodotti da coppie di stelle di neutroni o da coppie composte da un buco nero e da una stella di neutroni che orbitano l'uno intorno all'altro e che finiscono per integrarsi in un periodo di tempo lunghissimo, pari a un miliardo di anni.

"Fenomeni come questi si trovano in galassie piuttosto vecchie, che hanno avuto a disposizione molto tempo per generarli e per raggiungere la periferia della galassia", ha detto il responsabile scientifico della missione Swift per l'Italia, Guido Chincarini, dell'università di Milano Bicocca e astronomo emerito dell'osservatorio di Brera.

Il primo lampo gamma corto, descritto su Nature, è stato catturato e localizzato esattamente da Swift il 5 maggio scorso e si trova nella periferia di una lontana galassia di tipi ellittico. Un altro lampo gamma dello stesso tipo è stato catturato il 7 luglio dal satellite Hete-II, anche questo messo a punto da una squadra internazionale. Le osservazioni sono state poi confermate dalle osservazioni fatte, da Terra, tramite il Very Large Telescope (VLT) dello European Southern Observatory (ESO). "Adesso - ha osservato Chincarini - abbiamo un'immagine buona di questi fenomeni, ma per certi versi ancora opaca". Sono quindi necessarie altre osservazioni dettagliate e vanno raccolti nuovi dati per capire come vengono generate queste potentissime emissioni di energia nell'universo.

 

La redazione di megghy.com

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