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Gli astronomi detective a caccia delle stelle che ispirarono gli artisti

Astronomi detective a caccia
di stelle che ispirarono i geni
Tre scienziati texani studiano i cieli per trovare i punti esatti rappresentati in famose opere di Munch, Van Gogh o descritti da grandi scrittori come Shakespeare
di ALESSIO BALBI

Androide


Astronomi detective a caccia
di stelle che ispirarono i geni
Tre scienziati texani studiano i cieli per trovare i punti esatti rappresentati in famose opere di Munch, Van Gogh o descritti da grandi scrittori come Shakespeare di ALESSIO BALBI


Donald Olson, Marilynn Olson e Russel Doescher
ROMA - Se vi piace chiamateli astronomi da museo. Loro preferiscono la più affascinante definizione di "astronomi detective". La sostanza non cambia: mentre in tutto il mondo enormi telescopi puntano i loro potenti occhi alla scoperta dei misteri dello spazio profondo e gli scienziati si affannano nello studio di complessi modelli teorici per comprendere la nascita dell'universo, in Texas un gruppo di scienziati ha un compito forse meno gravoso ma altrettanto affascinante: svelare i misteri dell'arte e della storia osservando le stelle.

Niente a che vedere con l'astrologia. Donald Olson e Russell Doescher sono due professori di fisica. Insieme a loro lavora la moglie di Olson, Marilynn, che mette a disposizione del gruppo le sue nozioni di filologia letteraria. Il lavoro del trio è una interessante combinazione di queste abilità: mettendo insieme le fonti documentali e i calcoli astronomici, il gruppo gira il mondo alla ricerca del luogo e del momento esatto in cui sono stati dipinti alcuni dei più noti capolavori dell'arte moderna.

L'importante è che in un quadro appaia una stella. Olson e soci sono in grado di fermare il momento esatto in cui il pennello si è posato sulla tela. Un esercizio ozioso? No, se è vero che in questo modo è possibile dirimere controversie che hanno diviso i critici d'arte per decenni.

Il colpo migliore, i tre texani l'hanno messo a segno probabilmente nel 2003, quando le loro analisi si sono concentrate su una delle icone artistiche della modernità, "L'urlo" di Edvard Munch. Non solo Olson e soci hanno trovato il punto esatto in cui si trovava l'uomo ritratto dall'artista norvegese. Hanno potuto anche stabilire che il cielo rosso sullo sfondo non era una proiezione mentale delle angosce del pittore, ma un effetto della disastrosa eruzione del vulcano Krakatoa, avvenuta nel 1883. Precedentemente, gli studiosi texani avevano fissato alle 21,08 del 13 luglio 1889 il momento esatto in cui Vincent Van Gogh aveva iniziato a dipingere il "Paesaggio notturno con luna levante" e avevano potuto stabilire che l'astro luminoso rappresentato nella "Casa bianca di notte", uno degli ultimi quadri del pittore olandese è il pianeta Venere.

I coniugi Olson e Doescher hanno messo le loro nozioni anche al servizio della storia e della letteratura: ad esempio hanno pubblicato studi secondo i quali due delle più grandi disfatte della marina americana nella Seconda Guerra Mondiale, il siluramento dell'Uss Indianapolis e lo sbarco di Tarawa, furono dovute alla particolare posizione della Luna nel cielo. In un altro saggio si dicono certi che la stella descritta da Shakespeare nelle prime battute dell'Amleto è la famosa supernova osservata anche da Tycho Brahe nel 1572.

Tanti casi risolti, ma i tre texani trovano sempre nuovi spunti. Oggi saranno in grado di scattare nuovamente una celebre foto di Ansel Adams, la "Luna autunnale", trovando, grazie ai cicli metonici, lo stesso cielo del 1948, quando la scena venne immortalata dal fotografo americano.

Chissà se l'osservazione del firmamento aiuterà Olson e i suoi a capire cosa Van Gogh abbia visto nella "Notte stellata", uno dei suoi dipinti più celebrati. Un dilemma che tormenta i tre scienziati da 18 anni, e che ancora non ha trovato soluzione.

(15 settembre 2005)


(fonte news: La Repubblica)

La redazione di megghy.com

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