LA RIFORMA DELLA PREVIDENZA COMPLEMENTARE
Il Consiglio dei Ministri, in data 24 novembre 2005, ha
approvato, su proposta
del
Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, il decreto
legislativo che
riordina la
disciplina delle forme di previdenza complementare e dà attuazione
alla delega
contenuta nell'art.1 della legge n. 243 del 2004 al fine
di assicurare più
elevati
livelli di copertura previdenziale. Il testo reca disposizioni
tese ad
incrementare l'entità
di flussi di finanziamento alle forme pensionistiche complementari,
a garantire
l'omogeneità del sistema di vigilanza sul settore,
a ridefinirne la disciplina
fiscale, a
monitorare la gestione delle risorse finanziarie derivanti
dalle contribuzioni
degli iscritti.
Le nuove norme diventeranno operative contestualmente all'entrata
in vigore
della riforma
della previdenza obbligatoria, cioè dal 1° gennaio
2008. La riforma - che
riguarda circa 12
milioni di lavoratori dipendenti privati (le norme escludono
al momento il
versamento ai
fondi integrativi della liquidazione di quelli pubblici)
- ha come elemento
centrale per il
decollo della previdenza complementare il criterio del
''silenzio assenso''. Dal
1° gennaio
2008 partiranno i sei mesi in cui il lavoratore potrà decidere
se lasciare il
Tfr in azienda o
a quale fondo destinarlo. Se, al termine di questo periodo,
il lavoratore non si
sarà espresso,
il suo Tfr ''maturando'' sarà versato dal datore
di lavoro nel fondo previsto
dal contratto.
https://www.governo.it/GovernoInforma/Dossier/previdenza_tfr/index.html
|