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W i fannulloni

Articolo di Giovanni Falcone

Per difendere i “fannulloni” nella Pubblica Amministrazione voglio prendere spunto da una recente sentenza della Corte Costituzionale laddove si comprende che spesso gli “incapaci” risultano molto più pericolosi ed idonei a minare la stessa convivenza civile.
Parliamo dell’obbligo di indennizzare il cittadino per una carcerazione patita non solo ingiustamente ma anche quando è sofferta in misura superiore alla stessa sentenza definitiva di condanna. Con questo elementare e condivisibile principio di civiltà giuridica, la ripetuta Corte Costituzionale (*1)  ha cassato la parte dell’articolo 314 del Codice di procedura penale nella parte in cui si condizionava il diritto all’equa riparazione a favore dell’imputato al proscioglimento nel merito al termine del procedimento penale.
Questa norma del Codice, veniva eccepita per possibili profili di contrasto con gli articoli 2 e 3 della Costituzione da parte delle Sezioni unite penali della Cassazione e della Corte di appello di Trieste.

Oggi, con la sentenza in parola, la Corte Costituzionale ha inteso stabilire il principio secondo il quale la “carcerazione preventiva” imposta all’imputato nel corso del procedimento penale , deve essere proporzionata alla sua responsabilità quantificata in sede di sentenza definitiva.
Una custodia cautelare  sofferta per un periodo più lungo del dovuto, anche in relazione alla effettiva condanna irrogata, determina l’obbligo dell’Amministrazione giudiziaria ad ampliare il relativo indennizzo.
Al riguardo, se è vero, come la Consulta  ha affermato con la richiamata sentenza, che il ristoro patrimoniale a fronte di una violazione della libertà personale rappresenta solo un “pallido rimedio” , cui devono essere sempre preferiti altri strumenti, ritengo altrettanto opportuno se non doveroso una urgente pronuncia normativa per compensare altri abusi commessi dalle Autorità pubbliche in danno dei cittadini.

Mi riferisco, in particolare, ai danni provocati dagli “INCAPACI” che operano impunemente nella Pubblica Amministrazione.

Quella degli “incapaci”, è una categoria di persone che supera di gran lunga i modesti danni normalmente provocati dai poveri “fannulloni” da tempo additati al pubblico ludibrio i quali, altro non fanno che limitarsi a rubare lo stipendio.
Gli  “incapaci” invece, oltre allo stipendio erogato loro indebitamente, riescono a produrre tali e tanti danni alla serenità dei cittadini, sovente neanche immaginabili e meno che mai quantificabili.

Voglio fare qualche esempio per meglio spiegare il concetto:

• Un processo mediatico di gravi nefandezze, dato in pasto alla stampa – urlata e scritta – grazie ad opportune e mai sanzionate fughe di notizie che, a distanza di svariati anni viene letteralmente smentito nelle Aule dei Tribunali;
• Una contestazione di gravi violazioni amministrative – anche per milioni di euro – da parte di Organi di Polizia che, seppure privi di qualsivoglia presupposto di ragionevolezza e razionalità se non addirittura folli e contrari alle norme, costringono il cittadino a lunghi contenziosi, tanto costosi quanto inutili;
• Esimi alti dirigenti di istituti di previdenza e funzionari di polizia che motivano il diniego al riconoscimento di un diritto acquisito, per effetto di una “Circolare” emessa nel 1960 (a commento di una legge di qualche anno prima), sottacendo e disconoscendo una legge del Parlamento emanata ben 17 anni dopo che al contrario, ne statuisce l’assoluto riconoscimento peraltro ripetutamente suffragato da sentenze giurisprudenziali.

In altre parole, cari Signori, il comune cittadino può subire delle ingiustizie e vessazioni di ogni genere da parte della “Pubblica Autorità”, pur senza patire l’onta della carcerazione preventiva.

Non parlo per sentito dire, ma per esperienze ahimè vissute direttamente, dove spesso sono arrivato a provare vergogna per aver fatto parte io stesso della Pubblica Amministrazione per circa 30 anni.

Egregio Signor Ministro, Onorevole  Professore Brunetta, mi creda … secondo un ordine di priorità e immediata pericolosità trovi il modo di colpire gli “incapaci” … per i fannulloni c’è sempre tempo, dopo tutto il danno è assolutamente modesto: W I FANNULLONI!!!

Bari, 22 giugno 2008

*1 Sentenza numero 219 del 20 giugno 2008 di Ugo Di Siervo

Scritto da Admin il 22 Giugno 2008 alle 22:16
 
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