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NON SONO RAZZISTA

Non sono razzista di Giovanni Falcone

“”Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. Omissis””- 1° comma art. 3 Costituzione.

A leggere i “Principi Fondamentali” della nostra Carta Costituzionale, rimango a dir poco estasiato per il senso di una lungimirante equità, giustizia e fiducia che, la sola lettura, riesce ad infondere e trasmettere.

L’attuale contesto demografico e storico dell’intera Europa e del nostro Paese in particolare, appare fortemente influenzato da un lontano ed inarrestabile processo di immigrazione.
Si tratta di un fenomeno naturale nella misura in cui le varie Istituzioni riescono a governarlo, tanto nel rispetto dei citati principi costituzionali, tanto del sentire comune.

Già da tempo ormai, tutti abbiamo imparato a conoscere la parola “extracomunitari”, in qualche caso anche utilizzata, ahimé in modo dispregiativo, nell’intento di indicare soggetti dediti o comunque contigui a fenomeni di devianza sociale, quali autori di fatti criminali.
Nello stesso tempo, con cadenza quasi quotidiana la cronaca ci ricorda il persistere di tale fenomeno, spesso accompagnato da oscure tragedie di naufragi e affondamenti, delle tante carrette del mare o relitti galleggianti stracarichi di persone di ogni età e colore che, con ogni mezzo tentano di sbarcare sulle nostre coste, provenienti da paesi in guerra, o intere generazioni vittime di carestie, tutti alla disperata ricerca di una decorosa sopravvivenza.

L’Europa tutta è chiamata a dare delle risposte in termini di organizzazione e di strategia dell’accoglienza, per non lasciare il singolo Stato a fronteggiare in modo improvvisato un fenomeno altrimenti ingovernabile.

Finora si è visto poco e ancora meno, in concreto, si è fatto.

E’ di questi giorni il maldestro tentativo di alcune forze politiche nazionali di chiudere i “Centri di Accoglienza Temporanea”, perché ritenuti non idonei a salvaguardare il rispetto dei diritti umani, pur senza suggerire una soluzione alternativa indispensabile a consentire l’identificazione dei nuovi arrivati.

Ad un problema immane, da qualche tempo si aggiunge anche quello del fondamentalismo islamico che vede nella nostra cultura occidentale un antagonista da abbattere. L’11 settembre del 2001 rappresenta lo spartiacque più eclatante che ormai tutti ricordiamo. Le successive stragi di Madrid, di Londra, solo per restare in Europa, non fanno che accrescere la nostra paura e diffidenza.

Tutto viene dettato dalla religione contemplata nel Corano, da tanti interpretato in forma estrema, ove si esortano i fedeli a combattere i miscredenti, come:

1) “Uccidete gli idolatri ovunque li incontriate, catturateli, assediateli e tendete loro agguati
9.5”;
2) “L’uomo ha autorità sulle donne perché Dio ha fatto l’uno superiore all’altra 4.34”.

Ora, rimanendo nell’alveo della nostra Costituzione, con la quale ho introdotto l’argomento di oggi, voglio qui ricordare il contenuto dell’art. 8, ove testualmente si afferma:

“”Tutte le confessioni religiose sono egualmente libere davanti alla legge.
Le confessioni religiose diverse dalla cattolica hanno diritto di organizzarsi secondo i propri statuti, in quanto non contrastino con l’ordinamento giuridico italiano.””

Le contraddizioni sono evidenti. Voglio essere tollerante verso i nuovi arrivati, sono per una cultura multietnica, a condizione che ci sia il comune rispetto verso le nostre leggi, i nostri costumi e le nostre consuetudini.
Diversamente, come cittadino comune, mi sento assediato, la mia sicurezza è minacciata, non so cosa fare né come reagire.

Nel mio animo non sono razzista, non voglio esserlo e neanche pensarlo.

Fino all’ultimo, non vorrò neanche diventarlo…

Bari, 11 agosto 2005

giovannifalcone@excite.it

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