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Felice Mastroianni
UOMINI DELLA MONTAGNA

(un ricordo di mio padre)

Erano della montagna
gli uomini che stanotte
hanno portato nella mia casa in lettiga
uno dal capo fasciato
cereo nel volto incrostato di sangue.
Un colpo di scure, hanno detto con voce cupa.
Poi silenzio e quel rantolo
e mio padre che scuote la testa:
non c'era nulla da fare,
gli sarebbe morto in casa.
Gli uomini a supplicare
che quel poveretto ha quattro creature.
Uno bacia la mano a mio padre
piangendo nella gran barba:
non lo lasciasse morire,
facesse qualcosa
per la vergine di Visora.

Ho visto mio padre
spalancare la finestra
e stare come una statua
di fronte al cielo scuro.
Dentro, quel rantolo
e fuori nella vallata
la notte, coi grilli e lontani latrati.
Poi s' e' chinato sull'uomo
mormorando che si vedeva il cervello,
che quello era un rischio
e ci voleva un ospedale.

E ' uscito dalla stanza.
Infine e' tornato
pallido ma sicuro.
Quanto e' durata?
Il rantolo andava cessando
Pareva dormisse (o forse gia' morto?)

Ho visto quei visi sconosciuti
schiarirsi pian piano
con l'alba.

La notte fuggiva
anche dal volto- ora quasi sereno-
dell'uomo della montagna.
Con voce stanca
il medico ha detto
che lo portassero adagio
e ne avessero cura.
Chissà!...

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FELICE MASTROIANNI
 
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