“Ho seguito le stelle” di Gulwaly Passarly
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Ho seguito le stelleNon molto tempo fa quando sentivamo al tg parlare dei migranti, delle crisi che portano queste persone disperate ad attraversare grandi distanze in mare aperto a bordo di imbarcazioni fatiscenti, sentivamo un moto di compassione; affioravano quei sentimenti primordiali di pietà e amore verso il prossimo, che duravano giusto il tempo del servizio per poi lasciare che ce ne dimenticassimo.
Oggi no. Oggi è diverso.
La maggior parte delle persone prova rabbia, se non proprio repulsione, per questi uomini, donne e bambini che vengono in Europa “a rubarci il lavoro”, se non addirittura “il futuro”.
Abbiamo dimenticato come essere umani? Abbiamo perso di vista i valori fondamentali della carità e del rispetto verso il nostro prossimo più sfortunato?
Lungi dal volermi addentrare in discussioni troppo filosofiche, mi limito a consigliarvi una lettura che offre un punto di vista molto interessante sulla questione immigrazione, che voi siate pro o contro l’accoglienza. Il punto di vista di chi ha vissuto i conflitti ed è stato costretto a fuggirne, così Gulwali Passarlay si racconta per mano della pluripremiata Nadene Ghouri in “Ho seguito le stelle“- Storia vera di un bambino in fuga.
Per una volta, avrete l’opportunità di sentire l’altra campana, di conoscere il rovescio della medaglia.
Il viaggio della speranza
Gulwali è un ragazzo afghano. La sua infanzia non ha avuto nulla da invidiare a quella di un bambino occidentale: il padre è un medico, e questo ha garantito alla sua famiglia il benessere economico e una vita agiata sotto tutti i punti di vista. All’età di dodici anni, però, tutto cambia. La bolla dorata nella quale è cresciuto d’improvviso scoppia.
Il conflitto in corso tra talebani e americani non cessa di mietere vittime, anche tra i civili, anche tra i familiari di Gulwali. Restare in Afghanistan significherebbe andare incontro a morte certa e la madre, grazie ai risparmi che la famiglia ha accantonato negli anni, riesce a pagare a Gulwali e al fratello Hazrat un viaggio. Non sarà certo un viaggio di piacere, ma avrà come destinazione finale la Grecia, dove i suoi figli, seppur lontani da lei, potranno sperare di avere una vita migliore.