La strage degli innocenti è un episodio presente nel Vangelo secondo Matteo, in cui Erode il Grande, re della Giudea, ordinò un massacro di bambini allo scopo di uccidere Gesù, della cui nascita a Betlemme era stato informato dai Magi. Secondo la narrazione evangelica, Gesù scampò alla strage in quanto un angelo avvisò in sogno Giuseppe, ordinandogli di fuggire in Egitto; solo dopo la morte di Erode Giuseppe tornò indietro, stabilendosi in Galilea, a Nazaret.Alcuni studiosi moderni negano la storicità dell'episodio, per il mancato riscontro nelle opere di Giuseppe Flavio, fonte principale della storia giudaica del I secolo[1][2]. Altri studiosi ne accettano invece la storicità in quanto l'episodio si inserirebbe perfettamente nel carattere e nella modalità di governare che ebbe Erode, uomo crudele e sanguinario; questi avvertendo il pericolo di un'usurpazione non avrebbe esitato infatti ad uccidere in diverse occasioni una moglie, tre cognati, una suocera, tre figli e alcune centinaia di oppositori.[3][4][5][6] Secondo Macrobio, Augusto, ricevuta la notizia della morte dei figli di Erode, Alessandro e Aristobulo conosciuti molto bene dallo stesso Augusto, ebbe a dire: «È meglio essere il maiale di Erode piuttosto che uno dei suoi figli»; infatti Erode, essendo giudaizzato, non mangiava carne di maiale, anche se non esitò ad uccidere i suoi stessi figli.[7]Nella tradizione occidentale e cristiana il racconto è divenuto un topos culturale che ha dato luogo nei secoli a moltissime rappresentazioni artistiche. I bambini innocenti che muoiono violentemente, uccisi dalla sete di potere; vittime inconsapevoli di un odio spietato contro chi può ostacolare i piani di potenza e di dominio.Nel XII secolo, a Parigi, il nome degli Innocenti fu dato ad una chiesa ed al cimitero adiacente ad essa, entrambi poi rasi al suolo verso la fine del XVIII secolo.La Chiesa cattolica venera i bambini uccisi nella strage come martiri, con il nome di "Santi Innocenti", fissandone la memoria liturgica al 28 dicembre.[8]Martirologio Romano:
« 28 dicembre - Festa dei santi Innocenti martiri, i bambini che a Betlemme di Giuda furono uccisi dall'empio re Erode, perché insieme ad essi morisse il bambino Gesù che i Magi avevano adorato, onorati come martiri fin dai primi secoli e primizia di tutti coloro che avrebbero versato il loro sangue per Dio e per l'Agnello. »
L'episodio è narrato nel Vangelo secondo Matteo, 2,1-16, senza paralleli negli altri vangeli canonici. Il racconto comincia dopo la nascita di Gesù, al tempo di Erode il Grande (73-4 a.C.). Alcuni magi giunsero a Gerusalemme chiedendo dove si trovasse il re dei Giudei, appena nato. Erode si turbò alla notizia e chiese ai sommi sacerdoti e agli scribi del popolo il luogo dove sarebbe dovuto nascere il messia e, avuta risposta che le profezie indicavano Betlemme, disse ai magi, convocati in segreto, di recarsi nella cittadina giudea e di tornare a riferirgli, affinché potesse adorarlo anche lui. Avvertiti in sogno da un angelo i magi decisero di non tornare a Gerusalemme. Avvertito a sua volta da un angelo, Giuseppe portò la sua famiglia in Egitto (fuga in Egitto); Erode, sentendo minacciato il proprio trono, ordinò l'uccisione di tutti i neonati maschi dai due anni in giù del territorio di Betlemme.[9] L'episodio termina ricordando come la strage degli innocenti avesse verificato una profezia biblica, narrata nel Libro di Geremia.Nessuna fonte, evangelica o non evangelica, riporta questo evento al di fuori del Vangelo secondo Matteo. Nel Vangelo secondo Luca, ad un mese circa dalla nascita, Gesù è portato al tempio e poi la famiglia ritorna a Nazaret.[11] La storicità dell'episodio è messa in dubbio, in particolare, dalla mancanza di cenni alla strage nelle opere di Flavio Giuseppe, lo storiografo ebraico fortemente ostile ad Erode e principale fonte non evangelica sul periodo. Ma rimane ovvio che tale mancata citazione può significare anche una scarsa considerazione dell'evento in sé, considerando i tempi estremamente duri e la probabile scarsità nel numero delle vittime, considerando che Betlemme era poco più di un piccolo borgo.Secondo Giuseppe Ricciotti, storico biblista, il numero dei bambini nati a Betlemme in quel periodo, essendo circa 1000 gli abitanti adulti della piccola Betlemme, poteva aggirarsi intorno ai 60 individui (da due anni in giù), considerando un tasso di natalità simile a quello dei primi del Novecento; circa 30 nati l'anno. Volendo però Erode uccidere solo i bambini maschi il numero degli uccisi è dunque, approssimativamente, di circa 30 neonati e, considerando che la mortalità infantile nel Vicino Oriente era molto alta, il numero si restringe a circa 20. L'episodio, quindi, non avrebbe avuto rilevanza tale da interessare gli storici del tempo sia per il numero limitato sia per l'appartenenza delle vittime alla popolazione rurale. Se poi la notizia fosse giunta a Roma, non avrebbe rappresentato motivo di reazione politica da parte dell'imperatore, che non esitava anche lui a soffocare nel sangue possibili rivolte. Svetonio, in un passo in cui utilizza il racconto di Giulio Marato[12], scrive che pochi mesi prima della nascita di Augusto, avvenne a Roma un prodigio che fu interpretato come presagio di imminente nascita di un re per il Popolo Romano; i senatori, spaventati, ordinarono di esporre tutti i neonati che nacquero in quell'anno, comunque il decreto non venne depositato e la strage non fu eseguita.[13] Si può comprendere quindi quanta scarsa rilevanza ebbe, secondo Ricciotti, la strage di Betlemme nella capitale dell'impero, considerando l'esiguità dei numeri e i tempi abbastanza crudeli e violenti. Inoltre, secondo alcuni studiosi, "anche nei casi di un'unica attestazione" bisogna supporre, "fino a prova contraria", la buona fede degli evangelisti Secondo molti studiosi, comunque, le contraddizioni tra i due resoconti evangelici della Natività rendono storicamente inconciliabile la fuga in Egitto e la concomitante strage degli innocenti, descritte da Matteo[16], con quanto riportato da Luca[17]. Secondo, infatti, il Vangelo di Matteo, appena dopo la nascita di Gesù, Giuseppe fu avvisato in sogno da un angelo e fuggì subito in Egitto con la Sacra Famiglia e da qui - dopo la strage degli innocenti e la morte di Erode il Grande nel 4 a.C. - andò poi a Nazaret; secondo, invece, il Vangelo di Luca, poco oltre un mese dalla nascita - fatti la circoncisione e i riti della purificazione[18] in Gerusalemme - la Sacra Famiglia si stabilì subito a Nazarethttps://it.wikipedia.org/wiki/Strage_degli_innocenti
Il nome:
Innocente Il nome maschile, conosciuto anche nella versione Innocenzo, ha origine latina e un chiaro significato. Caratteristiche: trattasi di una persona pacata, angelica, che vede il bene in tutto e si prodiga sempre per aiutare chi è meno fortunato. I suoi interessi sono semplici e sono la l'informatica, la tecnologia e la pesca. Segno corrispondente: Pesci
Numero fortunato: 10
Colore: Azzurro
Pietra: Turchese
Metallo: Oro
Sei nato oggi:
Hai una mente acuta che ti porta a non accontentarti delle apparenze e a cercare sempre la verità che si cela sotto la superficie. Sei adatto ad un lavoro di indagine e approfondimento dove, grazie anche alla costanza e al senso pratico, hai buone possibilità di successo. In amore sei fedelissimo e tenace ma ti riesce difficile mostrare le tue emozioni: maggiore dolcezza renderebbe molto più piacevole la tua vita col partner.
Proverbio:
"Chi assai ciarla, spesso falla"
Aforisma:
E che cos'è un bacio? Un apostrofo rosa fra le parole t'amo, un segreto detto sulla bocca.
[Edmond Rostand]
Eureka:
Medicina
L'esistenza dei geni viene stabilita nel 1907 da Thomas Hunt Morgan. Il genetista americano, prendendo a fondamento la teoria di Walter Sutton sui cromosomi che contengono i fattori ereditari, accerta che essi sono costituiti da "collane" di elementi di base dei caratteri ereditari, che il botanico danese Wilhelm L. Johansen chiama geni. é questo il risultato di intensi esperimenti effettuati da Morgan sulla "Drosophila melanogaster", il moscerino della frutta utilizzato ancora oggi per questo tipo di ricerche, poiché possiede un corredo genetico molto semplice e si riproduce rapidamente. Allo scienziato americano si deve, infine, la scoperta di particolari cromosomi che imprimono i caratteri sessuali (X per le femmine e Y per i maschi), nonché l'elaborazione, nel 1926, della prima teoria completa dei geni.