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Storia di Terracina
 
I miei lavori

L'eta antica

Il Centro Storico di Terracina sorge su due modeste alture prospicienti il mare: quella piu’ bassa fu sede dell’abitato originario, mentre quella piu’ elevata, denominata Colle di S.Francesco, venne destinata all’acropoli. Le prime fasi storiche sono conosciute solo attraverso le fonti letterarie. Dapprima centro ausonico, alla fine del VI sec. a.C. la citta’ dovette essere gia’ sotto l’influenza romana, come dimostrerebbe la sua menzione nel primo trattato romano-cartaginese citato da Polibio. In seguito fu occupata dai Volsci, che le mutarono il nome da Terracina in Anxur; a questa fase potrebbero spettare alcuni tratti delle mura in opera poligonale visibili in piu’ punti sotto la cinta tardo-antica. Altri tratti appartengono invece alle fortificazioni che i romani, dopo aver riconquistato la citta’ nel 406 a.C., realizzarono in occasione della fondazione di una colonia marittima, nel 329 a.C. alcuni anni dopo, nel 312 a.C., la citta’ venne attraversata dalla Via Appia, che unendo Roma con Capua, costituiva un fondamentale asse di penetrazione militare e commerciale verso le ricche zone meridionali della penisola. Grazie all’Appia, che consentiva rapidi collegamenti con Roma, e alla presenza di un porto, l’importanza di Terracina crebbe: la citta’, divenuta un notevole centro agricolo per lo sfruttamento intensiva della fertile vallata posta a occidente, comincio’ infatti ad ampliarsi nella parte bassa contigua al mare. L’originario abitato fu pertanto destinato a divenire una zona monumentale caratterizzata da dimore signorili. Dopo la ristrutturazione, alla fine del II sec. a.C., dell’area sacra dell’acropoli, si ebbe una prima trasformazione urbanistica in eta’ sillana 8primi decenni del I sec. a.C.), quando veri monumenti in opus incertum (tra cui il teatro) vennero realizzati contemporaneamente alla ricostruzione del grandioso santuario di Monte S.Angelo. Una nuova trasformazione avvenne nella prima eta’ imperiale, tra la fine del I sec. a.C. e l’inizio del secolo successivo: in questo periodo Terracina alta vide infatti l’edificazione, in forme imponenti, del nuovo foro da parte del magistrato locale A.Aemilius. Insieme alla piazza, circondata da portici, furono inoltre costruiti edifici religiosi e civili che fecero di quest’area un complesso monumentale degno delle maggiori citta’ dell’impero. Il taglio del Pisco Montano, la rettifica dell’Appia e la ricostruzione del porto, opere probabilmente realizzate da Traiano (98-117 d.C.), dovettero contribuire ad un ulteriore sviluppo urbanistico della parte bassa dell’abitato; la zona alta fu invece interessata soprattutto da ristrutturazioni e rifacimenti delle vecchie domus, come dimostra il rinvenimento, alcuni anni fa, di un peristilio con mosaici del II-III sec. d.C. nei pressi del "Capitolium". Un ultimo significativo intervento si ebbe nei primi decenni del V sec. d.C. quando, in occasione delle invasioni barbariche, l’antica cinta volsco-romana fu sostituita da una nuova fortificazione comprendente anche una porzione della citta’ bassa.

Le foto della mia citta
 
 
 
   
     

 

PORTA ALBINA: La porta, abbattuta nel 1831, chiudeva la citta’ antica verso sud-est. Di essa rimane solo la torre sinistra, pertinente alla cinta muraria del V sec. d.C. e in seguito trasformata in abitazione. La sua localizzazione e’ inoltre indicata da due leoni funerari di epoca romana, posti davanti alla porta nel MedioEvo.


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BASILICA FORENSE: Il settecentesco Palazzo della Bonificazione si fonda sui resti della basilica romana, posta sul lato est dell’antico foro. Le strutture, visibili dalla Salita dell’Annunziata, sono state edificate grazie ad un disegno di Baldassarre Peruzzi, che nel ‘500 vide le rovine di un edificio rettangolare circondato da un porticato.


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ARCO QUADRIFRONTE: Costituiva l’ingresso monumentale del foro veraso est. Liberato dalle strutture medievali nel bombardamento del 1943, in origine era caratterizzato da quattro grandi arcate disposte su pianta quadrata e soprastanti la Via Appia, il cui basolato e’ tutt’ora visibile. Sul lato ovest del foro si trovava un arco simile, poi sostituito dal medievale Palazzo Vinditti.


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TEMPIO DI VICOLO PERTINACE: Individuato solo recentemente, di esso rimangono parte dei muri in opera reticolare della cella e una colonna scalanata in marmo, inglobata nel moderno palazzo prospiciente la Salita dell’Annunziata; i resti di un’altra colonna sono infine segnalati in una cantina. Il tempio forse esastilo, era fornito di nicchie nelle pareti interne.


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FORO EMILIANO: Si tratta di un monumento unico, avendo conservato fino ad oggi non solo l’antica pavimentazione calcarea, ma anche l’originaria funzione di centro civile e religioso della citta’. Il nome deriva da Aulus Aemilius, il magistrato locale che fra la fine del I sec. a.C., e l’inizio del I sec. d.C., provvide a pavimentare la piazza facendo incidere sulle lastre il proprio nome.


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VIA APPIA: Il Foro Emiliano era delimitato a nord dall’Appia, di cui rimangono intatti basolato in pietra e l’antico marciapiede, al di sotto del quale e’ presente una cunetta calcarea per lo scolo delle acque. Una serie di piastrini, conservati solo nelle basi, separava inoltre la strada dall’area forense.


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PORTICO E TEATRO: I bombardamenti del 1943-44 hanno messo in luce i resti di un portico con pavimenti e colonne in marmo, accessibile dall’Appia attraverso tre gradini. Sul retro e’ stato localizzato il teatro romano, oggi interrato, di cui e’ visibile l’ingresso (aditus) est. Nuovi scavi, intrapresi di recente, stanno dando interessanti risultati.


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MUSEO CIVICO: Il Museo, fondato nel 1894 da Pio Capponi, a cui e’ dedicato, e’ ospitato nella medievale Torre dei Rosa. Sebbene depauperato nel corso dell’ultimo conflitto, esso conserva ancora numerosi reperti, in particolare di epoca romana, provenienti dalla citta’ e dal suo territorio. Altri reperti sono visibili all’interno dell’atrio comunale.


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CAPITOLIUM: Secondo alcuni studiosi, l’edificio, databile alla meta’ del Isec. a.C., dovrebbe essere identificato con il tempio dedicato alla triade capitolina (Giove, Giunone e Minerva). In origine esso era decorato sulla fronte da quattro colonne dorico-tuscaniche ed era fornito di tre celle in reticolato di tufo e calcare, parzialmente rimaste, sotto le quali si conservano gli ambienti (favissae) in cui erano riposte le offerte votive.


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CAMMINAMENTO DELLE MURA: Al di sopra della cinta volsco-romana furono edificate, all’inizio del V sec. d.C., le nuove mura, munite di torri quadrate in gran parte conservatesi. Pure pressocche’ integro risulta un lungo tratto del camminamento di ronda, trasformato in via pubblica nel 1786, quando il Papa Pio VI volle adibire le fortificazioni ad abitazioni.


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PORTA MAGGIO: Il nome, derivato da Porta Maior (Maggiore), individua l’ingresso piu’ importante della citta’ antica, quello rivolto verso Roma. La porta venne abbattuta alla fine del ‘700: di essa rimangono le due imponenti torri laterali, con le pareti frontali divergenti verso l’estrno per ragioni di difesa.


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CASA DI ETA’ SILLANA: Edificio in opera incerta databile ai primi decenni del I sec. a.C. Presenta in facciata cinque grandi arcate su pilastri, oggi murate, le quali, seguendo la pendenza della strada, hanno diversa altezza. L’angolo ovest conserva una finestra ad arco ed e’ rinforzato da grossi blocchi rettangolari.


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SOSTRUZIONE DELL’APPIA: E’ costituita da un muraglione in opera poligonale bugnata, con i blocchi di pietra disposti in filari tendenti all’orizzontale. Sosteneva la pavimentazione in salita dell’antica Via Appia, tutt’ora in gran parte conservata sotto il manto d’asfalto di Corso A.Garibaldi.


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PORTA ROMANA: Nome della porta monumentale posta a nord-ovest della citta’, edificata alla fine del ‘700 sotto Pio VI. Essa si appoggia sulla sinistra ad una antica torre, costituita da un basamento in opera poligonale sormontato da un muro in opera incerta dell’iniziodel I sec. a.C., nel quale si aprono quattro finestre ad arco oggi murate.


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TEMPIO MAGGIORE: Di esso, inglobato dalla Cattedrale nel Medio Evo, non e0 nota la divinita’ tutelare. Conserva l’alto podio in opera quadrata, con le favissae trasformate in botteghe, e parte dei muri esterni della cella; questi sono caratterizzati dalle originarie lastre marmoree di rivestimento, da grandi semicolonne scalanate e da un fregio scolpito decorato con girali d’acanto.


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SOSTRUZIONI DEL FORO: La parte forense e’ sostenuta nella parte meridionale da imponenti gallerie coperte a volta che, appoggiandosi al dirupo naturale, hanno formato una terrazza artificiale. Costituite da almeno quattro corridoi paralleli, esse risultano oggi ripartite fra diverse proprieta’ private. In Piazza Tasso si possono tuttavia vedere i resti degli archi d’ingresso.


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MURA REPUBBLICANE: Probabilmente alla colonia romana del 329 a.C. e’ attribuibile il tratto di mura in opera poligonale visibile al di sotto di Via Posterla; la sopraelevazione in blocchetti di pietra e laterizi e’ invece pertinente alla cinta realizzata nel V sec. d.C. Altri tratti della mura repubblicane sono presenti sul lato nord della citta’ e sul colle di S.Francesco.


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"TEMPIO DI MINERVA": All’interno del Parco della Rimembranza e’ visibile un imponente basamento in grandi blocchi bugnati, pertinente ad un edificio di cui si ignora l’identificazione: la tradizione vi riconosce, senza fondamento, un tempio di Minerva. Dal Parco e’ anche visibile un bastione in opera poligonale che cinge l’antica acropoli, oggi colle di S.Francesco

L'ETA' MEDIEVALE

Nel corso del Medio Evo la storia urbana di Terracina venne profondamente segnata da una trasformazione che muto’ notevolmente il ruolo e l’immagine della citta’ antica. Per quanto riguarda il Centro Storico, se la fase Paleocristiana (IV-VI sec.) e’ nota solo attraverso le fonti letterarie, maggiori dati si hanno invece per la fase bizantina (VI-VII sec.), quando si accentuo’ la funzione di piazzaforte militare che la citta’ aveva gia’ acquisito, all’inizio del V sec. d.C., con la creazione di un nuovo circuito murario in parte sovrapposto a quello volsco-romano. Nel periodo carolingio (VIII-IX sec.) Terracina fu compresa nel nuovo Stato della Chiesa; di conseguenza anch’essa fu oggetto, a partire da Adriano I (772-795), di quel grande tentativo di rinnovamento spirituale e materiale che coinvolse Roma e i suoi domini: a questa fase infatti dovrebbero appartenere la fondazione di alcune chiese urbane, l’organizzazione delle parrocchie, il sostegno alle chiese martoriali della Valle e ai monasteri extraurbani di S.Michele e di S.Stefano. Probabilmente alla fine del X sec., con la crisi del papato e lo strapotere delle famiglie locali, Terracina fu interessata dal fenomeno dell’incastellamento: pertanto, allo scopo di controllare politicamente la citta’ e il suo territorio, forse ad opera dei Crescenzi venne avviata l’edificazione di un imponente castello, poiu denominato "Frangipane" dalla famiglia dei nobili romani che lo occupo’ dal 1153 al 1202. A questa stessa fase appartiene, oltre al consolidamento di una parte del circuito murario, anche la nascita della tipica edilizia di arroccamento nel settore urbano adiacente al castello. Successivamente, grazie al notevole aumento demografico determinatosi in eta’ romana (XI-XII sec.) a causa dell’inurbamento, Terracina si amplio’ progressivamente: nacquero’ cosi’, addossati alle mura taro-antiche e in corrispondenza delle porte urbiche, i due borghi murati all’esterno di Porta Maggio (detto "di Cipollata") e fuori Porta Albina (lungo la Salita dell’Annunziata) e i due borghi aperti posti fuori Porta S.Gregorio (attorno all’attuale via di Porta Romana), fuori Porta Romana (lungo l’odierna via G.Antonelli, nella citta’ bassa) e fuori Porta Nuova. Il rinnovamento della fase romanica, contrassegnata dall’istituzione del Comune, fu inoltre reso manifesto da importanti interventi in campo edilizio, quale il rifacimento della Cattedrale e lo sviluppo delle abitazioni private di tipo monumentale, in particolare delle case-torri. Con il periodo gotico (XIII-XIV sec.), si riscontra a Terracina una riorganizzazione urbanistica fondata non piu’ sulle parrocchie altomedievali, bensi’ sul recupero dell’impianto antico e sulla creazione di un’edilizia pubblica e privata ordinata e decorosa: oltre allo sviluppo dei Borghi e al completamento della Cattedrale, si assiste in questa fase al completamento del palazzo civico e all’erezione delle eleganti domus gotiche a piu’ piani. Non meno rilevante risulta inoltre, in concomitanza con la fondazione degli ordini mendicanti, l’edificazione dei due conventi suburbani di S.Domenico e di S.Francesco, le cui linee architettoniche furono direttamente ispirate dai cantieri delle abbazie cistercensi

CASA-TORRE DELLA SALITA CASTELLO: Faceva probabilmente parte di una struttura fortificata piu’ complessa, risalente al XII-XIII sec. Dell’edificio attualmente visibile rimangono soltanto tre piani, caratterizzati da finestre a sesto acuto; i prospetti est e ovest sono qualificati da due accessi. La porta d’ingresso prospiciente la Salita del Castello, conserva


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TORRE FRUMENTARIA: Detta anche Torre dei Rosa, dalla famiglia che tra la fine del XII e il XIII sec. provvide probabilmente ad erigerla, costituisce un notevole esempio di architettura civile fortificata, oltre ad essere la piu’ alta torre della citta’ (circa 30 m.). Di particolare rilievo sono le due grandi porte ad arco acuto sul lato nord e l’originaria monofora, pure archiacuta sul lato ovest. L’edificio, parzialmente distrutto dai bombardamenti dell’ ultima guerra e successivamente restaurato, ospita oggi il Museo Civico, l’Ufficio Cultura e l’Archivio Storico Comunale.


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CATTEDRALE – ESTERNO: L’edificio attuale, consacrato nel 1074 e dedicato a S.Cesareo, venne ristrutturato fra il XII e il XIII sec. A questo periodo risale il campanile in laterizio, a quattro piani decorato con archetti a sesto acuto; pure di epoca gotica risulta il portico, con sei colonne romane alle quali furono aggiunte i capitelli e le basi, decorate con animali diversi. Sull’architrave destro rimane il fregio musivo, risalente alla prima meta’ del ‘200 e costituito da figure allegoriche che alluderebbero al messaggio di salvezza contenuto nella parola di Dio.


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CATTEDRALE – INTERNO: L’interno della Cattedrale e’ diviso in tre navate per mezzo di colonne romane di riuso. Alla fase duecentesca appartengono il magnifico pavimento in opera cosmatesca, il pulpito, la colonna tortile per il cero pasquale e forse, i due cibori degli altari laterali. All’inizio del ‘700 venne avviata una ristrutturazione che comporto’, insieme all’erezione del baldacchino sull’altare maggiore e al rifacimento in stucco dei capitelli delle colonne, anche l’edificazione della copertura a volta, la creazione del coro quadrangolare e la trasformazione delle cappelle laterali.


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PALAZZO VINDITTI: Risalente al XIII sec. – ad eccezione della sopraelevazione in eta’ moderna – esso rappresenta un significativo esempio di architettura cistercense applicata all’edilizia civile pubblica, avendo probabilmente costituito l’originaria sede del comune medievale. Il grande arco carraio su cui e’ impostato l’edificio presenta un’apertura a sesto acuto verso la piazza e un’altra a tutto sesto sul lato opposto. Assai caratteristiche sono le trifore, in particolare quella prospiciente la Cattedrale (l’unica originale), con elementi stilistici di chiara derivazione cistercense.


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DOMUS GOTICA DI VIA LA PALMA: Il piccolo edificio, attualmente strutturato su tre piani, dovrebbe risalire al XII-XIII sec. Il prospetto principale e’ a un solo asse, sul quale si trovano aperture a sesto acuto. Caratteristica e’ la bifora del piano superiore che, rispetto ai livelli inferiori, presenta tuttavia una muratura di epoca successiva. Sopra la monofora e’ inoltre visibile, inserito nella parete, un coperchio di urna cineraria di eta’ romana imperiale, decorato con un busto maschile in rilievo all’interno di un frontoncino con palmette ai lati.

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TORRE MEDIEVALE DELLE MURA: Costituisce l’unica torre di epoca medievale nell’ambito del circuito murario del V sec. d.C. Di forma trapezoidale, essa presenta una tecnica costruttiva caratterizzata da blocchetti di calcare disposti in filari orizzontali, sporadicamente frammisti a mattoni; di epoca recente deve essere invece considerata la parete prospiciente il camminamento di ronda, in origine mancante. Le finestre originarie, in parte tamponate, sono di forma rettangolari e in alcuni casi fornite di archi di scarico. La datazione della torre, coeva nella prima fse del castello, puo’ risalire alla fine del X sec.


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CASA-TORRE DI VIA SS.QUATTRO: Rappresenta un importante modello di edilizia civile fortificata: l’ubicazione (all’incrocio di tre importanti assi viari), la pianta triangolare, la tecnica edilizia, l’imponenza della costruzione e le strette feritoie nei muri ne facevano infatti un significativo strumento di difesa e di offesa all’interno della citta’ medievale. Da un’iscrizione apposta sulla facciata, risulta che la casa venne acquistata nel 1283 da Gregorius de Acso, la sua edificazione dovrebbe tuttavia risalire al secolo precedente.


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DOMUS GOTICA DI PIAZZA CANCELLI: L’edificio e’ un tipico esempio di casa gotica affacciata su una corte interna ed e’ databile al XII-XIII sec. Il prospetto principale, ampiamente ristrutturato fra il XIII e il XIX sec. insieme agli interni, e’ a due assi. Di particolare interesse risulta il profferto, cioe’ la scala esterna munita di ballatoio: quest’ultimo sorretto da tre massicci pilastri collegati a due volte, e’ fornito di un parapetto decorato da una serie di archetti pensili in laterizio su mensile di travertino. Pure degne di nota sono le due porte ad arco acuto del piano terra.


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CASE IN VIA CAMPO DEI FIORI: Si tratta di due edifici contigui, probabilmente risalenti al XII-XIII sec. e caratterizzati dall’affaccio su una corte interna. Nel primo, mancante dei piani superiori abbattuti da una bomba nell’ultima guerra, si nota una bifora a sesto acuto; i muri presentano un largo uso di conci in basalto, ricavati da basole delle vie romane. Il secondo edificio, conservatosi meglio mostra porte e finestre fornite di architravi su mensole e una trifora al secondo piano; anche qui la muratura si presenta irregolare e con materiale di recupero.


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DOMUS GOTICA DI CORSO A.GARIBALDI: Fra le meglio conservate del Lazio meridionale, la casa e’ databile al XIII sec. e presenta i caratteri tipici dell’architettura civile di influsso cistercense. Strutturata su quattro piani, ha il prospetto principale con aperture a sesto acuto. Dei quattro livelli, il piano terra e’ destinato all’ingresso e ad una bottega, il primo piano e’ decorato da due eleganti bifore con capitello a crochet, mentre quelli superiori presentano due coppie di monofore. Sul pianerottolo della scala interna una grande edicola gotica con decorazioni in stucco, scoperta.


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CHIESA DI S.GIOVANNI: Insieme alla Cattedrale costituisce l’ultima chiesa rimasta delle diverse che esistevano all’interno delle mura urbane. Dell’edificio medievale, consacrato a S.Lorenzo, rimane solo il piccolo campanile. Il nome e la struttura attuale vanno invece ascritti al ‘600, quando la chiesa subi’ una radicale trasformazione secondo i canoni dello stile tardo-barocco: la navata unica venne infatti coperta con volta a botte ribassata, sormontata nel presbiterio da una cupola ellittica, mentre alle pareti, scompartite da semipilastri, furono addossati quattro altari.


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PALAZZO MATTHIAS: L’edificio e’ il risultato dell’accorpamento di piu’ strutture pertinenti ad epoche diverse. L’uso del basalto in alcuni muri e la presenza di aperture con disposizione irregolare farebbero ritenere che l’edificio originario sia databile alla fine del XII sec. Di notevole pregio risulta il prospetto su Corso A.Garibaldi, ristrutturato in eta’ moderna e costituito da un parametro in blocchetti calcarei: sopra la finestra del primo piani e’ infatti inserita una lastra ad arco di ciborio, decorata da una doppia treccia viminea risalente al IX sec., forse pertinente alla fase carolingia della Cattedrale.


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CHIESA DELLA MADONNA DELLE GRAZIE: La chiesa, a navata unica, costituiva la parrocchia del borgo fuori Porta S.Gregorio. L’edificio fu riconsacrato nel 1163, col nome di S.Maria delle Basilica Nuova, dal papa Alessandro III in sostituzione di una precedente struttura di epoca probabilmente altomedievale; di esso, tuttavia, non rimane pressoche’ nulla, ad eccezione di alcuni resti di affreschi del tardo Medio Evo. La chiesa attuale risale infatti al rifacimento voluto da Cesare Ventimiglia, vescovo di Terracina fra il 1615 e il 1645. Degno di nota e’ l’adiacente sepolcro circolare di epoca romana.


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CHIESA E CONVENTO DI S.DOMENICO: Il complesso venne probabilmente edificato, a partire dalla meta’ circa del XIII sec., adottando i moduli dell’architettura cistercense, ma con le varianti proprie degli ordini mendicanti. La chiesa presenta una facciata con portale architravato sormontato da un piccolo protiro pensile; molto bello e’ il rosone, realizzato con archi intrecciati sorretti da colonnine. L’interno e’ a navata unica, con transetto e coro rettilineo. L’annesso convento e il relativo chiostro, danneggiati nell’ultimo conflitto, conservano ancora l’impianto di base.


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CASTELLO FRANGIPANE: Il nucleo originario, forse risalente alla fine del X sec., fu gradualmente ampliato tanto che il castello fra il ‘300 e il ‘400, raggiunse le rilevanti dimensioni poi conservate per tutta l’eta’ moderna. Gravemente danneggiato dai bombardamenti aerei del 1943-44, di esso rimangono oggi solo l’imponente maschio – che costituisce anche il settore piu’ antico – parte dell’ala sud, purtroppo entrambi impraticabili. Sulla parete est sono visibili due iscrizioni facenti riferimento a lavori fatti eseguire dal papa Eugenio III (1145-1153).


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CHIESA E CONVENTO DI S.FRANCESCO: Del complesso originario, che la tradizione vuole fondato nel 1222 dallo stesso Santo di Assisi, rimane in gran parte salvo l’impianto generale, nonostante le distruzioni subite nell’ultima guerra. L’intero organismo, costruito secondo i canoni dell’architettura cistercense, conserva infatti notevoli testimonianze della fase medievale, fra cui il piccolo campanile della chiesa, dalla caratteristica copertura conica. Riedificato nel dopoguerra in modo non conforme all’originale, il complesso e’ stato adibito a ospedale civile nel periodo compreso tra il 1874 e il 1994.


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CHIESA DELL’ANNUNZIATA: L’edificio, risalente al XIII sec., costituiva la chiesa parrocchiale del borgo fuori Porta Albina. Danneggiato dai bombardamenti aerei, e’ stato sottoposto ad un parziale restauro. Di particolare interesse e’ il portale a lunetta, impreziosito da un architrave su mensole decorato da tralci di vite e grappoli in rilievo, simbolo cristiano di rigenerazione. Su di esso e’ inoltre inciso il nome dello scultore, A(n)dreas de Piperno. L’antica campana della chiesa e’ oggi conservata nel locale Museo Civico.


L'ETA' MODERNA

La fase moderna del Centro Storico alto costituisce un riferimento importante per comprendere l'ultima significativa trasformazione urbana di Terracina. Le Costituzioni Egidiane (1357) aprono tale periodo avviando il processo attraverso il quale, accanto al declino dell'esperienza comunale, si affermerà una nuova organizzazione politico-amministrativa dello Stato Pontificio che si conserverà fino al 1870. Durante il '400 l'ancora incerta presenza dello Stato, le mire espansionistiche dei re di Napoli e il conseguente sviluppo delle lotte intestine tra nobiltà, borghesia e popolo provocarono la decadenza della città, ponendo cosi' fine al Medio Evo. Nel '500 questa tendenza si accentuò: alla perdita progressiva dell'autonomia comunale, determinata anche dal continuo intervento dell'autorità centrale per in conflitti interni e i frequenti abusi, si aggiunsero molti problemi derivati dai saccheggi dai pirati barbareschi lungo le coste tirreniche e, soprattutto, il flagello dell'infezione malarica, che dal 1520 circa falcidiò con falsi alterne la popolazione, provocando un vero collasso demografico nella comunità terracinese. Tuttavia è proprio adesso che si registrarono le prime concrete testimonianze della trasformazione, in senso moderno, della struttura urbana ad opera delle nuove famiglie (i Savio, i Garzonio, i Goffredi, i de Taxis, i de Romains, i Gavotti ecc.) che non solo acquistano e restaurano le antiche domus medievali, modificandole nel tipo del palazzo rinascimentale, ma ne costruiscono ex novo delle altre. Sin dai primi decenni del '600l'impegno dello Stato Pontificio verso il ripopolamento, attuato richiamato famiglie dei paesi vicini attraverso la distribuzione gratuita di terre e le esenzioni fiscali, favori' una lenta ma continua ripresa, i cui riflessi maggiori si trovano, oltre che nell'edilizia civile, sopratutto in quella religiosa. Vanno almeno ricordati in tal senso la ricostruzione della chiesa di S. Giovanni (gia' di S.Lorenzo), l'erezione della cappella di S. Domitilla per volonta' del vescovo Pomponio de Magitris (1608-1614), il rifacimento della chiesa della Madonna delle Grazie e del Vescovado ad opera del vescovo Cesare Ventimiglia (1615 - 1645). Con il '700 si assiste alla completa rinascita della città e alla sua ultima trasformazione, completata nel corso dell'800, che ha dato l'attuale fisionomia. Se nella prima metà del secolo continua la crescita urbana con la realizzazione di alcune grandi fabbriche, tra cui il Palazzo Vitelli e il Palazzo de Vecchis, è tuttavia nella seconda metà che si riscontra una svolta decisiva, quando Terracina diviene il centro politico, amministrativo e tecnico della grande bonifica delle Paludi Pontine voluta da Pio VI. La città alta, completamente smilitarizza mediante la modifica dell'antica funzione di piazzaforte, venne resa residenziale anche nelle strutture fortificate e fu collegata con la pianura abbattendo le due porte principali e parte del circuito muratorio tardo-antico posto a sud. In campo religioso e civile, oltre ad alcuni notevoli edifici privati, spiccano particolarmente la Cattedrale e il Vescovato. Il Palazzo Braschi e quello della Bonificazione Pontina, la chiesa del Purgatorio e il Palazzo dei Forni, Porta Romana e Palazzo Risoldi, Palazzo Cardinali e le Case Angeletti.

Rampa Braschi. Questa salita, detta "La Volta" (oggi Via Posterula) fu completata nel 1792 e venne realizzata per volontà di Pio VI allo scopo di riunire il Palazzo Braschi, allora in costruzione, alla nuova Strada Pia (via Roma); con essa si creò pertanto il principale collegamento fra la città antica eil borgo Pio. Su un tornante della rampa è visibile una torre, in origine appartenuta al trattamento della cinta muraria tardo-antica che si dirigeva verso la città bassa, poi fatto abbattere da Pio VI per la costruzione della salita.


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Palazzo Braschi. Significativo esempio di architettura neoclassica, l'edificio venne costruito fra il 1787 e il 1795 su ordine di Luigi Ornesti Braschi, nipote di Pio VI, e su probabile progetto dell'architetto Cosimo Morelli quale residenza privata del Papa. Inglobò a sinistra, il palazzo de Taxis e, a destra , i resti della chiesa medioevale di S. Maria in Posterula; venne inoltre funzionalmente collegato mediante la Rampa Braschi, a nord con la città antica e a sud con l'Appia e la città nuova.


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Palazzo di Via Greggi. Importante esempio di ristrutturazione settecentesca di diverse abitazioni medievali che, accorpate, sono state ricondotte ad unità edilizia ed architettonica. Significativo appare, accanto alla riqualificazione dei prospetti a sud e ad ovest dell'edificio per mezzo di finestre e di accessi riquadranti in travertino, pianta funzionale del piccolo cortile con portale d'ingresso collegato alla scala esterna e alla Via Greggi.

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Palazzo Greggi. L'edificio attuale, pur riadattato dalla famiglia Greggi alla fine del '700 con una profonda ristrutturazione, conserva resti notevoli delle preesistenze romane e medioevali: le prime sono sostituite dalle strutture di una domus del II sec. d.C. , le seconde dagli alzati e dal loggiato a mensole del prospetto principale, probabile residuo di un profferlo. Dell'edificio moderno appaiono notevoli il grande corpo scala e il piccolo cortile con pregevole portale d'accesso.


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Palazzo di Via S. Eusebio. Realizzato probabilmente tra prima e la seconda metà del '700 nell'ambito di un intervento di ristrutturazione che interessò l'intero tratto delle mura poste a sud di Porta Maggio, l'edificio ha inglobato una parte cospicua del camminamento tardo-antico e alcune strutture medioevali. Notevoli il grande portale d'ingresso, di stile tardo-barocco e con stemma araldico scolpito sulla chiave, e l'androne con volte a vela su perducci ed ampia scala.


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Casa Angeletti. Costruito nel 1764 dalla "Proprietà Angeletti" , come riporta un' iscrizione posta sul portale d'ingresso, l'edificio costituisce un notevole esempio di edilizia residenziale privata d'affitto destinata al ceto medio, secondo un preciso programma immobiliare che negli stessi anni coinvolse altri edifici, contraddistinti da iscrizioni simili. La ristrutturazione inglobò i resti di una domus romana imperiale, un ampio tratto delle mura tardo-antiche e alcune abitazioni medievali.


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Palazzo dei Forni. La "Nuova fabbrica dei Forni", costruita nel 1785 dal Municipio di Terracina di fronte alla chiesa del Purgatorio su probabile progetto dell'ingegnere Giuseppe Fabri, riutilizzò le strutture di un granaio, a sua volta edificato sui resti di un grande edificio di età siliana (inizi I sec. a.C.). L'importante portata d'ingresso, sormontato da un timpano triangolare spezzato con stemma araldico, contiene, sopra l'architrave, una bella lapide iscritta in onore di Pio VI.


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Palazzo Vitelli. L'edificio venne fatto costruire nella prima metà del '700 dalla famiglia Vitelli, originaria di Patriarca, nel Borgo di Cipollata ed eretto in una posizione dominante rispetto alla Via Appia e alla Porta di S. Gregorio, poi alla Porta Romana: esso riveste dunque un valore tipologico urbanistico. Fu residenza papale a partire dal 1780 - come ricorda una lapide murata nella facciata ovest - fino al completamento di Palazzo Braschi.

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Chiesa del Purgatorio. Costruita tra la metà del '700 e il 1787 sui resti della chiesa medievale di S.Nicola, costituisce non solo l'unico esempio di architettura religiosa tardo-barocca della città, ma anche l'unica chiesa a pianta centrale e dotata di segrato. Nell'edificio, di singolare valore tipologico e urbanistico, sono notevoli la grande facciata con timpano a linee ondulate e decorazioni in stucco, la copertura a cupola e il piccolo campanile a pagodina


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Palazzo di Nicola Savio. Primo esempio noto in città di casa rinascimentale, particolarmente importante per la scomparsa di altri edifici coevi. Costruita dal notaio Nicola Savio nel 1536 (come ricorda l'iscrizione sull'architrave del portale d'ingresso, in travertino come la finestra riquadrata e con l'iscrizione del primo piano), la casa di Via S. Rufina è addossata alle mura tardo-anctiche, nei pressi dell'attuale Vicolo del Forno, corrispondente ad un antico passaggio per l'esterno.


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Palazzo di Corso A. Garibaldi. L'edificio, in posizione di pregio sul vecchio tracciato dell'Appia è una probabile ristrutturazione rinascimentale di una domus medievale, ulteriormente riadattata durante l'800 nell'accesso, nei livelli superiori e nella copertura. Del palazzo rinascimentale restano alcuni notevoli elementi del prospetto principale, il grande portale in travertino con arco a tutto sesto a alla finestra riquadrata, anch'essa in travertino, del piano nobile.


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Palazzo Risoldi. Cosi' denominato da una delle maggiori famiglie terracinesi che ne ebbe la proprietà fra la seconda metà dell'800 e i primi decenni del '900 l'edificio è il risultato della stratificazione di srutture romane e tardo-antiche, dei resti della chiesa dei SS. Quattro incoronati (di cui resta l'abside nel retro dell'edificio) e di alcune domus medievali. Il grande portale, centinato, bugnato e con iscrizioni varie, appartiene probabilmente alla ristrutturazione della seconda metà del '700.


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La Cattedrale. L'intervento di ristrutturazione moderna sulla Cattedrale, avviato nei primi anni del '700, durò con fasi alterne per quasi tutto il secolo ed in parte anche in quello successivo. Notevole fu la trasformazione attuata : venne completamente rinnovata la copertura, sostituendo tetto a capriate lignee del Medio Evo con vole a botte in muratura nelle tre navate, furono rifatti il baldacchino dell'altare maggiore, il coro e i capitelli delle colonne e vennero risistemati il portico esterno e le cappelle delle navate laterali.


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Palazzo del Vescovado. Il primo intervento moderno, oltre ai resti della fase romanico-gotica, risale al vescovo Cesare Ventimiglia (1615-1645). La seconda ristrutturazione avvenne a partire dal 1786 sotto Pio VI, che realizzò anche un collegameto con Palazzo Braschi. Di particolare rilievo è il portale d'ingresso, che qualifica in senso neoclassico la facciata del palazzo, per il resto alterata dopo l'ultima guerra.


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Palazzo di via Mura di S. Paolo. Costituisce un significativo esempio di grande ristrutturazione settecentesca di un'intera corte medievale con le sue domus. Trasformate in un organismo architettonico unitario e omogeneo, come dimostra la qualificazione dei prospetti a nord, sud e ovest (il lato est è unito al Palazzo della Bonificazione). L'accesso alla vecchia corte, divenuta il cortile del palazzo, è segnato da un grande portale centinato con lo stemma araldico nella chiave.


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Casa d'affitto. Il grande edificio, posto sul ripido tornante di via S. Francesco nei pressi dell'antica posterula di via della Rota, fu costruito verso la fine del '700 per necessità residenziali dovute alla crescita demografica determinata dai lavori di bonifica di Pio VI. Esso costituisce un importante esempio di edilizia popolare realizzata con interventi privati e in economia, come dimostra la muratura dei quattro piani completamente priva d'intonaco.


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Palazzo della Bonificazione Pontina. Sede degli uffici amministrativi della Bonificazione Pontina, fu eretto fra il 1780 e il 1785 sui resti della basilica forense romana, in parte visibili lungo la salita dell'Annunziata. Notevole esempio di edilizia pubblica del periodo, sebbene abbia assunto la sua forma attuale alla metà circa dell'800 inglobando Palazzo de Vecchis, il palazzo possiede due ingressi indipendenti, il minore sulla Salita dell'Annunziata e il maggiore, distinto da un grande portale architravato, su Piazza S. Domitilla.

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