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LA MADONNA DI FATIMA

Catechesi sui passaggi

 

B)PASSAGGIO DAL REPARTO AL NOVIZIATO.

1) CAPO:Sembra incredibile, sembra ieri: eppure sono passati ……….anni da quando tu……………., tu………………….,tu……………….. siete entrati nel reparto.

2) Insieme abbiamo trascorso i campi estivi a………………….nel…………..,

le uscite a…………….nel………….. Mettendo insieme le ore trascorse fra noi in sede , le ore assaporate nei campi e nelle uscite, viene fuori la cifra di…………………………(ora più, ora meno).

3) PRIMO RAGAZZO SCOUT: Sì, hai detto bene ma hai dimenticato che siamo andati anche a………………………dove io ho sperimentato questa riflessione ed ho questo ricordo:………………………………………………

4) SECONDO RAGAZZO SCOUT: sì,hai detto bene ma a me è rimasta impressa questa esperienza: quando nel periodo …………………ho capito per la prima volta bene che potevo restare negli scout solo se io decidevo di rimanere: infatti i miei amici di scuola e di giochi hanno cercato di farmi passare la voglia un sacco di volte.

5) CAPO: Cari ragazzi, sono contento che voi vi ricordiate moltissime cose che sono sfuggite a me: vuol dire che vi sono rimaste dentro. Adesso ci stacchiamo per un poco perché voi, salendo al Noviziato, cominciate una strada che – se Dio vorrà- vi porterà ad essere come me. In qualche modo vi sento già miei collaboratori.

6) GUIDA: c’è passo della BIBBIA nella quale si vede che,quando Mosè sta per partire nel deserto del Sìnai , chiede aiuto a Obab. E’ un segno di umiltà del grande condottiero e il segnale che nessuno di noi sa tutto ma ha sempre bisogno di collaboratori. LIBRO DEI NUMERI 10,29-36.

7) In un film di guerra americano si legge che un vice-comandante di nave (chiamiamolo John) decide di rilevare dal comando (cioè di toglierlo) il suo superiore. La decisione è estremamente sofferta perché le prove della malattia mentale del comandante non sono chiarissime. Sobillato da altri sottoufficiali, John toglie davvero la direzione della nave e la porta in salvo. Ovviamente c’è la corte marziale, con il rischio della fucilazione. Nel momento in cui bisognava deporre a favore di John, nessuno degli amici si fa vivo per dargli una mano: lo lasciamo solo. Per fortuna un abilissimo avvocato fa in modo che il comandante ammalato mentale venga allo scoperto anche davanti alla corte: così il giovane John si salva. – Tutti i sottoufficiali stanno festeggiando la vittoria quando l’avvocato si presenta e scaglia in faccia ad un sottoufficiale un bicchiere di vino. Tutti si fermano ma l’avvocato urla: E’ vero, voi avete vinto ma nessuno ha avuto il coraggio di parlare a favore di John .Siete dei vigliacchi : quando c’era da trarre vantaggio siete stati tutti di fianco a lui; quando c’era da Rischiare la corte marziale vi siete eclissati tutti quanti. Non meritate niente!”

8) CAPO: forse questo episodio potrebbe essere stato inventato ma rende l’idea: quando le cose vanno male c’è sempre un fuggi-fuggi generale. Anche voi ragazzi, salendo al Noviziato, troverete gente che vi vuole fermare ma non ascoltatele: il bene è sempre premio a se stesso.

9) IMPEGNO: prendiamo tutti un poco di terra, mescoliamola e poi poniamola in questa piccola bustina di plastica:portatela a casa e ricordatevi di collocarla dentro un bicchiere trasparente affinchè vi ricordi negli anni futuri che lo scautismo vi è entrato dentro e che, insieme a Gesù, voi potete far nascere un mondo nuovo. Buona strada!

 

CATECHESI SULLA PARTENZA SCOUT.

(a)PARTIRE VERSO QUALCOSA DI NUOVO E’ UNA DELLE SCELTE PIU’ RADICALI E ,PERTANTO, PIU’ PROFONDAMENTE UMANE CHE SI POSSANO FARE.

1) E’ fuori discussione che la Partenza scout sia una delle cerimonie più …….incomprensibili per un profano. A 21 anni un estraneo vede che un ragazzo cresciuto nello scautismo, “imbevuto “ (si fa per dire) di principi scout venga invitato ad…..andarsene. Penserà: “Che abbia fatto qualcosa di male?” oppure “Non hanno bisogno di nessuno che si permettono di mandare via la gente? ”.

2) Ebbene, niente di tutto questo o – meglio – tutto è esatto. La radice di questa cerimonia risale a quel magico educatore che è BP il quale dice: Arrivato ad una certa età, dopo aver vissuto in comunità tanto tempo (all’incirca da quando avevi 8 anni) adesso prendi il tuo zaino o la tua canoa e imposta da solo la tua vita. Ovvero: fai delle scelte radicali che si innestino dentro il tuo vissuto.

3) Guardando una vita normale, di partenze se ne fanno tante: si lascia la famiglia per andare a scuola,si decide un tipo di professione, un tipo di persona con cui condividere tutto, una Fede entro la quale si intravedono dei valori e delle incoerenze,ecc.: in poche parole il partire è una regola pressoché quotidiana .

4) Ci sono due persone sulle quali mi soffermo per indicare che hanno compiuto due partenze radicali: Abramo e Gesù.

5) Abramo era un re pastore ,originario di una zona vicina all’attuale Afghanistan. Ad un certo punto (Gènesi 12, 1-9) Dio gli dice di partire per un luogo che gli indicherà: Abramo obbedisce e fonda la religione monoteista alla quale appartengono gli Ebrei, i Cristiani ed i Mussulmani. Da Abramo in poi non si ritiene più dio un pezzo di oro (=una banconota ) ma solo un puro spirito.

6) Anche Gesù lascia la sua casa a circa 30 anni: la madre forse è vedova, certamente non protetta da servitù ……..eppure lui se ne va. La chiamata a servire l’uomo in tutta la sua profondità non gli consente di restare abbarbicato su quel paesino montano della Galilea.

7) Anche quando si entrò negli scout e quando ci si staccò da un certo tipo di compagnie per andare in sede , notati da tutti a motivo della uniforme : anche allora – diciamocelo pure – si è fatta una certa partenza. Non sarà stata cosciente e radicale ma è stata una vera partenza.

8) RIFLESSIONE: Ognuno si soffermi per rievocare la date più importati della propria vita e – scherzando ma non troppo – segni le date su un foglio da far vedere a tutti. Nessuno ci capirà niente ma ognuno saprà che dietro a quel numero indicativo di un anno c’è stato un passaggio epocale nella sua vita.

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(b) PARTIRE VERSO UN PROGETTO DI VITA IMPOSTATO SUL SERVIZIO E’ UNA DELLE SCELTE PIU’ LIBERANTI CHE ESISTANO.

1)Voglio parlarti di un mio amico che ha fatto davvero delle partenze radicali. Si chiamava Raffaello , era nato da una famiglia discretamente agiata quando, a 11 anni, è entrato in seminario con me. A scuola andava più che benino.

2)Giunto alla fine della quinta ginnasio, Raffaello non continua come me nei seminari italiani ma decide di andare missionario. Io che l’ho visto partire, allora, provai un senso di invidia pensando alle avventure che avrebbe realizzato in terra di missione.

3)A 24 anni diventiamo preti e lui parte per il Brasile. Anche allora – lo ammetto – provai un senso di invidia . Passano 5 anni e Padre Raffaello torna a casa per alcune cure mediche. Dopo i primi convenevoli, mi racconta quello che fa e afferma che , finite le cure, vuol tornare in Brasile. Quello che mi dice esserci nelle zone in cui lavora non ho il coraggio di scriverlo ma lo dirò a voce solo se qualcuno me lo chiederà per telefono (0541 606577 – 339 8412017) : sono cose di una tale e tanta ripugnanza che ancora adesso sento lo stomaco ribollire per un conato di vomito. Eppure….malgrado questo, Padre Raffaello riparte davvero ; dopo pochi anni, si ammala e muore, alla età di 50 anni circa. – E’ morto davvero………o no?

4)Se ho parlato di questo non è perché intendo choccare la gente ma perché voglio ricordare a me ed ad altri che il partire verso mete ambiziose è VIVERE nel senso più ampio del termine.

5)Anche il grande Don Oreste Benzi, verso l’anno 1968 , si trovò più o meno nello stesso bivio: era parroco in una grossa parrocchia alla periferia di Rimini (dove comincia la superstrada per San Marino). Un giorno viene da me che ero suo parroco viciniore con una vecchia FIAT 500 famigliare e mi chiede se può prendere alcune mattonelle che mi erano rimaste. Ovviamente io acconsento ma gli chiedo:” Dimmi Don Oreste, cosa ci devi fare?” – “Devo sistemare il pavimento di una vecchia stalla per farci stare una famiglia povera”. Vuoi venire con me a darmi una mano?” – “No grazie, Don Oreste, non me la sento”.

Da quella volta, Don Oreste è partito per diventare un “faro” assoluto nel contesto della Chiesa Italiana e mondiale: le sue case-famiglia immettono a vita nuova migliaia di handicappati, diseredati, prostitute,orfani ; i suoi obiettori intralciano con il proprio corpo tutte le operazioni di pulizia etnica che si organizzano a spron battuto in ogni parte del globo; centinaia di ragazzi/e , quando si sposano, fanno voto di tenere in casa per sempre uno o più bambini che Don Oreste dà loro: e non sempre questi bambini sono sanissimi….

Don Oreste ha 15 anni più di me (è nato nel 1925) ma è immensamente più giovane di me: lui ha scelto di seguire Dio nel servizio più totale,io no;

tutti e due moriremo ma il suo nome sarà ricordato per decenni , il mio no.

6)Servire Dio è regnare, dice la Liturgia : servire Dio presente nei fratelli è fondare la propria casa sulla roccia delle eternità: VANG. DI MATTEO 7,24-29.

7)IMPEGNO PRATICO: prendiamo una pietra o un mattone e scriviamoci sopra con un pennarello il nostro nome e i punti fondanti su cui ci si vuole basare:Dio-poveri-onestà-lealtà….ecc.. E’ regalo che hanno fatto a me gli scouts quando ho festeggiato 40 anni di Messa: lo tengo ancora in bella vista perché, se vi ottempero fedelmente, so che vivrò felice.

[D.Romano Nicolini Riccione - tel. 0541 606577 – e-mail: rcnico@tin.it]

 

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
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