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Vi siete mai chiesti chi sono i Kamikaze e perché compiono atroci attentati terroristici?
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Vi siete mai chiesti chi sono i Kamikaze e perché compiono atroci attentati terroristici?

I kamikaze diventano protagonisti della storia, durante la seconda guerra mondiale. Sono militari giapponesi che con i loro aerei carichi di carburante ed esplosivo, si lanciano contro le navi statunitensi. Nell’estremo tentativo di fermare l’avanzata americana.

L’idea di formare reparti di piloti suicidi avvenne nell’estate del1944 per opera d’alcuni ufficiali della marina imperiale fra i quali il comandante della portaerei “Ciyoda” il colonnello Eiiciro Jyo, che notò la situazione critica delle forze armate nipponiche e auspicò la creazione di speciali squadre d’assalto, per infliggere danni decisivi alla flotta U.S.A. Il 20ottobre del 1944 a Mabalacat nelle Filippine, nacque il primo reparto kamikaze, dall’idea dell’ammiraglio Takijiro Onoshi, comandante della prima flotta aerea giapponese. Immediatamente i kamikaze entrarono in azione, ma le prime missioni furono ostacolate dal tempo avverso.
La mattina del 25 ottobre 1944 arrivò il primo successo grazie ai piloti, che si lanciarono sulle navi nemiche cogliendole di sorpresa. La notizia dei primi successi accese gli entusiasmi dei giovani piloti giapponesi, che educati con il codice di condotta del guerriero giapponese, il Bushido, influenzato dal buddismo che enfatizza il coraggio, incominciarono ad offrirsi volontariamente per i nuovi corpi speciali in via di formazione. I kamikaze ritenevano che l’attacco facesse parte del loro dovere perché la nazione, la società, l’universo s’identificavano nell’imperatore; e per questo erano disposti a sacrificare la vita. Nell’estate del 1945 cessarono le loro incursioni, perché, anche se durante la guerra erano stati costruiti circa 68000 aerei, ormai ne rimanevano pochi più di 2000.
Si decise quindi di costruire piccoli aerei bomba più economici e precisi, gli Ohka (fiore di ciliegio).Ma il generoso sacrificio di centinaia di piloti non riuscì a cambiare le sorti di una guerra ormai persa, infatti, due bombe atomiche lanciate su Hiroshima e Nagasaki, segnarono la vittoria degl’U.S.A.

Terroristi giapponesi esportarono la tecnica kamikaze in Medio Oriente e il 30 maggio 1972 assaltarono l’aeroporto di Tel Aviv, per la prima volta, un attentato fu pianificato senza prevedere una via di fuga per i terroristi; mai, in precedenza, musulmani si erano imbottiti di bombe per lanciarsi contro gente inerme, uno degli attentatori era Giapponese. Condannato all’ergastolo, sarà poi oggetto di scambio di prigionieri fra israeliane e palestinesi.

Negli anni settanta i militanti di Sekigun addestravano in Libano un’intera generazione di guerriglieri islamici, trasmettendo loro la mistica dell’attacco suicida. In Palestina ci sono vere e proprie scuole. La BBC afferma che la Jihad islamica ha aperto un istituto estivo per martiri. Gli estremisti islamici insegnano ai ragazzi non solo che è bene uccidere, ma anche che è bene morire. In cambio della vita terrena, gli attentatori suicidi ottengono il più alto livello del paradiso, dove sono accolti da settanta vergini. Apprendono anche che questo è il modo più efficace per colpire Israele.

Il termine kamikaze ha origine da due termini giapponesi: ”kami” (dio) e “kaze” (vento). Con “vento divino” si chiamavano gli uragani che nel XIII secolo distrussero le truppe mongole che erano in procinto di invadere il Giappone.

Il termine kamikaze è del tutto improprio per indicare quindi il fenomeno attuale dei combattenti suicidi islamici sia perché si riferisce ad un contesto culturale del tutto diverso sia perché si tratta di fatti molto diversi: i giapponesi agirono durante la guerra, mentre i combattenti islamici colpiscono i civili in un contesto di guerra non convenzionale, che chiamiamo “terrorismo”.


(M. Petrizzo, R. Bonfatti, G. Bassi, F. Ruggeri)


Tratto dal sito scolastico di Bologna kidslink

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