Il Libro della Storia di Darchon

Su questo Libro da Millenni scrivono i saggi del Villaggio riportando eventi di storica importanza che siano memoria ed esempio per le generazioni future. Non tutto quel che vi è scritto ha delle prove materiali ma poiché gli anziani furono più vicini al Popolo dell’Idilio di quanto lo siamo noi è naturale fidarsi di loro.

Parte Prima – La fondazione

Quanto giuntoci della Fondazione di Darchon è la scrittura di una storia narrata oralmente, alcuni punti sembreranno impossibili ma la nostra fede nel Sommo Darch e nei nostri antenati è grande.
Il Dio aveva cacciato il nostro popolo,nonostante ne sapesse l’innocenza, son passati almeno due millenni da allora. La gente, sperduta sulla terra, infreddolita dai venti e dalle intemperie, si dispose ad assecondare il volere del Dio,nella speranza di tornare presto nella sua Grazia.
E così, guidati da un uomo, Thenoras, attraversarono la Terra fino a giungere alle rive del Mare che, in Onore di colui che divenne il Fondatore del Villaggio, ora è conosciuto come Mare di Thenoras.

Non fu facile mettere tutti d’accordo e dividere equamente i compiti, ma Thenoras era uomo saggio e riuscì a gestire le poche persone e le poche risorse in modo tale da assicurare la sopravvivenza e una capanna a tutti. Fu a lui che il Dio Darch apparve sulla spiaggia e parlò svelando le 10 Leggi.
Ed è da questi tempi che risale la disputa sul nome del villaggio.La convinzione comunque ormai raggiunta è che gli abitanti intendessero chiamare il villaggio Darchon, in onore del Dio ma, nelle prime trascrizioni esso sia stato erroneamente cambiato in Darchon, così come poi è rimasto.

Il primo villaggio di Darchon era un agglomerato di non più di cinque o sei capanne e gli abitanti vivevano con ciò che il mare gli donava. Al centro del villaggio vi era una specie di santuario, per quanto misero nella forma, dove gli abitanti si radunavano a pregare. In esso vi erano una bacinella d’acqua del mare e una di sabbia, per ricordare la casa del Dio e le Leggi ma anche ciò che per l’uomo fu (l’acqua) e ciò che è ora (La Terra).
A noi è giunta fino ad oggi un frammento d’osso che si dica appartenere alla mano destra di Thenoras e che ancora custodiamo con gelosia e lo consegneremo alle generazioni future.

Gilias, IV Profeta dell’Idilio



Parte Seconda – Gli scontri con la natura

Dalla morte di Thenoras erano ormai passati circa 500 anni, Guida del Villaggo era Selimor, uomo assai diverso da ciò che ci dissero essere il Fondatore. Selimor non aveva rispetto del creato e delle Leggi del Dio, si è impadronito del potere sfruttandone un vuoto a causa della morte improvvisa ed accidentale di Argas, il precedente capo.
Ed è per questo che il Dio si arrabbiò con il popolo Eletto. Diverse calamità si abbatterono su di noi.
Prima, quasi fosse un avvertimento, la terra cominciò a tremare, numerose capanne caddero e alcuni tra gli amici più intimi di Selimor rimasero schiacciati e uccisi.

Nonostante questo egli continuava con la sua insulsa politica di spreco e distruzione e fu così che giunse una seconda catastrofe. I venti iniziarono a girare su loro stessi e ciò che sembrava un gigantesco turbine di vento si è abbattuto sul villaggio, altre 30 persone morirono sotto le 13 capanne meno riparate.
La gente iniziava ad aver paura, Selimor per tutti era la causa di questi mali, e venivano da me, Profeta dell’Idilio, a chiedere di calmare il Dio, quasi io avessi potuto far altro che non pregare.
Venne, a seguito di uno scempio compiuto da Selimor verso la Casa di Darch, l’ultima e più terribile calamità. Una gigantesca onda, chiara rappresentazione dell’Ira del Dio, si è abbattuta sulla costa, 54 capanne sono state distrutte e tra esse quella di Selimor che, lì, morì. Per i pochi superstiti la scelta del nuovo capo ricadde su Ifibert, uomo retto e giusto.
Di questo periodo conserviamo da ora innanzi un pezzo di legno, resto di una capanna distrutta dall’Onda, così che possiamo sempre ricordarci di non sfidare l’Ira di Darch.

Hawreth, XII Profeta dell’Idilio



Parte Terza – La Guerra con gli uomini

Sono ormai vecchio in questo momento, in cui vi scrivo. La mia voce non è così importante come quella di coloro che prima di me scrissero su questo libro,non sono un profeta, sono un umile uomo che ha combattuto per il suo villaggio.
Erano passati 1070 anni dalla fondazione di Darchon, nonostante i quasi seicento anni passati la gente parlava ancora con timore delle piaghe naturali venute ad opera di Darch per punire la stoltezza del nostro popolo. Capo del Villaggio era Obomoth, si diceva diretto discendente di Thenoras e se le parole che sul Fondatore si dicono sono veritiere, devo ammettere che Obomoth potrebbe essere davvero suo parente. Era un uomo forte, coraggioso, retto e devoto. Il Villaggio prosperava e sfiorava le mille unità, ormai.

Fu in questo periodo di pace che iniziarono a giungere strane voci da chi, per diletto, viaggiava verso l’interno per conoscere le fattezze della terra.
Degli uomini, rozzi nel vestire e nel parlare, dalla barba e i capelli incolti e dai modi di fare incivili, iniziavano ad essere avvistati con maggior frequenza nei nostri pressi.
Solo più avanti capimmo che erano anche armati.
Nell’anno 1074 dalla Fondazione ci attaccarono, eravamo impreparati, nessuna arma, nessuna difesa, fu una strage. Loro non erano molti, forse duecento, ma si portarono via 700 vite e tutti i nostri avere: il villaggio era in ginocchio.

E fu qui che emerse la grande forza di Obomoth, ci spronò ricordandoci le parole di Darch, dovevamo combattere chi stava attentando alla sicurezza e all’esistenza del popolo eletto.
Con le nostre poche conoscenze costruimmo delle armi, Obomoth ci addestrò, ci rese dei soldati, eravamo un centinaio, meno dei nostri aggressori ma in breve diventammo molto affiatati e il combattere per la nostra stessa esistenza ci avrebbe dato delle forze in più.
Sapevamo che sarebbero tornati poiché troppo facile era stato fare bottino presso di noi. Era passato un anno: 1075 anni dalla Fondazione.

Giunsero ma non trovarono innanzi a loro lo stesso villaggio. Palizzate di legno chiudevano loro l’accesso alla città e cento soldati, armati e ordinati si preparavano ad attaccarli.
Furono tutti sterminati,non uno rimase vivo, il nemico era debellato. Pagammo però a caro prezzo la nostra salvezza: Obomoth morì trafitto da un nemico alle spalle. Suo figlio Isilach fu eletto capo del villaggio, sebbene tutti sapessimo che mai sarebbe potuto essere come il padre.

Garrond, Fiero Soldato di Darchon



Parte Quarta – Le Navi

Sono Uldham, Capo del Villaggio di Darchon dall’anno 1489 dalla fondazione, il ricordo delle guerre con gli uomini rimarranno indelebili nel cuore di ciascuno di noi e, per questo, continuerò ad alimentare negli abitanti del villaggio quell’istinto di sopravvivenza necessario per affrontare eventuali attacchi. Intanto vi scrivo di un avvenimento decisivo per il nostro villaggio. Abbiamo costruito le navi per pescare lontano dalla costa e per attraversare la casa del Nostro Dio, sicuri che lui non ci farà perdere nel mare di Thenoras.

Sono navi di legno, ci stanno circa 20 uomini e tutti devono adoperarsi perché esse navighino, ci sono le vele da muovere, il timone da governare ma anche corde e funi da tirare e lasciare libere. Un giorno, forse, le navi potranno servirci anche per difenderci.
Intanto alcune nostre navi si sono allontanate dalla costa più di quanto pensassimo, hanno visto in lontananza altre terre ma non abbiamo intenzione per ora di andarci, no, quella dev’ essere la terra degli Infedeli e non basteranno di certo 20 persone per ricondurli alla ragione. Un giorno, forse, qualche mio successore si occuperà di loro con la decisione che il nostro Dio ci impone.
Per il momento, è nata la Marina di Darchon, sia essa per semplice pesca che per difesa.

Uldham , Capo del Villaggio di Darchon



Arriviamo così ai giorni nostri, una parte quinta ancora non è stata scritta, chissà se un giorno lo sarà e chi la scriverà. Intanto il Popolo Eletto conservi questo libro con gelosia e cura perché al suo interno è conservato tutto ciò che esso ha fatto e tutto ciò che esso è.