ROMA - Palio di Siena, addio. La corsa popolare di cavalli più famosa e controversa d'Italia non appare più nella lista che l'Italia ha presentato alla commissione Unesco a Parigi per concorrere al titolo di Patrimonio immateriale dell'umanità. Lo ha deciso nei giorni scorsi la commissione interministeriale che ha il potere di indicare i siti, composta dai ministri degli Esteri, del Turismo, dei Beni culturali e delle Politiche agricole. La conferma è arrivata ieri dal sottosegretario ai Beni culturali, che segue la questione da mesi, in una comunicazione alla commissione Cultura della Camera. Spiega Giro: «Almeno per quest'anno, il Palio di Siena non comparirà nella lista. Occorrono approfondimenti tecnici. Soprattutto è stata registrata la mancanza della necessaria condivisione tra i diversi ministeri. Le perplessità sono venute sia dal ministero degli Esteri che da quello del Turismo. Dal mio punto di vista non si può parlare di depennamento definitivo, ma occorrerà prima far applicare l'attesa normativa che regoli le gare tradizionali di questo tipo, e poi potremo riparlarne».
Molto soddisfatta della decisione appare il ministro per il Turismo, Michela Vittoria Brambilla: «Sono convinta che si tratti della misura più corretta e adeguata. In tutta questa storia non c'entrano i gusti personali, né i miei né quelli del ministro Frattini. Il punto è un altro. In un bene immateriale nazionale che abbia la dignità di essere proposto all'Unesco devono necessariamente identificarsi tutti gli italiani perché diventa un simbolo dell'intero Paese. Questo, oggettivamente, non è il caso del Palio di Siena, perché intorno alla manifestazione c'è una evidente spaccatura tra i sostenitori e i detrattori, soprattutto gli animalisti. Ecco la vera motivazione». Poi aggiunge: «Mi sembra che questa divisione sia sotto gli occhi di tutti e, lo sottolineo ancora, prescinda da ogni valutazione personale». Brambilla non cambia idea nemmeno immaginando le reazioni negative che sicuramente arriveranno da Siena: «Col sottosegretario alla Salute, Francesca Martini, stiamo predisponendo un disegno di legge in cui si regoleranno in maniera inequivocabile queste gare e in cui si contempereranno le esigenze di tutela della salute degli animali con quelle della valorizzazione dell'immagine dell'Italia per lo stretto legame col turismo che ne deriva».
Giro, su questo punto, annuncia: «Penso per esempio che un Palio come quello di Ronciglione non potrà più svolgersi, nelle condizioni attuali, alla luce delle nuove normative. Mentre invece credo che per il Palio di Siena non ci dovrebbero essere problemi». Nei giorni scorsi il sindaco della città Maurizio Cenni, Pd, aveva ribattuto in una lettera aperta firmata col Magistrato delle contrade, Marco Lonzi, e con il presidente del Consorzio per la tutela del Palio, Pierluigi Millozzi, che il Palio «è un patrimonio inestimabile di cultura, figlio di quella identità nazionale e locale in altre occasioni sbandierata come ricchezza del Paese». Sempre nella lettera si legge che «il nostro Palio applica già l'ordinanza del sottosegretario Francesca Martini per la tutela degli animali. Dall'applicazione della stessa ordinanza martini, il Palio è stato promosso a pieni voti diventando un modello da seguire».

Nella lista presentata dall'Italia all'Unesco rimangono senza polemiche altre dieci proposte: L'«arte tradizionale dei Pizzaiuoli napoletani», cioè la pizza napoletana, «La pratica agricola della coltivazione della vite ad alberello dell'isola di Pantelleria», ovvero lo Zibibbo, la tradizione dei liutai cremonesi, il gruppo delle Feste delle grandi macchine a spalla: (Festa dei Gigli di Nola, la Varia di Palmi, la Faradda dei Candelieri di Sassari, la Macchina di Santa Rosa a Viterbo), la Festa dell'Abete di Alessandria del Carretto in provincia di Cosenza, il Carnevale di Viareggio, Calendimaggio ad Assisi, le Launeddas di Sassari, la Festa dei Ceri a Gubbio, la Festa delle Fracchie a San Marco in Lamis, provincia di Foggia.



Paolo Conti, Corrieredellasera.it