Santa Barbara è una martirecristiana. Il luogo e l'epoca in cui è vissuta, a causa delle numerose leggende sorte intorno al suo nome, non sono chiaramente identificabili, ma il suo culto è attestato presso le comunità cristiane d'Oriente (Egitto, Costantinopoli) e Occidente (Roma, Francia) sin dal VI-VII secolo e conobbe una grande popolarità nel Medioevo grazie alla Legenda Aurea; rimossa dal calendario romano generale nel 1969 a causa dei dubbi sulla sua storicità, rimane una santa molto popolare grazie al numero dei suoi patronati (vigili del fuoco, marina militare, artificieri, artiglieri, genieri, minatori...).Della vita di questa santa esistono varie agiografie, nessuna delle quali coeva, che presentano notevoli differenze tra loro[6].Barbara è figlia di Dioscoro o Dioscuro, un uomo di religione pagana. In alcune agiografie, Dioscoro decide di rinchiuderla in una torre a causa della sua grande bellezza, per proteggerla dal mondo esterno e dai pretendenti (che ella comunque respinge sistematicamente)[3][5][7][8][9][10]: Barbara va quindi a vedere i progetti per la costruzione della torre e, notando che sono presenti solo due finestre, una a nord e una a sud, ordina ai muratori di costruirne una terza, per richiamare la Trinità[3][7][8][11]; prima di entrare nella torre, inoltre, si immerge tre volte in una piscina adiacente, battezzandosi da sola[3][11].In altre versioni, Barbara viene segregata come punizione per la sua disobbedienza; nella torre, la giovane viene istruita da filosofi, oratori e poeti e, studiando, giunge alla conclusione che il politeismo è una farsa; temporaneamente liberata da suo padre, si converte al cristianesimo; quando suo padre decide di costruirle un'imponente piscina con due finestre, ella fa aggiungere una terza finestra a questo edificio (e non alla torre, come nella versione precedente)[2][5][12]; altre versioni specificano che Barbara aderisce al cristianesimo studiando i testi di Origene e, una volta fuori dalla torre, si reca proprio da lui, ad Alessandria, per farsi battezzare[10].Ad ogni modo, quando Dioscoro scopre la nuova fede della figlia tenta di ucciderla: Barbara riesce a sfuggirgli miracolosamente, trapassando le pareti della torre oppure volando su una montagna (in questo caso, viene vista volare da due pastori, uno dei quali la tradisce rivelando a Dioscoro la sua posizione; maledetto da Barbara, egli viene trasformato in pietra, e il suo gregge di pecore in uno sciame di locuste); riacciuffatala, suo padre la trascina davanti a un magistrato (o prefetto) di nome Martiniano o Marziano[3][5][7][8][10][11][12]. La giovane rifiuta però di abiurare e viene quindi torturata più volte: viene avvolta in panni rozzi e ruvidi che le lacerano la carne, ma Cristo, apparendole di notte, cura le sue ferite. I carnefici tentano quindi di ustionarla, ma le fiamme accese ai suoi fianchi si spengono quasi subito; le vengono poi tagliati i seni, colpita la testa con un martello, e viene fatta sfilare nuda per le strade. Alla fine, suo padre la conduce in cima a una montagna e la decapita lui stesso, e insieme con lei subisce il martirio un'altra giovane cristiana, Giuliana; sceso dalla montagna, Dioscoro viene incenerito da un fulmine o da un fuoco venuto dal cielo come punizione per l'omicidio[2][3][5][7][8][9][10][11][12].Barbara e Giuliana vengono quindi seppellite da un uomo di nome Valentino, e presso la loro tomba cominciano ad avvenire guarigioni miracolose[5][8].Di santa Barbara non esiste alcuna menzione nei documenti dell'antichità cristiana, così come nella versione originale del martirologio geronimiano[8]; la sua storia, inoltre, presenta notevoli somiglianze con quella di santa Cristina[5], ed è probabile che l'autore della passio di Barbara abbia ricopiato quella di Cristina, esagerandone gli aspetti inverosimili[13]. Ciò ha portato alcune fonti, anche autorevoli, a dubitare dell'esistenza stessa di questa figura[5][6].Le varie agiografie differiscono per molti particolari, compresi il tempo e il luogo in cui visse Barbara; riguardo alla data del martirio, esso sarebbe avvenuto sotto un "imperatore Massimino" o "Massimiano", ma non è chiaro se si tratti di Massimino il Trace, Massimino Daia o Massimiano[3][6]. Per quanto concerne il luogo, invece, le fonti riportano diverse città natali, fra cui Nicomedia, Antiochia, Eliopoli in Egitto, Eliopoli di Siria ed un'altra Eliopoli presso Euchaita, nonché la Toscana e Roma[3][5][6][8][13], una diversità che testimonia l'adattamento della sua leggenda ai vari luoghi in cui era venerata[8].Il suo culto è ben attestato a partire dal VII secolo, periodo in cui appaiono i primi Acta del suo martirio, di origine forse egiziana[5][13], che funsero da base per diverse agiografie composte nei secoli seguenti da vari autori, quali Simeone Metafraste, Usuardo e Adone di Vienne[8]; esistono però anche testimonianze precedenti di una sua venerazione, come un monastero a Edessa nel IV secolo e una basilicacopta al Cairo nel VII secolo dedicati a lei[5]. La santa era adorata a Roma già nel VII-VIII secolo, periodo a cui sono datate sue immagini nella chiesa di Santa Maria Antiqua, e il suo culto è attestato in Sabina e Umbria prima dell'anno 1000[13]. Intorno al IX secolo Barbara era venerata pubblicamente e ampiamente tanto nell'Oriente quanto nell'Occidente cristiano[8], e durante il Medioevo si diffuse, grazie al suo culto, l'uso del nome proprio Barbara[14][15]; tra il XV (quando la sua storia raggiunse l'apice della popolarità in Occidente[11]) e il XVI secolo, era venerata in Germania come una delle quattro "grandi vergini", assieme alle sante Dorotea, Caterina d'Alessandria e Margherita d'Antiochia[5][16]. Il suo culto scemò progressivamente dopo il concilio di Trento (forse anche perché la giovane era considerata, nella storia, eccessivamente "ribelle" verso suo padre e l'autorità costituita)[11].Secondo alcune fonti, le reliquie della santa furono portate a Costantinopoli nel VI secolo; da lì, nel XII secolo, Barbara Comnena[N 1] le trasferì a Kiev, dove ora riposano nella cattedrale di San Vladimiro[12]. Secondo altre fonti, le reliquie sarebbero invece state prelevate da Costantinopoli e portate a Venezia da Maria Argyropoula[N 2] quando, verso il 1004, andò in sposa a Giovanni Orseolo; più avanti, durante il dogato di Ottone Orseolo, due fratelli di Giovanni, Orso e Felicita, fecero spostare le reliquie dalla basilica di San Marco dov'erano custodite al monastero di San Giovanni evangelista di Torcello. Con la secolarizzazione dei beni ecclesiastici voluta da Napoleone, le reliquie furono nuovamente spostate e collocate nella chiesa di San Martino di Burano, dove si trovano a tutt'oggi[18].Negli antichi martirologi greci, così come nell'attuale martirologio romano, la data di commemorazione di santa Barbara è il 4 dicembre, ma va notato che tutti i martirologi del IX secolo la collocano invece al 16 dicembre[2][4][8]. La santa è stata rimossa dal Calendario romano generale con la riforma del 1969, per via del suo carattere leggendario, ma è ancora presente nel Martirologio romano e la continuazione del suo culto è stata permessa[2][4][9].Dai vari elementi citati nella sua leggenda è derivata, col tempo, una quantità spropositata di patronati: la prigionia nella torre da parte di suo padre associò la sua figura alle torri, a tutto ciò che concerneva la loro costruzione e manutenzione e quindi il loro uso militare[2][8]; da qui il fatto di essere considerata patrona di architetti, stradini, tagliapietre, muratori, cantonieri, campanari, nonché di torri e fortezze. Parimenti, per via della morte di Dioscoro, essa venne considerata protettrice contro i fulmini e il fuoco, e di conseguenza contro le morti causate da esplosioni o da colpi d'artiglieria[2][8][9]; da qui deriva il suo patronato su numerose professioni militari (artiglieri, artificieri, genio militare, membri della marina) e sui depositi di armi e munizioni (al punto che le polveriere vengono chiamate anche "santebarbare")[19][20]. Per quanto riguarda la marina militare (di cui fu confermata patrona da Pio XII con il breve pontificio del 4 dicembre 1951), la santa fu scelta in particolare perché simboleggiante la serenità del sacrificio di fronte ad un pericolo inevitabile[19]. È inoltre patrona di tutto ciò che riguarda il lavoro in miniera[2][8] e dei vigili del fuoco. Il patronato sugli artiglieri e sui minatori risale almeno al XV secolo[21].Viene invocata per scongiurare i pericoli del fulmine e della morte improvvisa e priva dei conforti sacramentali[11], il che l'ha fatta entrare nel numero dei santi ausiliatori[22], un gruppo di quattordici santi alla cui intercessione la tradizione popolare attribuisce una particolare efficacia in determinate necessità:[23] la devozione è attestata per la prima volta in Germania nel 1284[24] e si diffuse notevolmente nel corso del Trecento anche in Austria, Svizzera e varie regioni Italiane[23].Anche i racconti di miracoli operati per intercessione della santa fecero molto per aumentare la sua popolarità[22] (un esempio citato spesso è quello avvenuto a Gorkum nel 1448, in cui tal Henry Kock venne gravemente ustionato in un incendio e, appellandosi a santa Barbara -di cui era sempre stato devoto-, riuscì a uscire dall'edificio e a sopravvivere fino a ricevere l'estrema unzione[8]).Come patrona delle attività principali del gruppo Eni le è stata dedicata la grande nuova chiesa costruita a Metanopoli, quartier generale del gruppo, per decisione di Enrico Mattei.Nel XV e XVI secolo si assiste a una fioritura di rappresentazioni di santa Barbara in opere artistiche, specialmente fra autori italiani, fiamminghi e, in minor misura, tedeschi[25]. La sua leggenda e la varietà di cose a cui è associata hanno dato vita a un gran numero di elementi con i quali ella viene rappresentata. Il simbolo più comune e significativo è indubbiamente la torre a tre finestre, raffigurata tanto come ambiente in cui la santa viene collocata, quanto come "miniatura" tenuta in mano o poggiata ai piedi[2][8][10][11][21][25]. Il più antico, però, testimoniato da un affresco nella chiesa di Santa Maria Antiqua a Roma, è il pavone, simbolo di lunga vita, apoteosi o immortalità[25][26] (o, in alternativa, richiamante alcune versioni della leggenda in cui, quando i suoi carnefici si apprestarono a torturarla con delle verghe, queste si tramutarono in piume di pavone[21]). La piuma di questo animale (o di struzzo), inoltre, è un attributo presente nelle opere prodotte nell'area dei Paesi Bassi e della Germania, ma il suo significato non è chiaro: oltre che ricondursi all'episodio appena citato[10][26][27], potrebbe anche rappresentare la fenice, simbolo di Eliopoli (dove, secondo alcune agiografie, la santa sarebbe nata)[26][27]. Gaiffier sosteneva invece che derivasse dal Dicta Origenis de beata Barbara, un'agiografia in cui Cristo appare come bambino a santa Barbara e le dà una piuma di struzzo, animale che, secondo Origene, è più degno di tutti gli altri[25].In quanto martire, a santa Barbara vengono associate spesso la palma[2][8][10][25], una corona o un diadema (specie nelle opere più tarde)[10][11][25][26] e la spada, l'arma con cui è stata uccisa[10][25]. Altri attributi comuni, specie dopo il XV secolo, sono il calice e l'ostia (o anche la pisside[21]), entrambi simboleggianti l'accompagnamento cristiano alla morte, cioè che nessuno dei suoi devoti sarebbe morto senza aver ricevuto il viatico[2][8][10][11][25] (va notato che santa Barbara e santa Chiara sono le uniche donne, tra i santi, a cui viene attribuita l'ostia nelle rappresentazioni sacre[28]). Il concilio di Trento, citando un decreto del precedente concilio di Cambrai, bandì l'uso di questi due simboli, in quanto promettevano una "grazia scontata", specie a coloro che avevano vissuto in maniera peccaminosa (essi rimasero comunque comuni nell'iconografia ortodossa e anglicana)[11]. Oltre a questi, è occasionalmente affiancata da cannoni o catapulte, il cui attacco richiama la morte subita da Dioscoro e il patronato di santa Barbara sull'artiglieria[2][8][11]; più rare invece le rappresentazioni in cui tiene un libro (rappresentazione della sua vita studiosa[10]), una torcia (richiamante un episodio del suo martirio) o in cui suo padre Dioscoro appare ai suoi piedi (simbolo della sua vittoria contro il paganesimo)[25].Generalmente, santa Barbara è rappresentata riccamente vestita, spesso in tinte di rosso[10][25], ma fino a prima del concilio di Trento (dove Molanus fece bandire tutte le immagini "lascive") esistevano anche opere ove era raffigurata seminuda[11], in particolare in quelle che richiamavano la parte del suo martirio in cui le viene tagliato il seno; dopo il concilio il culto e le rappresentazioni occidentali di santa Barbara calarono notevolmente, concentrandosi maggiormente sull'episodio finale del martirio, la decapitazione[11].
Il nome:
Barbara Deriva dal greco bàrbaros e significa "straniera". Caratteristiche: la sua iniziale timidezza nasconde un carattere umile ma allo stesso tempo brillante e solidale. Una grande determinazione interiore le permette di spiccare ed emergere in numerosi ambiti, rendendola spesso orgogliosa di se stessa. Segno corrispondente: Toro
Numero fortunato: 7
Colore: Giallo
Pietra: Berillo
Metallo: Rame
Sei nato oggi:
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Proverbio:
"Neve dicembrina per tre dì ti sta vicina"
Aforisma:
Non c'è dovere che sottovalutiamo tanto quanto quello di essere felici. [Robert Louis Stevenson]
Eureka:
Casa
Ha fatto passi da gigante aiutando le donne a compiere una serie di operazioni in cucina, come impastare, mescolare, sminuzzare, tagliare gli ingredienti sempre più velocemente ed è ormai arrivato dappertutto. Il frullatore, inventato da un americano di origine polacca, Stephen Poplawski, e brevettato nel 1922, si è diffuso in modo molto capillare, anche se in principio le casalinghe americane non erano poi così convinte della sua utilità. "Frulletto" si chiamava, con un nome un po' buffo, il primo frullatore italiano, e con lui sono venuti gli anni dei cocktail da offrire agli amici e dei frullati fatti in casa per "fornire" vitamine ai bambini.
Circolazione instabile a carattere freddo al Sud e localmente su Abruzzo e Molise con piogge sparse e locali nevicate in media-alta collina. Sole prevalente sul resto dei settori, ma freddo ovunque con gelo mattutino.
NORD Tempo asciutto e ampiamente soleggiato salvo addensamenti sulle Alpi e qualche breve nevicata su Alto Adige. Freddo con intense gelate notturne.
CENTRO e SARDEGNA Ultimi piovaschi e fiocchi in collina su Sud Abruzzo e Molise al mattino, ma poi migliora. Maggiore soleggiamento altrove. Freddo ovunque e gelate mattutine.
SUD e SICILIA Nubi diffuse con rovesci e locali temporali. Qualche nevicata in alta collina.