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L'orco
 
 
 

 

. C'era una volta un vecchio contadino che aveva tre figlie: Maria, Assunta e Caterina. Erano talmente poveri che non potevano permettersi neppure un tozzo di pane. Un giorno il padre, disperato, supplicò la figlia Maria di andare a rubare un po' di frutta e verdura nell'orto dell'Orco.
Maria andò nel giardino dell'Orco e riempì il suo paniere di frutta e ortaggi, ma, al momento di scavalcare il muro per tornare a casa, sentì una mano posarsi con violenza sulla sua spalla: era l'Orco !!!
L'Orco la catturò e la portò nel suo castello dove l e diede le chiavi delle cinquanta stanze dicendole che poteva visitarle tutte tranne una che le indicò. Le diede poi tre palle d'oro ordinandole di tenerle con cura perché al suo ritorno, doveva infatti partire, gliele avrebbe chieste. Al mattino, dopo la partenza dell'Orco, Maria, tenendo ben strette tra le mani le tre palle d'oro per paura di perderle, girò tutta la casa, aprì tutte le porte e visitò tutte le stanze, saloni, salotti, camere, cucine, finche arrivò davanti alla porta proibita. Incurante degli ordini ricevuti, spinta dalla curiosità, l'aprì ed entrò. Quando si fu abituata all'oscurità della stanza, scorse un vecchio armadio ricoperto di ragnatele. Mentre cercava di aprirlo, senza riuscirci, una delle tre palle d'oro le cadde di mano e rotolò sotto l'armadio. Maria si sdraiò per terra per cercarla, ma, quando la riebbe tra le mani, si accorse che era macchiata di sangue. Spaventata per quello che l'Orco avrebbe potuto dirle cercò di togliere la macchia, ma più strofinava e più la macchia s'ingrandiva. A sera, quando tornò e chiese le tre palle d'oro a Maria, l'Orco vide la macchia di sangue su una delle tre, afferrò la ragazza per i capelli, la trascinò nella stanza segreta e la gettò nell'armadio.
Intanto i giorni passavano, Maria non tornava a casa e il padre era preoccupato. Chiamò la seconda figlia e le disse: - Assunta, se l'età me lo concedesse, scavalcherei il muro del giardino dell'Orco, ma non posso allora tocca a te andare a vedere cosa è successo a tua sorella. Assunta, a mezzanotte, scavalcò il muro, entrò nel giardino e trovò il paniere della sorella. Cominciò allora a chiamarla sottovoce, ma nessuno rispondeva. Stava per tornare a casa, quando sentì sulla sua spalla il peso di una mano pelosa. Anche con lei l'Orco si comportò come aveva fatto con la sorella e anche lei, come Maria fu gettata nell'armadio della stanza proibita.

Intanto il povero contadino, disperato per aver perso due figlie, disse alla terza:- Caterina, ho mandato a morire le tue sorelle, ma tu resterai con me! Ma Caterina era coraggiosa e volle andare ugualmente a cercare le sorelle, scavalcò il muro e, girando per il giardino, le chiamava sommessamente.
Dopo aver chiamato e cercato inutilmente stava per tornarsene a casa, quando apparve l'Orco che l'afferrò e la portò dentro il castello. Anche a lei dette le chiavi delle cinquanta stanze, le disse dove poteva e non poteva andare e le consegnò le tre palle d'oro ordinandole di averne gran cura perché al suo ritorno, doveva infatti partire, gliele avrebbe richieste.
La mattina dopo, appena alzata, la saggia Caterina mise le tre palle d'oro al sicuro in un cassetto e poi cominciò a girare per casa. Arrivata alla stanza proibita entrò, riuscì ad aprire l'armadio e dentro, mamma mia, vide che c'era un pozzo buio e fondo. Mentre, tenendosi alle ante, si sporgeva per tentare di vederne il fondo, sentì una vocina che chiedeva aiuto e la riconobbe per quella di Maria. Tutta felice gridò dentro il pozzo:- Maria, Maria, sono Caterina! Ora ti tirerò fuori!
Con l'aiuto di una corda Caterina riuscì a tirare fuori le sorelle che le raccontarono di essere state tutto quel tempo in fondo al pozzo in mezzo a cadaveri e ossa umane senza bere e senza mangiare. Caterina, contenta di averle salvate, preparò loro un bagno caldo, le rifocillò, le nascose sotto un letto e si mise ad aspettare il ritorno dell'Orco.
La sera l'Orco tornò e, verificato che le tre palle d'oro erano senza macchie, si complimentò con Caterina perché gli aveva obbedito e la invitò a cenare con lui. Durante la cena, fidandosi ormai della ragazza, le rivelò il suo segreto: la sua anima era racchiusa in un guscio d'uovo che teneva ben nascosto perché, se si fosse rotto, lui sarebbe morto. Caterina gli chiese se l'uovo, così prezioso, e veramente al sicuro e se, soprattutto, era ben pulito perché anche la più piccola macchiolina avrebbe potuto far ammalare la sua anima.
L'Orco, senza supporre alcun inganno, andò ad un armadio, lo aprì: c'era uno scrigno d'argento, aprì anche quello e dentro, avvolto nell'ovatta, c'era l'uovo. - Vedi come è pulito? Disse mostrandolo a Caterina. - Ma no, disse lei c'è un puntolino nero qui sopra!
L'Orco si chinò per guardare e Caterina, svelta, prese una sedia e la sbatté sulla testa dell'Orco, e la testa dell'Orco schiacciò l'uovo e la sua anima ne uscì fuori e lui restò stecchito.
Allora Caterina chiamò le sorelle, insieme presero l'Orco e lo seppellirono nell'orto; poi fecero grandi pulizie nella casa che diventò un palazzo bellissimo, chiamarono il padre e vissero tutti e quattro felici e contenti.
  

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