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Elezione politiche Politiche del 9-10 aprile 2006
Con il conteggio dei voti degli italiani all'estero, anche al Senato, l'Unione ha la maggioranza con 158 seggi, contro i 156 della CDL, da definire con chi passerá il senatore indipendente

Berlusconi lancia la Grande Coalizione e contesta il voto
Prodi: "Governerà il centrosinistra"

La replica del centrosinistra all'intervento del premier dopo i risultati Prodi: «Nessuna intesa, governeremo noi» D'Alema sulla grande coalizione: «Impraticabile». La nota dell'Unione: grave insinuare che l'esito del voto sia stato falsato

ROMA - Nessuna Grande coalizione, governerà il centrosinistra. E' Prodi stesso a respingere l'ipotesi di una grosse koalition evocata da Silvio Berlusconi nel suo intervento sui risultati elettorali. «Ci siamo presentati alle elezioni con una coalizione precisa e la legge elettorale ha assegnato un numero di parlamentari alla Camera e al Senato che ci permette di governare» ha precisato perentorio il Professore uscendo da piazza Santi Apostoli, rispondendo ai giornalisti che gli chiedevano un commento alla proposta avanzata dal premier uscente. «Lui è il primo ministro, il ministro dell'Interno è del suo governo, la legge elettorale l'ha voluta lui. Adesso mi sembra che sia ora di non recriminare perché è proprio fuori posto» ha replicato il leader dell'Ulivo replicando alle parole di Berlusconi sulla regolarità delle votazioni.

DS E D'ALEMA: «NESSUNA GRANDE COALIZIONE»- La segreteria Ds respinge l'ipotesi di una grosse koalition evocata dal presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. «Il caso Germania - ha detto al termine della riunione Maurizio Migliavacca - è stato evocato a sproposito. C'è una maggioranza alla Camera e una al Senato. C'è un risultato chiaro bisogna prenderne atto». E poi, si chiede il dirigente Ds, «se c'è una contestazione sull'esito delle votazioni come si può chiedere una grande intesa?».
Sulla grande coalizione alla tedesca auspicata da Berlusconi è intervenuto direttamente anche Massimo d'Alema, protagonista con Tremonti della puntata di Porta a Porta di questa sera: «Non ritengo che sia una proposta concretamente praticabile» ha tagliato corto il presidente diessino. «Non ci sono le condizioni politiche - ha osservato ancora D'Alema - credo che chi abbia vinto le elezioni anche per poco abbia il diritto-dovere di governare».

«FALSIFICANO LA REALTA'» - Poco prima era stato il coordinamento dell'Ulivo in una nota a stigmatizzare il comportamento del Polo: «E' grave insinuare che l'esito elettorale sia stato falsato o manipolato e ciò dimostra la volontà di sovvertire l'ordine reale dei fatti: la vittoria indiscutibile del centrosinistra». Poi il contrattacco: «Falsificare la realtà è un arte applicata a pieno dal governo uscente di Silvio Berlusconi. La conferenza stampa di questo pomeriggio organizzata dai partiti della Casa delle Libertà mortifica ancora una volta il governo e le istituzioni, riducendolo a mero uso di propaganda politica» si legge nella nota. L'Unione ha quindi rivolto al premier uscente l'invito ad accettare «la legge elettorale imposta dal centrodestra: oggi, con un solo voto in più si vince».

11 aprile 2006

 

Ieri.....

Senato in bilico
Camera all'Unione

Gioranta al cardiopalma tra exit poll, proiezioni e conteggio dei voti reali Elezioni: Camera all'Unione, Senato in bilico Il centrosinistra ha la maggioranza a Montecitorio, ma la Cdl è in vantaggio a Palazzo Madama. Decisivi i voti degli italiani all'estero

Romano Prodi
Il leader dell'Unione, Romano Prodi
ROMA - L'Italia si scopre spaccata in due, ancora più di quanto non si potesse immaginare alla vigilia del voto. Ma un dato è certo: seppure con uno scarto molto ridotto di circa 25 mila voti l'Unione ha conquistato la maggioranza alla Camera: il premio di maggioranza consente al centrosinistra di conquistare 340 deputati su 630. Ancora in bilico, invece, il Senato, dove al termine dello scrutinio del voto in Italia la situazione è di un vantaggio del centrodestra che si traduce in una maggioranza di un solo senatore: sono 155 i seggi conquistati dalla Cdl contro i 154 assegnati al centrosinistra. Decisivi per determinare l'effettiva maggioranza dell'assemblea di Palazzo Madama saranno dunque i risultati del voto degli italiani all'estero: le loro scelte contribuiranno ad assegnare altri 6 senatori che potrebbero fare la differenza. Questi risultati hanno permesso all'Unione di annunciare la vittoria, affermazione contestata dagli avversari della Cdl.


SENATO - Lo spoglio dei dati del Senato è andato molto a rilento. Il dato definitivo, ma solo per quanto riguarda il voto in Italia, è arrivato all'1,30 quando sono terminati gli scrutini nelle diverse regioni e sono stati assegnati i relativi premi di maggioranza regionali. Il risultato finale è stato, appunto, quello di 155 seggi per il centrodestra e di 154 per il centrosinistra. L'Unione confida tuttavia in un buon risultato proveniente dai cinque continenti: i primi risultati danno infatti in vantaggio la lista prodiana (poco meno del 48%, a fronte del 24% di Forza Italia, a un sesto dello scrutinio, ma per i risultati definitivi bisognerà attendere la mattina di martedì).

CAMERA - Il risultato della Camera è invece arrivato attorno alle 2,30, quando è stato chiaro, con le ultime 130 sezioni ancora da scrutinare, che il vantaggio dell'Unione non sarebbe stato colmato dalla Cdl. Anche alla Camera ci sono 12 seggi dedicati agli italiani all'estero, che tuttavia risultano di fatto ininfluenti. Il sistema elettorale prevede infatti un premio di maggioranza tale che non può essere rovesciato da un eventuale plebiscito a favore di uno dei due schieramente da parte degli elettori sparsi per il mondo.

I PRIMI DATI - La giornata dello scrutinio è stata però molto convulsa e controversa, con gli exit poll che già a partire dalle 15 davano l'Unione nettamente in vantaggio. Ma questo scarto è stato a mano a mano ridimensionato con il passare delle ore. Dopo la diffusione dei primi exit poll Romano Prodi sembrava avercela fatta, con l'Unione in netta maggioranza sia alla Camera sia al Senato. L'afflusso dei primi dati reali (■ Guarda lo scrutinio in tempo reale) ha però iniziato a raffreddare gli entusiasmi del centrosinistra e a ringalluzzire quelli della Cdl, convinti di potere strappare quantomeno un pareggio, con la conquista di una maggioranza, seppure risicata, all'assemblea di Palazzo Madama. Tutti i leader, a partire dallo stesso Prodi e da Berlusconi, hanno rinunciato a parlare in attesa dei risultati definitivi.

GLI EXIT POLL - Secondo gli exit poll realizzati da Nexus per la Rai, la Cdl si sarebbe attestata tra il 45 e il 49 per cento; l'Unione, invece, tra il 50 e il 54%. Un dato questo rimasto stabile sia nel primo che nel secondo exit poll. Sempre secondo gli exit poll il centrosinistra avrebbe avuto al Senato tra i 159 e i 170 seggi su un totale di 315; il centrodestra si sarebbe attestato invece tra i 139 e i 150. Ma queste previsioni non si sono realizzate. Sono stati i primi dati sulle proiezioni a spegnere gli entusiasmi ulivisti.
Silvio Berlusconi
Il leader della Cdl, Silvio Berlusconi
LE PROIEZIONI - Stando alle proiezioni, al Senato il centrosinistra sarebbe potuto risultare vincitore in termini percentuali - 50,2% contro il 48,8% - ma in termini di seggi la Casa delle Libertà riuscirebbe a guadagnarne 158 contro i 151 dell'Unione. Lo scostamento è dovuto al fatto che i seggi vengono assegnati sulla base di premi di maggioranza regionali e non nazionali, un effetto della nuova legge elettorale. La situazione continua ad essere molto instabile. In bilico e di fatto decisive con la situazione che potrebbe cambiare fino allo scrutinio dell'ultimo voto sono in particolare il Piemonte, la Puglia, il Lazio e, a sorpresa, la Campania che veniva considerata sicura per il centrosinistra. Proprio un temporaneo vantaggio della Cdl in Campania ha determinato una maggiore assegnazione di seggi al centrodestra.

LA CAMERA - Sul fronte della Camera, le prime tre proiezioni Nexus annunciavano una vittoria della Casa delle Libertà con la Cdl al 49,8% e l'Unione al 49.7%; la quarta proiezione delinea invece una situazione di assoluta parità: i due Poli sarebbero fermi al 49,8%. Come si è visto per il Senato, il dato è ancora molto suscettibile di notevoli variazioni e quindi tutto si giocherà su ogni singolo voto. Un risultato, qeullo della Camera, ancora più importante rispetto a quello del Senato: la legge elettorale prevede infatti che il premio di maggioranza sia attribuito su base nazionale e quindi chi dovesse vincere, anche di un solo voto, si ritroverà con almeno 340 seggi su 630.
11 aprile 2006



Fonte articolo: corriere.it
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