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Stampanti con il codice scoppia la polemica

Stampanti codice

Le laser a colori stampano sul foglio dei caratteri invisibili
che possono anche condurre all'identificazione dell'autore
Il Grande fratello nelle stampanti?
Codice nascosto scatena la polemica
Sono coinvolti tutti i maggiori produttori di stampanti
Che si difendono: "Serve per smascherare le contraffazioni"
di FRANCESCO CACCAVELLA

ROMA - Se possedete una stampante laser molto probabilmente tutti i documenti che avete stampato sinora portano la vostra firma. Non una scritta visibile ad occhio nudo, ma una sorta di codice che può emergere dal foglio solo attraverso una particolare illuminazione e una lente d'ingrandimento.

Sono le tracce che quasi tutte le stampanti laser a colori in commercio inseriscono silenziosamente in ogni pagina. Riportano il numero seriale della stampante e la data di stampa della pagina. Se il numero seriale è stato registrato dall'acquirente, come spesso accade, ogni singola pagina rivela di fatto il nome di chi l'ha scritta, accessibile a chiunque abbia accesso al codice di interpretazione.

Solo da pochi giorni si conoscono i motivi e i dettagli di quella che molti additano come una violazione delle elementari regole di riservatezza. I tecnici della Electronic Frontier Foundation (EFF), la storica organizzazione californiana che dal 1990 difende le libertà civili nel contesto tecnologico, hanno infatti decifrato parte del codice di marchiatura di una stampante Xerox. Utilizzando un fascio di luce blu e un microscopio, hanno scoperto che ogni pagina viene marchiata con microscopici puntini gialli, organizzati in un rettangolo la cui altezza misura poco più di un centimetro. La combinazione dei puntini è in grado di rilevare, oltre il codice seriale della stampante, anche la data e l'ora di stampa.

Secondo la EFF l'impatto di questa tecnologia sulla libertà di espressione è devastante: "Uno strumento di comunicazione che viene usato tutti i giorni può diventare uno strumento di sorveglianza governativa". A spaventare è la possibilità che pamphlet, documenti politici, pagine di informazione non allineata possano essere tracciati e registrati per qualsiasi finalità. Fatti del genere, continua il comunicato della fondazione, mostrano "come i governi e le industrie private scendono ad oscuri patti per indebolire la nostra privacy manomettendo strumenti quotidiani come le stampanti".

Se fino a ieri i codici erano accessibili solamente ai loro creatori e alle agenzie governative che ne avessero fatto richiesta, oggi possono essere letti e interpretati da tutti. La EFF ha rilasciato anche una piccola applicazione che è in grado di decifrare la griglia dei puntini di una stampante Xerox e sta lavorando per decifrare le tracce di altre.

I produttori di stampanti fanno sapere che l'identificazione viene utilizzata solamente per prevenire la contraffazione di documenti o banconote. Un portavoce di Xerox ha dichiarato al Washington Post che la tecnologia è stata messa a punto anni fa in cooperazione con agenzie governative e banche. Non si conoscono quando e in che modo sia stato usato il sistema, ma sembra che il governo olandese abbia già utilizzato la tecnologia per smantellare un'organizzazione di falsari di biglietti ferroviari.

Non sono mancate anche prese di posizione ufficiali. Un legale della Electronic Frontier Foundation ha inviato al servizio segreto americano, il corpo speciale che si occupa, tra l'altro, di falsificazioni e reati informatici, una "Freedom of Information Request", un atto formale che consente ai cittadini di richiedere documentazione conservata negli archivi delle diverse agenzie governative Usa. La richiesta reclama una semplice risposta ad un altrettanto semplice domanda: quanti sono i dispositivi tecnologici che possono spiare le nostre abitudini di tutti i giorni?


(fonte news: La Repubblica)

La redazione di megghy.com

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